tag:blogger.com,1999:blog-81045065782658391582024-03-13T10:16:48.964+00:00Aspettando le AstronaviLibri, arte, viaggi ed esperienzeAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.comBlogger33125tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-55534709867634531132018-07-16T20:21:00.002+01:002018-07-16T20:21:49.022+01:00Cinque libri da leggere in vacanza!<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9y298Y7iEj-j7q46Uc6TbCpM-lMRKe6Gu7yULPN7uO23n6v9mJ9CaoCoazoGptrmrT3GSa4VQI4eN05g3XEVN4F0PkD0n834aRbu9bcSrCqOfH0PT9XpBowfyey86uwWgK2L_cOhiX60/s1600/20180716_Letture_4454.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9y298Y7iEj-j7q46Uc6TbCpM-lMRKe6Gu7yULPN7uO23n6v9mJ9CaoCoazoGptrmrT3GSa4VQI4eN05g3XEVN4F0PkD0n834aRbu9bcSrCqOfH0PT9XpBowfyey86uwWgK2L_cOhiX60/s400/20180716_Letture_4454.jpg" width="400" /></a></div>
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Bentornati! L'estate è ormai inoltrata, molti di voi sono partiti, o stanno per partire, per le vacanze: mare, montagna, laghi, ogni luogo è perfetto per staccare la spina e rigenerarsi. </div>
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In questo post voglio consigliarvi 5 titoli da leggere durante le vacanze. La maggior parte non sono libri lunghi, perchè sono fermamente convinta che, in quelle due settimane (quando non è una sola) di stop dalla routine, le attività debbano essere diverse e, sopratutto, sia necessario godere della natura, dei colori, del mondo e degli affetti, più che stare tutto il giorno chiusi in casa, o sdraiati sul lettino a leggere. Perciò fate passeggiate, fate il bagno, prendete il sole, mangiate cibo buono, fate l'amore e, se vi avanza tempo, allora leggete! </div>
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Ho scelto libri di generi differenti ed un graphic novel che potranno tenervi compagnia, magari la sera prima di addormentarvi, o quando starete pigramente sotto l'ombrellone nelle ore più calde. Iniziamo!</div>
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<b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo8MSNgjol9XtKtq9c0TczTfMPuHTh6zdBeoWAePEMXQqjGGTivu-tdNOdDj3RyM_27atCryiRAaMEkeCIupes7n01tu6NYaW7HXJjlrZPF9jcENmYxFiqlfDU7b4G5SeKAe7fFx9Ff68/s1600/MDFEBM-PER-SITO-246x300.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo8MSNgjol9XtKtq9c0TczTfMPuHTh6zdBeoWAePEMXQqjGGTivu-tdNOdDj3RyM_27atCryiRAaMEkeCIupes7n01tu6NYaW7HXJjlrZPF9jcENmYxFiqlfDU7b4G5SeKAe7fFx9Ff68/s1600/MDFEBM-PER-SITO-246x300.png" /></a></b></div>
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<b>Manuale di fisica e buone maniere di Daniele Germani</b>, edito da David and Matthaus con un prezzo di copertina di €15,90 per una totale di 170 pagine. </div>
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Se mi seguite dall'inizio del viaggio delle Astronavi, sapete bene quanto io ami questo romanzo che è senz'altro il miglior libro letto nel 2017. E' un libro sulle occasioni perdute, sulla capacità di crescere e cambiare, sulle emozioni e le loro "deviazioni", di come non è la vita a scegliere per noi ma, molto spesso senza quasi rendercene conto, siamo noi a scegliere. </div>
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<i>"Manuale di fisica e buone maniere" è il racconto di occasioni perdute.
Il romanzo descrive il complesso rapporto sentimentale ed emotivo fra
due studenti italiani, attingendo dal linguaggio e dalle teorie della
fisica, mescolando scienza e letteratura. Lui è un assassino di gatti
con problemi relazionali al limite della psicosi; lei è una futura
astrofisica di successo segnata da un passato tragico. Entrambi vivono
con disagio l'esistenza sul nostro pianeta. A far da cornice alla loro
storia, una Londra polverosa e poco accogliente, dove si rifugeranno
per scappare dal loro passato."</i></div>
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Per saperne di più e senza spoiler, vi rimando all'episodio dedicato a Daniele Germani e al suo romanzo nella mia rubrica "Viaggio fra gli Autori emergenti", in cui troverete una bellissima intervista con l'Autore e anche quale colonna sonora ascoltare mentre leggerete il libro! <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.com/2017/04/viaggio-fra-gli-autori-emergenti.html" target="_blank">(Viaggio fra gli Autori emergenti- Episodio 2)</a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBVqvS1rePYLMnuP3iMIghsqp0TbuIj-97xcFHvI3ekqHDI9cGvACQFOo2th0nhAgwylZ7SHuwT5AgjHg9cj8vR8sUrw-XokgOCz3Sejwkx2v7288yVtyysxQkTqrD-MesN45fHawtBwY/s1600/9788845926266_0_0_309_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBVqvS1rePYLMnuP3iMIghsqp0TbuIj-97xcFHvI3ekqHDI9cGvACQFOo2th0nhAgwylZ7SHuwT5AgjHg9cj8vR8sUrw-XokgOCz3Sejwkx2v7288yVtyysxQkTqrD-MesN45fHawtBwY/s320/9788845926266_0_0_309_75.jpg" width="206" /></a></div>
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<b>La sovrana lettrice di Alan Bennett</b>, edito da Adelphi con prezzo di copertina di € 8,00 per un totale di 95 pagine. </div>
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<i>"A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un
disinvolto scambio di idee, la regina d’Inghilterra chiede al presidente
francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico
noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole
arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. E in
effetti è successo qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze
incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto quegli
oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di
trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino.
Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di
sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà
all’ultima pagina, anzi all’ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili
risate questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena – uno di
quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia
considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo."</i></div>
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In atmosfere completamente diverse ci porta Bennett con questo racconto che vi intratterrà e vi strapperà più di una risata. Se desiderate assaporare un pò di humor inglese e immaginare la Regina Elisabetta in una veste davvero singolare, questo è il libro che fa per voi. E' stato il mio primo approccio a Bennett ed è stato talmente piacevole che voglio assolutamente recuperare altre opere di questo Autore. <i> </i>Lo stile è fluido, leggero e scorre piacevolmente senza annoiare mai. Puro intrattenimento e distrazione, perfetto per le vacanze!</div>
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<b>Maria Antonietta e lo scandalo della collana</b>, edito da Adelphi al prezzo di € 7,00 per un totale di 87 pagine. </div>
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<i>"</i> <em>La clamorosa affaire du collier – a metà strada fra dramma politico, imbroglio da ciarlatani e opera buffa – raccontata con verve e rigore dall'autrice di Amanti e regine."</em></div>
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Ammetto che non conoscevo Benedetta Craveri ed i suoi saggi storici fino a qualche mese fa. Faccio mea culpa perchè, in tutti gli anni passati a leggere biografie e saggi storici, non mi sono mai scontrata in questa studiosa che scrive benissimo, senza annoiare ma raccontando i fatti con minuzia e competenza. Il saggio che vi propongo è una piccola perla che chiunque ami il periodo della Rivoluzione francese, o sia affascinato dalla figura di Maria Antonietta, dovrebbe leggere ed avere in libreria. </div>
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La prima volta che sentii parlare dell' <em>"affaire du collier" </em>fu tantissimi anni fa guardando Lady Oscar e immagino che sia capitato anche a moltissime di voi che state leggendo. </div>
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Bene, la Craveri ci racconta, come in un romanzo, quell'episodio delineandone i personaggi che hanno preso parte a questa clamorosa truffa ai danni della regina, raccontandoci le decisioni troppo "di pancia" prese dai sovrani senza valutare a fondo le conseguenze, il processo e la follia di Madame de La Motte. In un piccolo libro è raccontata la verità su uno degli episodi che hanno definitivamente distrutto la reputazione già malandata di Maria Antonietta e della monarchia francese. </div>
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Lo stile di Benedetta Craveri è scorrevole, lucido e senza fronzoli inutili o informazioni che non colpiscano dritti l'interesse del lettore. Di sicuro, recupererò tutte le sue opere perchè sono davvero ben scritte e, allo stesso tempo, non risultano pesanti.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2gFaybPuznR4iSQieU3hPGOPpSWWPXcmLGH_qjJXtpdnyYtVXFW2P_X18jPKHBbXTQmxa4We4LY0Or5jd4C9OjmdXDsqEBZXf6RLTnqUg9FLOSR6bFxWhuMp8jneRvrOxOoX3FcSET1U/s1600/arcani.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="686" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2gFaybPuznR4iSQieU3hPGOPpSWWPXcmLGH_qjJXtpdnyYtVXFW2P_X18jPKHBbXTQmxa4We4LY0Or5jd4C9OjmdXDsqEBZXf6RLTnqUg9FLOSR6bFxWhuMp8jneRvrOxOoX3FcSET1U/s320/arcani.jpg" width="223" /></a></div>
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<b>Il gioco degli arcani di Barbara Frale</b>, edito da Centauria con un prezzo di copertina di € 16,50 per un totale di 358 pagine. Sì, mi ricordo di aver scritto all'inizio che in vacanza sono meglio i libri brevi ma un'opzione anche per chi vuole qualcosa di più corposo dovevo pur metterla, no? Ed ecco qui il libro più lungo di questo post ma che io ho amato molto. </div>
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<i>"</i><i>Roma, anno 1300. Papa Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo della
storia e in una città affollata e in preda alla frenesia non vuole altri
problemi. Tantomeno un omicidio. Ma Giovanna Savelli, una delle
nobildonne più in vista dell'Urbe, è stata trovata morta, forse
avvelenata. E la principale indiziata è la bellissima Immacolata
Colonna, che appartiene a una famiglia ostile al pontefice: processarla
senza prove certe potrebbe scatenare una rivolta. A chi affidare
un'indagine così delicata? Il papa sceglie una strana coppia: suo nipote
Crescenzio Caetani, che sogna di diventare medico, e la potente badessa
di San Silvestro in Capite. Un braccio, giovane e ardimentoso, e una
mente sottile protetta dalla clausura... Ben presto, si delineano due
piste distinte. La prima conduce dritta a madamigella Colonna, ai suoi
affari di cuore e al suo insidioso fascino. La seconda porta alla
misteriosa zingara saracena Zaira, e al mazzo di carte con cui legge la
fortuna e si dice dispensi la morte. Passando per il giardino dello
scorbutico medico del pontefice, Arnaldo da Villanova, in cui a nessuno è
permesso entrare... In questo giallo incalzante, Barbara Frale attinge
alle ricche simbologie e agli affascinanti intrighi di un Medioevo
ricostruito con passione, per tessere una tela in cui si intrecciano
amore e vendetta, politica e magia. "Chi cerca maghi, trova il demonio",
dice l'accorta badessa: il diavolo è furbo. Ma la verità trova sempre
una via, per quanto tortuosa, per venire alla luce."</i></div>
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Il gioco degli arcani è un thriller molto affascinante e ben strutturato, ricco di colpi di scena e che non vi permetterà di comprendere il "colpevole" fino alla fine. Ovviamente la ricostruzione storica è perfetta, trattandosi di un romanzo della Frale, e lo stile di scrittura è coinvolgente e mai pesante.</div>
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Ho dedicato un'intera recensione, ovviamente senza spoiler, che potete leggere cliccando <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.com/2016/12/il-gioco-degli-arcani-quando-il-viaggio.html" target="_blank">qui</a></div>
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Non abbiate timore di approcciarvi a questo mistero se non siete appassionati di storia perchè la trama è coinvolgente e fruibile da chiunque, non solo agli appassionati di storia medievale. E poi dai, il thriller sotto l'ombrellone non manca mai!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSXaMCRQcDO3EyhBZDLUeARAZzuHAhjz5oLcS4TBJbmdQBUo835iq2o2q1TxDfEcUaAl1ZylJdyo4iXRefYUMarp8XFyE3EKszfr2bBAiYsjkFgCXd0szujbneTihWDJuILR4ZnzhSQ9E/s1600/51Tjg28roaL._SX362_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSXaMCRQcDO3EyhBZDLUeARAZzuHAhjz5oLcS4TBJbmdQBUo835iq2o2q1TxDfEcUaAl1ZylJdyo4iXRefYUMarp8XFyE3EKszfr2bBAiYsjkFgCXd0szujbneTihWDJuILR4ZnzhSQ9E/s320/51Tjg28roaL._SX362_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="233" /></a></div>
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<b>Basilicò di Giulio Macaione</b>, edito da Bao Publishing con un prezzo di copertina di €15 per un totale di 160 pagine.<br /><b></b></div>
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Ultimo ma non ultimo, poteva mancare un graphic novel? Ovvio che no! Vi ho già parlato di questo fumetto nel post sui <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.com/2018/04/graphic-novels-quattro-titoli-da.html" target="_blank">quattro titoli da recuperare con gli sconti Bao Publishing</a> dello scorso aprile. </div>
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<i>"Un affresco familiare cotto a fuoco lento. La sedimentazione dei rancori e degli affetti. Una matriarca che nasconde più di un segreto, tra cui il più importante: quello della sua cucina"</i></div>
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Basilicò è ambientato in Sicilia e ci narra le vicende passate e presenti di Maria e dei suoi cinque figli. Una famiglia complessa in cui manca il padre, fuggito molti anni prima con la domestica. </div>
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Maria è una donna forte, senza peli sulla lingua, una matriarca ingombrante che "compra" i figli con i loro piatti preferiti. E' una storia bellissima, in cui troviamo diversità, amore, rancore, frustrazione, occasioni mancate ed un colpo di scena finale che vi lascerà con la mascella per terra. </div>
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I disegni di Macaione dono bellissimi, le tavole tutte in bianco e nero, intervallate da un bellissimo color seppia per i flashback sulla vita di Maria. Vi terrà incollati lì e se non leggete graphic novel, inizierete a farlo probabilmente.</div>
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<i> </i></div>
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<i> </i></div>
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Bene Astronauti, siamo giunti anche al termine di questo appuntamento! Spero che questi titoli vi siano di aiuto per trovare una lettura affascinante per le vostre vacanze. Se vi va consigliatemi voi qualche titolo da portare in vacanza!</div>
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A presto!</div>
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<u>TITOLI CITATI LINKATI AD AMAZON (sono affiliata ad Amazon, acquistando attraverso di uno dei link entro 24h dal primo click, io ricevo una piccola commissione da Amazon che non rincara in alcun modo il prezzo, anzi li troverete tutti scontati rispetto al prezzo di copertina):</u></div>
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<a href="https://amzn.to/2mkX9TV" target="_blank">Manuale di fisica e buone maniere</a></div>
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<a href="https://amzn.to/2zT0CTx" target="_blank">La sovrana lettrice</a></div>
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<a href="https://amzn.to/2ushxa5" target="_blank">Maria Antonietta e lo scandalo della collana</a></div>
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<br /></div>
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<a href="https://amzn.to/2LnSRGn" target="_blank">Il gioco degli arcani</a></div>
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<a href="https://amzn.to/2mkooOp" target="_blank">Basilicò</a></div>
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<br /><i></i></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-46096442774903405712018-07-03T20:56:00.000+01:002018-07-03T21:17:11.694+01:00Consigliati su Netflix: "Hot Girls Wanted: Turned On" e "I Giocattoli della nostra infanzia"<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU5UeJH72tCBRZp5D1-fnkOGAfaXqkZ_6eIx0_uS7454eRcBA_iM2eaN_HkUfBnkDYc0SdlObwOqSzShyphenhyphenBRzYcgs81ngkt4q5itwJJY9cudTjmC5wTN-yUF2ghkzk3Fvukksyxty__0Mg/s1600/Hot+Girls+Wanted+Turned+On.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU5UeJH72tCBRZp5D1-fnkOGAfaXqkZ_6eIx0_uS7454eRcBA_iM2eaN_HkUfBnkDYc0SdlObwOqSzShyphenhyphenBRzYcgs81ngkt4q5itwJJY9cudTjmC5wTN-yUF2ghkzk3Fvukksyxty__0Mg/s400/Hot+Girls+Wanted+Turned+On.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />
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Bentornati Astronauti! A giugno ho avuto modo di vedere tre documentari su Netflix, due dai temi piuttosto "tosti" e uno un pò più leggero ma altrettanto interessante che voglio consigliarvi. </div>
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<b>Hot Girls Wanted: Turned On</b> è una docuserie (quanto odio questa parola!) del 2017 composta da sei episodi della durata di circa 45-50 minuti ciascuno. Il documentario è vietato ai minori di 14 anni e tratta del rapporto fra pornografia, social networks e di come questi stiano cambiando le nostre vite, il nostro rapporto con il sesso e le relazioni interpersonali. </div>
<div style="text-align: justify;">
La prospettiva attraverso cui vengono analizzati questi temi cambia di episodio in episodio, perchè i "protagonisti" sono sia produttori, sia pornoattori, sia camgirls, sia consumatori, sia persone comuni che utilizzano siti ed app di incontri con regolarità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il documentario parte con il botto con il primo episodio (Women on Top) in cui ci viene presentato il porno attaverso la visione femminista di due artiste: Holly Randall (fotografa e regista) ed Erika Lust (regista e produttrice). </div>
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Entrambe cercano di portare una visione più femminile nel porno, raccontando anche quelli che sono i desideri e le fantasie erotiche delle donne, dando una visione maggiormente "romantica" alla pornografia e rendendola fruibile anche all'universo femminile che, spessimo, non si ritrova nei contenuti che vengono proposti da questa industria che è radicatamente maschilista. </div>
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E' un episodio molto interessante, perchè non poche sono le difficoltà di queste professioniste che stanno, a modo loro, cercando di fare una rivoluzione con mezzi limitati e scontrandosi con muri che chiedono loro violenza e bando di qualsiasi delicatezza o emozione nei loro film. </div>
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Ho trovato estremamente interessante l'intervista fatta alla Lust e tutto il backstage di uno dei suoi lavori, dove si vede anche una giovane donna al suo primo lavoro come attrice porno e di come, alla fine di questa esperienza, sia profondamente ed emotivamente scossa, pur avendo lavorato in un ambiente assolutamente sereno e con grande rispetto dei suoi tempi e del suo corpo.</div>
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Altro episodio molto interessante è il secondo (Amami su Tinder) nel quale facciamo la conoscenza di James, ex concorrente del Grande Fratello USA che fa uso compulsivo di app quali Tinder appunto e simili. James ha quarantanni e frequenta solo ventenni (o poco più) con cui si diverte ad andare a cena e alla feste come se fosse ancora all'università e con cui fa "tanto sesso". Utilizza le app di incontri perchè gli permettono di mantenere distacco e di poter "mollare" la ragazza di turno non appena se ne sarà stufato, proprio come si fa con un qualsiasi oggetto. </div>
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Lui stesso dice che con queste app puoi scegliere una ragazza come scegli il cibo dagli scaffali del supermercato. Una frase che mi ha colpita come uno schiaffo per la facilità con cui è stata detta e per quanto, però, rispecchi i comportamenti di molti miei coetanei e coetanee. Dalle statistiche che vengono date nei vari episodi, sembra però che le donne si approccino a queste app con maggiori aspettiative: sperano di trovare un partner fisso con cui costruire qualcosa di duraturo. Nello stesso episodio potrete riscontrare facilmente come questo sia reale perchè ci vemgono presentate due ragazze che avranno relazioni con James e di come entrambe siano molto coinvolte. </div>
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Non vi dico di più perchè l'evolversi di questo episodio è piuttosto interessante.</div>
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Ci tengo a precisare un a cosa: non voglio assolutamente demonizzare siti e app di incontri, anzi. </div>
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Mi vengono in mente almeno due coppie di amici che si sono conosciute così: un coppia è sposata da anni, l'altra convive praticamente dallo stesso tempo mio e di Andrea. Perciò, come per tutto, dipende dall'utilizzo che se ne fa ma credo che la storia di James debba portare a riflettere su come il mondo delle relazioni sia mutato dopo l'avvento di internet e di tutta la tecnologia che ne è seguita, smartphone in particolare.</div>
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Su questi temi calca ancora di più la mano l'episodio 5 (Dovresti venire in privato) dove seguiamo l'evolversi della "relazione" fra la Cam Girl Alice e uno dei suoi clienti. Alice vive in America ed è sposata, mentre Tom (mi pare si chiami così lui) è, per sua stessa definizine, un nerd che da 4 anni non ha rapporti con nessuna che non sia Alice. Cosa fa una Cam Girl lo sappiamo tutti ed è facile immaginare cosa faccia lui mentre lei gli dà quel che chiede. Ad un certo punto dell'episodio, lei decide di andare a conoscere dal vivo Tom in Australia. Presto i due si accorgeranno di quanto sia diversa la realtà dal mondo che si erano creati attraverso lo schermo e di come le aspettative fossero completamente diverse: Alice voleva conoscerlo ma sapeva che sarebbe comunque tornata da suo marito, Tom credeva di poterla convincere arestare con lui, a portare la loro "relazione" ad un livello successivo . Nonostante alcune cose che ho davvero trovato squallide nel racconto della professione di Alice, tipo quando fa tranquillamente sesso virtuale in cam con Tom e suo marito sta seduto sereno sul divano, questo episodio porta anche a sentire tenerezza, profonda tenerezza, sopratutto per lui e per la sua profonda solitudine ed il suo disperato bisogno di sentirsi amato anche se significa sborsare migliaia di dollari in quattro anni. </div>
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Quello delle Cam Girl è un fenomeno in grande crescita in tutto il mondo e i fruitori di questo tipo di servizi sono davvero tanti, come tante sono le ragazze giovanissime, ma non solo, che decidono di fare questo tipo di lavoro, ovviamente spinte dai guadagni facili e dalla voglia di esibirsi. </div>
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Digitate cam girls su google e scoprirete quanto il fenomeno si stia allargando a macchia d'olio anche qui.</div>
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Tutti i sei episodi sono molto interssanti, il documentario è molto ben fatto perchè si pone in una posizione assolutamente neutra e formisce informazioni che possono trovare riscontro anche con brevi ricerche sul web. Mette in luce aspetti dell'industria del porno che credo molti di noi ignorino e invita a riflettere sulle implicazioni di pornografia, social networks, app per appuntamenti e realtà virtuale in generale. </div>
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Soprattutto, credo che sia molto importante riflettere sul fatto che tutti questi contenuti sono alla portata dei giovanissimi e che l'impatto su di loro può essere devastante. Il porno fornisce una visione distorta del sesso con una donna sottomessa all'uomo, o che desidera subire violenze ed umiliazioni di ogni tipo, con un uomo che deve essere solo brutale e con determinate dimensioni sennò non può avere una vita sessuale appagante e tutti quegli stereotipi che ben conosciamo. Ecco perchè ho trovato il primo episodio davvero interessante con l'introduzione di una sorta di "femminismo" nel porno.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PuD8JmGUfGr4pySSeDRD5xOtmgPHsBER1jJqYi9k5PQGE_1pag4IjKEySS22PZKEXH5S9a81vUy-5isNY1TKeUMm-Ui3A8rCsepeQd2zE-ZNx2lAO4tgKplGJxLrQ60XoeeEQOuIDhc/s1600/Hot+Girls+Wanted.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="480" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PuD8JmGUfGr4pySSeDRD5xOtmgPHsBER1jJqYi9k5PQGE_1pag4IjKEySS22PZKEXH5S9a81vUy-5isNY1TKeUMm-Ui3A8rCsepeQd2zE-ZNx2lAO4tgKplGJxLrQ60XoeeEQOuIDhc/s320/Hot+Girls+Wanted.jpg" width="320" /></a></div>
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Finito di vedere Hot Girls Wanted: Turned On, Netflix mi ha consigliato la visione di <b>Hot Girls Wanted</b> documentario della durata di 1h e 22 minuti, presentato nel 2015 al Sundance Film Festival. </div>
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Hot Girls Wanted è incentrato sulla vita da porno star amatoriali di quattro ragazze giovanissime dai 18 ai 20 anni massimo. E' stata una visione difficile ma non per le immagini ma per i "confessionali" di queste ragazze, in cui spesso parlano delle sensazioni che vivono durante una scena, del motivo (quasi sempre i soldi facili) che le hanno spinte a tentare quel tipo di carriera, ai guai fisici, alla difficoltà di trovare un ragazzo, o avere amicizie stabili e normali. </div>
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Vietato ai minori di 14 anni, anche Hot Girls Wanted merita di essere visto, a mio giudizio. </div>
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C'è tutto un mondo online che ci sfiora ogni giorno e che facciamo finta di ignorare, c'è tutto un universo di ragazze che decide di provare quella vita per diventare famosa, per avere soldi da spendere in cose futili e sono ragazze normali, che hanno studiato ma che "non vogliono fare la fine dei loro genitori a spaccarsi la schiena per un pugno di spiccioli."</div>
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Sono due documentari che mi hanno fatto molto riflettere su quanto questo mondo a portata di click, che corre velocissimo, che genera relazioni da fast food, che porta a inventare, a fare qualsiasi cosa, a fingere di essere ciò ch non si è, pur essere al centro dell'attenzione, ci stia sfuggendo di mano e non solo ai giovanissimi ma anche a noi cosiddetti adulti.</div>
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Se pensate che il rischio sia quello del voyeurismo, posso dirvi che entrambi i prodotti lo evitano alla grande, seppur dipingano la realtà per quella che è. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7EuQEZf2OhZaeP8-VUspjXvtXVJeQLdWokFVJSAK46HtWSO71jRFUkY3XfsApQDwJPwRDQl-kxKdVs1rrcfzve2f4M9eCqrluKkMs4LNqspNvEbYTbC-fLzFTWFpWjS1TZAWgpJL3lCM/s1600/I+giocattoli+della+nostra+infanzia+%2528The+Toys+That+Made+Us%2529+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7EuQEZf2OhZaeP8-VUspjXvtXVJeQLdWokFVJSAK46HtWSO71jRFUkY3XfsApQDwJPwRDQl-kxKdVs1rrcfzve2f4M9eCqrluKkMs4LNqspNvEbYTbC-fLzFTWFpWjS1TZAWgpJL3lCM/s400/I+giocattoli+della+nostra+infanzia+%2528The+Toys+That+Made+Us%2529+2.jpg" width="400" /></a></div>
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Bene, dopo tutta questa riflessione e serietà, voglio segnalarvi un documentario davvero ben fatto e divertente: <b>I giocattoli della nostra infanzia</b>! Si tratta di un documentario in due stagioni costituite da 4 episodi ciascuna in cui viene raccontata la storia dei giocattoli più famosi di sempre: Star Trek, Barbie, He-Man, Hello Kitty, Transformers, i Lego, etc... Un documentario veramente piacevole, adatto a tutta la famiglia e che, oltre a farvi sorridere con le interviste a coloro che hanno vissuto la creazione di quelle meraviglie, vi intratterrà con molte informazioni sulla storia delle aziende, delle persone e del tessuto sociale in cui sono nate e si sono sviluppate. Ve lo consiglio davvero se volete fare un tuffo nel passato e imparare molte curiosità su giocattoli che avrete sicuramente avuto, se siete miei coetanei.</div>
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Questi sono i miei consigli su Netflix di giugno! Qualcuno mi ha scritto mail e in direct su Instagram (mi trovate sempre come aspettando_le _astronavi e trovate anche post extra che non sono sul blog perciò seguitemi anche lì!) per conoscere la mia opinione su "La casa di carta" e "Tredici". Ammetto di essere in difetto e non aver visto nessuna delle due serie, spero di poterlo fare presto e di dirvi la mia magari proprio su Instagram!</div>
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Buon viaggio, Astronauti e alla prossima!</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-16086477937873139652018-05-06T13:46:00.002+01:002018-05-06T13:46:53.309+01:00Re-Belle Box: un progetto tutto al femminile per coccolarsi un pò<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV09XTurVwtXHhJSwTlW_ouINsJUNUM6I__3KwyulK9HWioyojUhxBGVZh3KmA3w_Lc2JxRQ_xhKh2tphw2a4qgQ4wcvCtH0FsCrarOZpJrxEIJY4uP1-wmub04nbzWjJkzMtouMDyKc4/s1600/IMG_9349.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV09XTurVwtXHhJSwTlW_ouINsJUNUM6I__3KwyulK9HWioyojUhxBGVZh3KmA3w_Lc2JxRQ_xhKh2tphw2a4qgQ4wcvCtH0FsCrarOZpJrxEIJY4uP1-wmub04nbzWjJkzMtouMDyKc4/s400/IMG_9349.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
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Bentornati sulle Astronavi! Oggi argomento decisamente molto femminile ma, se i maschietti vorranno prendere nota per fare una sorpresa alle loro fidanzate, mogli, compagne, mamme, sorelle, sono certa che faranno un figurone.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Voglio parlarvi di <a href="http://www.re-bellebox.com/" target="_blank">Re-Belle Box</a>. Tutte voi conoscerete le subscription box, ovvero le "scatole" che vi arrivano ogni mese a casa e che contengono determinati oggetti, cosmetici, prodotti, in base al tema della box stessa. Re-Belle è una subscription box che potrete acquistare singolarmente o abbonandovi per quanti mesi vorrete. Ma perchè mi piace tanto proprio questo progetto?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Perchè è un progetto italiano, tutto al femminile e aiuta artiste, artigiane e imprenditrici da tutto il mondo a farsi conoscere. Re- Belle infatti ha come mission quella di far conoscere: </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">"Storie
e progetti indipendenti di donne da ogni parte del mondo e di ogni
tipo: illustrazione, moda, letteratura, fumetto, musica, beauty,
home-design. Prodotti particolari, esclusivi e di qualità, ideati da
artigiane e creative per donne curiose, sognatrici, ribelli,
indipendenti, uniche.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Il
contenuto dei cofanetti sarà sempre misterioso. Potrai trovare degli
indizi sparsi sui nostri social, ma riscoprirai il piacere di scartare
una sorpresa tutta per te, ogni volta.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /> <em>Ogni mese una parte dei proventi degli abbonamenti sarà devoluta ad una associazione per la tutela dei diritti delle donne".</em></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Io ho conosciuto il progetto attraverso due Booktubers italiane che avevano ricevuto la prima Re- Belle Box a tema libri, vi lascio poi i link ai loro canali alla fine del post e mi sono incuriosita. Ho così acquistato la box di aprile che mi è arrivata giusto qualche giorno fa. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Il pack è adorabile con questo bianco e rosa e la scritta in cima "Girls can do anything". L'ho aperta con delicatezza estrema per paura di romperla ed io in genere con i pacchetti non sono una signora, ecco... </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">All'interno ho trovato molte cose davvero carine e ho scoperto, soprattutto, artiste e progetti interessanti.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Volete vedere il contenuto della box? Sì, vero? Del resto la curiosità è femmina, dicono...</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3iGm6oqX-c04PbMy9NQ_hwrQerQPgg2yY3M5c0_SF-2J52VjySfVpXJCHuFjumQLHf5XRPXR5JAPNp1HyGkuHbXDhPdaLppPPPhjaj4yg80QuicfATeFY_IUzcqadJ8HVj-NJ08H9obw/s1600/IMG_9350.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3iGm6oqX-c04PbMy9NQ_hwrQerQPgg2yY3M5c0_SF-2J52VjySfVpXJCHuFjumQLHf5XRPXR5JAPNp1HyGkuHbXDhPdaLppPPPhjaj4yg80QuicfATeFY_IUzcqadJ8HVj-NJ08H9obw/s400/IMG_9350.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ecco l'interno della box appena aperta</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"> A prima vista ho notato subito il volumetto all'interno ed è la prima cosa che ho voluto estrarre.</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR2dpaHNTu_LIOtm4bJe_ozyt7WcER_kYfAH_Jiuld3FDv9dj9UTecc59NTyU0mGJM2OIxR_xR9FWDp6G5p8PhaZC9XCWk6smwK2o7x6RUuRCETu6sbIr6_GiVwfmYgn4tq-hg5nbwCWU/s1600/IMG_9359.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR2dpaHNTu_LIOtm4bJe_ozyt7WcER_kYfAH_Jiuld3FDv9dj9UTecc59NTyU0mGJM2OIxR_xR9FWDp6G5p8PhaZC9XCWk6smwK2o7x6RUuRCETu6sbIr6_GiVwfmYgn4tq-hg5nbwCWU/s320/IMG_9359.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"></span></span></span></div>
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<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Si tratta del primo volume della trilogia di "Josephine" di Penelope Bagieu, proprio quella di "Indomite- Storie di donne che fanno ciò che vogliono" e di cui vi ho parlato su Instagram! </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Edito da <a href="https://www.hopedizioni.com/" target="_blank">Hop Edizioni</a>, Josephine racconta le vicende di una single, trentenne, con i fianchi larghi, un lavoro creativo, che per la sua famiglia non è un lavoro, una vita sentimentale alquanto strampalata e tutta la quotidianità di problemi grandi o piccoli che ci troviamo tutte ad affrontare. Il volumetto è pubblicato nella collana La vie en rose ed è strutturato in "mini episodi", tutte con un titolo: "Josephine non perde di vista i suoi obiettivi", "Josephine fa serata", "Josephine ha completa fiducia" e così via. Il tratto, se avete già letto Indomite (se non lo avete fatto cosa state aspettando?!), è quello della Bagieu e anche i colori sono molto belli e carichi. Un fumetto ironico che si legge in una mezz'ora di beata tranquillità e che vi strapperà più di qualche sorriso. Attenzione però, se avete in testa un lavoro come quello di Indomite, fate calare subito le aspettative. Josephine è puro intrattenimento ed ironia!</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Insomma in copertina c'è una tizia con una tanga a pois in mano, eh...</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Potete seguire Penelope Bagieu su Instagram @penelopeb. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Per quanto riguarda l'editore, ho dato visto il catalogo e ci sono titoli molto interessanti, se amate fumetti e graphic novel, date un'occhiata!</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz_s2SyPylaSfhgTluJA8DbVuCQEBRvt0ErlMLU7d6_iw3Uq5Fz1VlYfZ2vpA2fBHivRB9A5EBsesvMuUe8DTf18TIwPVsyOcXkqdvIFu2kKGlBlMnCUjG5hP5odigPiGmBiOaVyM0AJA/s1600/IMG_9357.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz_s2SyPylaSfhgTluJA8DbVuCQEBRvt0ErlMLU7d6_iw3Uq5Fz1VlYfZ2vpA2fBHivRB9A5EBsesvMuUe8DTf18TIwPVsyOcXkqdvIFu2kKGlBlMnCUjG5hP5odigPiGmBiOaVyM0AJA/s400/IMG_9357.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Procedendo totalmente a caso nell'estrarre gli oggetti dalla scatola magica, sono uscite fuori queste tre meravigliose cartoline con la spilletta "I love books". Le cartoline sono realizzate su carta martellata e spessa e raffigurano tre libri che io amo moltissimo: "Alice in Wonderland", "Il grande Gatsby" e "Orgoglio e pregiudizio". Vi giuro sono bellissime! Le creatrici di queste bellezze sono Laura e Luisa, due sorelle ed illustratrici. Dopo molta esperienza nell'editoria hanno creato <a href="http://www.pemberleypond.com/" target="_blank">Pemberley Pond</a> "un progetto dove abbiamo riunito tante delle nostre passioni, creando oggetti dedicati alla letteratura intrisi di colori e di una vena di ironia". Pemberley Pond è forse conosciuto ai più per la copertina di "Storie della buonanotte per bambine ribelli" (altro libro da leggere!).</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Organizzano anche corsi online di hand lettering. Chi ha acquistato la Re- Belle Box si ricordi che ha un codice sconto speciale da utilizzare che trova sulla cartolina di presentazione del lavoro di Laura e Luisa!</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO0XKSiBM8fARnKjX06KplrRxt7HCRtbvkhNhjdp6UvObha_i69016kUtFqp6LuXXysH4KlLFwyQGrY6Re5Z8J3eoD2WJSe7E6nJExlAsvNA6gkq2X6DXIHTM_JedLYqU_HGUpAJNJmsw/s1600/IMG_9355.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO0XKSiBM8fARnKjX06KplrRxt7HCRtbvkhNhjdp6UvObha_i69016kUtFqp6LuXXysH4KlLFwyQGrY6Re5Z8J3eoD2WJSe7E6nJExlAsvNA6gkq2X6DXIHTM_JedLYqU_HGUpAJNJmsw/s400/IMG_9355.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Sempre pescando a caso ho tirato fuori una profumatissima saponetta di <a href="http://www.econaturabio.it/" target="_blank">Eco Natura Bio</a>. Si tratta di una saponetta completamente biologica e artigianale con olio di oliva, girasole, cocco, ricino, estratto di malva, fango termale, olio essenziale di lavanda, cipresso, arancio dolce, oleoresina di rosmarino e, nell'etichetta si indica come tecnica la saponificazione a freddo. Io so solo che profuma in modo meraviglioso. La creatrice di questa coccola fatta a sapone si chiama Cristina, vive a Roma ed è un'erborista. Realizza, oltre ai saponi, anche eco box ad origami in carta riciclata e Lace Stones, ovvero pietre levigate dal mare coperte ad uncinetto. Cristina unisce la sua passione per la natura e per la ricerca dell'armonia con essa al campo del wedding e delle cerimonie realizzando bomboniere naturali. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Seguitela su Facebook <a href="http://www.facebook.com/EcoNaturaBio/" target="_blank">Eco Natura Bio</a> e per acquistare <a href="https://www.etsy.com/it/shop/EcoNaturaBio" target="_blank">https://www.etsy.com/it/shop/EcoNaturaBio</a></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Bnq5Nb62nCmXeTd9k_aWMsOopTOQPYk2q43DrQrBtfQcDuVdxdur77BF2xMIltAAuRKoKOyAb616zI7sUEVDzOLGr9BDwS0pMkgIXt9_BZeF3QLM93nFgNeGZniVAsZuJY-sItQXRGc/s1600/IMG_9354.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Bnq5Nb62nCmXeTd9k_aWMsOopTOQPYk2q43DrQrBtfQcDuVdxdur77BF2xMIltAAuRKoKOyAb616zI7sUEVDzOLGr9BDwS0pMkgIXt9_BZeF3QLM93nFgNeGZniVAsZuJY-sItQXRGc/s400/IMG_9354.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">All'interno di un adorabile sacchettino a forma di coniglietto con nastro verde tiffany (e già così ha vinto) ho trovato le creazioni di Carolina Zuniga, 27 anni, illustratrice che racconta il sogno d'amore.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><i>"Le mie illustrazioni raccontano di un'attesa in cui nascono i sogni. I sogni ci tengono sospesi in un universo vuoto, dove ad esistere è solo l'amore, in questo universo sospeso l'amore è l'unica fonte di vita, l'unica conoscenza, l'unica verità..."</i></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">All'interno del suo pacchetto ho trovato uno sticker e una calamita davvero particolari. La calamita finirà sicuramente sul frigo! Ah, plus all'interno del pacchetto le toffee per un tocco di dolcezza che non guasta mai.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Potete seguire Carolina su Instagram come @carolina_zuniga_artworks o su Facebook come Caterina Elisabetta Zuniga.</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtDDahMWyoR5HkhJrBbqyObLFhpDJeXwb8H_J8yeZD221g24OWl_1WyK6WSfXwDSbQY0YbyI_jTZx215nrpMOeLCF2ZZvrTs3vdViE9vmG7LIr2NPumvvass8LxKAKoWG_yk9rp_Ydme8/s1600/IMG_9360.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1183" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtDDahMWyoR5HkhJrBbqyObLFhpDJeXwb8H_J8yeZD221g24OWl_1WyK6WSfXwDSbQY0YbyI_jTZx215nrpMOeLCF2ZZvrTs3vdViE9vmG7LIr2NPumvvass8LxKAKoWG_yk9rp_Ydme8/s400/IMG_9360.jpg" width="295" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Dopo la romantica Carolina è arrivata la divertentissima Giulia. Quando ho visto questa shopper e soprattutto ho letto la scritta "Play with your Pussy" associata a questa immagine ho riso quei cinque minuti buoni immaginadomi in giro sul treno con questa al seguito. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Giulia è una grafica e un architetto. <i>"Mi piace parlare di temi come il sesso, l'amore o l'autoerotismo femminile in chiave ironica, argomenti niente affatto nuovi, ma soprattutto in Italia, non ancora scontati o metabolizzati. La libertà, soprattutto femminile, fa ancora paura."</i></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Per vedere tutte le sue creazioni dalle shopper alle t-shirt, potete seguirla su Instagram @chinavagante. Per acquistare ha un profilo etsy al seguirnte link <a href="https://www.etsy.com/it/shop/chinavagante" target="_blank">https://www.etsy.com/it/shop/chinavagante</a></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUPL0Uchd3OiXwPXAmrmw6Rw80AI4EgSmTVzLG81hx74RqGe6CMjAkFmw330aMLJlpwZrrFVYxUDfaMJ68nk9i0RjZtAElpFWhPQuV3DVXXpaY0gIfCIJl2W-AcJGIzNO1kpPS8WztBJw/s1600/IMG_9358.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUPL0Uchd3OiXwPXAmrmw6Rw80AI4EgSmTVzLG81hx74RqGe6CMjAkFmw330aMLJlpwZrrFVYxUDfaMJ68nk9i0RjZtAElpFWhPQuV3DVXXpaY0gIfCIJl2W-AcJGIzNO1kpPS8WztBJw/s400/IMG_9358.jpg" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><i> </i>Ultimo oggetto della mia Re-Belle Box è una matita per sopracciglia di Benefit Cosmetics che ovviamente non ha bisogno di presentazioni. La matita è la "Precisely, my brow pencil" nella colorazione tre. Che ci fa Benefit che non è certo una piccola imprenditrice o artigiana all'interno della box? Ci rende partecipi di un bel progetto: "Bold is Beautiful". Nel mese di maggio, l'intero incasso dei servizi sopracciglia che acquisterete presso i Brow Bar Benefit o presso i Beauty Store Sephora andranno a sostenere due associazioni che a difesa delle donne. In particolare D.I.Re, donne in rete e Mamme a scuola, associazione milanese la cui missione è quella di insegnare la lingua italiana alle donne immigrate per aiutarle ad integrarsi. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Nel 2017 Bold is Beautiful ha raggiunto la cifra di €195.163! Un bel risultato, no?</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Astronaute, questo il contenuto della mia box. E' stato molto divertente avere un pacchetto a sorpresa da scartare e prendermi del tempo per me, una coccola tutta mia. Il prezzo della box singola è di € 28,90 ma con il primo acquisto e iscrivendovi alla newsletter avrete lo sconto del 10 %. Spedizione gratis. Se invece volete abbonarvi il prezzo per 3 mesi di Re-Belle Box è di € 84,00 (28 cadauna) e per 6 mesi di € 159,00 (€26,50 cadauna).</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Fatevi un regalino ogni tanto e aiutiamo un bel progetto che parla di donne e che è tutto italiano.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">A presto!</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Link affiliazione per acquistare su Amazon (io ricevo una piccola percentuale se acquisterete su Amazon da questo link, ovviamente nessun ricarico di prezzo per voi!): </span></span></span><br /><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><a data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.amazon.it/?tag%3Daspettandolea-21&source=gmail&ust=1525696207509000&usg=AFQjCNHI9yTV2ALIGIRVouJNItOSrKgntA" href="https://www.amazon.it/?tag=aspettandolea-21" target="_blank">https://www.amazon.it/?tag=<wbr></wbr>aspettandolea-21</a></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">Questi invece i canali delle due booktubers che mi hanno fatto scoprire Re-Belle:</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><a href="https://www.youtube.com/channel/UCoDZJxUgphT7kmALxWgXJIQ" target="_blank">Read Vlog Repeat</a></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><a href="https://www.youtube.com/channel/UC_GRFslO9j0BOmhNlU-wq3g" target="_blank">Chibiistheway</a></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"> </span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><em> </em></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Lato,sans-serif;"><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><em></em></span><span style="text-decoration: underline;"><em><span style="color: #ff99cc; text-decoration: underline;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"> </span></span></span></em></span></span></span></span></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-21638827735702638612018-04-14T22:04:00.000+01:002018-04-14T22:04:06.171+01:00Sono una malata cronica e credo ancora nel potere di sentirsi dire: "Andrà tutto bene"<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikJhys7UWLb_CjasVCBvYMyiKFIj3gO43DYH1e57ffZHMVykFnYumBjTWOhmUN-iMlk_QjmB_d_C_JEbiHV7TSe8m4u2EqqDJsUW8a7d4FfxgUlNhGmtXuOCngTNJfxopy65yT9iuPonc/s1600/hope_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="899" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikJhys7UWLb_CjasVCBvYMyiKFIj3gO43DYH1e57ffZHMVykFnYumBjTWOhmUN-iMlk_QjmB_d_C_JEbiHV7TSe8m4u2EqqDJsUW8a7d4FfxgUlNhGmtXuOCngTNJfxopy65yT9iuPonc/s400/hope_1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bentornati! Questo post non ha intenzione di essere una lagna melensa sui miei guai di salute, anzi vorrebbe essere una riflessione condivisa su quanto sono ancora utili i forum ed i gruppi di supporto, quanto crediamo ancora nella ricerca, quanto ancora speriamo in una cura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi mi conosce personalmente e chi mi segue sul blog, o sui social, dall'inizio del viaggio delle Astronavi sa che io sono una persona affetta da diverse malattie croniche autoimmuni: il morbo di Crohn è forse la più conosciuta nel mio basket. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non so in quanti di voi bazzichino i siti di <a href="https://medium.com/" target="_blank">Medium.com</a> o di <a href="https://www.valigiablu.it/" target="_blank">Valigia blu</a> (se non lo fate dateci un'occhiata perchè troverete davvero contenuti interessanti su tutti gli argomenti dello scibile umano) Anyway, io leggo volentieri articoli pubblicati dalle community di questi due siti e, pochi giorni fa, sono incappata in uno che titolava: </div>
<h1 class="graf graf--h2 graf-after--figure graf--leading graf--title" id="8e7a" name="8e7a" style="text-align: justify;">
I Have Crohn’s & This Is Why I’m Not Fighting For A Cure</h1>
<h1 class="graf graf--h2 graf-after--figure graf--leading graf--title" id="8e7a" name="8e7a" style="text-align: justify;">
"Ho il Crohn e questo è il perchè io non combatto per una cura" </h1>
<div style="text-align: justify;">
"Ambè..." mi sono detta ed il click è sato immediato. Ho letto velocemnte l'articolo, è in inglese ma affrontabile anche se non si ha chissà che livello, e mi sono trovata a confrontare il suo punto di vista con il mio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Riassumendo: Bhavani Esapathi esordisce dicendo che, per un certo tempo, ha cercato e si è iscritta a gruppi di supporto per malati di Crohn ma se ne è presto allontanata perchè, per lei, sostanzialmente inutili. In pratica, ha sentito quell'input a cercare supporto solo perchè i medici hanno impiegato troppo, a suo dire, per placare la sua recidiva e ancora, nel momento in cui scriveva l'articolo nel 2015, non c'erano riusciti del tutto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<i>"Doctors are only helpful when you’re already 80% dead. Don’t
get me wrong, I think doctors are tremendously essential for our times
however, unless you have something that’s fairly textbook they do not
really know how to manage you, especially if you have a chronically
debilitating illness that requires lifestyle management instead of
treating the symptoms repeatedly with the same things.</i></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<i>Having given up on my medical team, I ventured into creating my own <em class="markup--em markup--p-em">‘The Human Experiment’</em>. I figured what do I have to lose? I’ve been ill for the better part of a year AND spent Christmas in the hospital!"</i></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Non sono minimamente d'accordo. I medici sono fondamentali quando sei morto all'80%, questo è fuor di dubbio, ma sono utili, fondamentali anche durante tutto il percorso, il viaggio quotidiano che un malato cronico deve fare. Attenzione, mica sto dicendo che dovete vedere camici bianchi tutti i giorni, settimane o mesi. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Anche no. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Ma credo fermamente che seguire le indicazioni degli specialisti su terapie, tempistiche per assumerle, consigli di dieta e stile di vita, fare le analisi cadenzate correttamente, sia fondamentale e tutto questo non può prescindere da un buon rapporto con il proprio specialista. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
In più sapere che si ha qualcuno alle spalle quando serve, su di me almeno, ha un grande significato di serenità. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Ho una diagnosi da dieci anni e, riflettendo su questo articolo, mi sono resa conto che, a differenza di chi scrive su Medium, io ho patito moltissimo i momenti in cui NON mi sono sentita "presa in carico". Io non potrei mai pensare di non avere un team medico, di non avere un riferimento. Ho bisogno di sapere che c'è qualcuno che ne sa più di me che si fa carico dei miei periodi no. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Poi, ovviamente, non li sento mai se sono in remissione. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Ho passato 4 anni in cui ho visto il mio gastroenterologo di Genova due volte l'anno e basta. Stavo bene, la malattia era controllata, non c'era certo ragione di vedere "camici bianchi<i>" </i>per la simpatia. Però sapere in background che, in qualsiasi momento, avrei avuto il mio supereroe a supporto era tranquillizzante. E un malato cronico ha bisogno di questo tipo di tranquillità, secondo me. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Quando la malattia si è riaccesa con molta violenza dall'estate 2017 fino ad oggi è stato fondamentale sapere che la mia nuova biondissima fashionissima gastroenterologa perugina era lì per me. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Molti si staccano dai medici perchè delusi dalle tempistiche, perchè vogliono risposte certe e subito ma, in questi dieci anni, ho imparato che non bisogna avere fretta, che i "pazienti" vengono chiamati così per un motivo e non a caso. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Ciò che posso consigliare a chi entra in questo "mondo" è di cercare un team che non vi veda solo come un caso da studiare ma come un essere umano, un essere umano che, soprattutto al momento della diagnosi, è terribilmente ferito e fragile. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
A differenza di Bhavani Esapathi, io vi sprono a non perdere la fiducia negli specialisti, non avere pretese oltre misura, perchè la cura definitiva oggi non c'è ma, mamma mia, quanti passi avanti ho visto fare in dieci anni, quanto sono riusciti a migliorare la qualità di vita dei malati di IBD! </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
Seguite i loro consigli ma, soprattutto, vi dico che nulla arriva dal cielo, nemmeno i buoni team medici: cercate, cercate, cercate e fermatevi solo quandi avrete trovato chi vi farà sentire accolti e ascoltati. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
L'altro punto che tocca Bhavani Esapathi nel suo articolo è quello dei gruppi di supporto. Ne identifica di due tipi: quelli che raccolgono fondi e quelli in cui ci si scambia esperienze. In entrambi i casi vengono visti come inutili. </div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<i>"...I have no desire to join a myriad of groups that exist out there and are ready to tell me that <em class="markup--em markup--p-em">“it's okay” </em>and <em class="markup--em markup--p-em">“everything will be alright” </em>because
I know for a fact that the only way things are not going to be alright
is when we say everything will be alright and sit on our arses."</i></div>
<div class="graf graf--p graf-after--h3" id="3ec4" name="3ec4" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Anche qui, a mio avviso si fa troppo qualunquismo. Il punto è saper scegliere. Iscriversi a gruppi di supporto indiscriminatamente che siano forum, gruppi sui social, associazioni etc... è sbagliato. Bisogna vagliare<i>, </i>soppesare i contenuti proposti, la facilità nel reperire informazioni e trovare supporto, il linguaggio usato all'interno del forum o gruppo. </div>
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Insomma dovete cercare anche in questo caso. Cercare ciò che meglio si adatta alle vostre esigenze e bisogni del momento. Quando, dieci anni fa, giunsi alla diagnosi di Morbo di Crohn fu difficile. Accettare la malattia è stato un percorso lungo, che non mi ha risparmiato dolore fisico e psicologico. Tempo fa ve ne parlai in un post in collaborazione con il progetto della fotografa Chiara De Marchi "Invisible Body Disabilities" e lo potete leggere <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.it/2016/08/quando-la-malattia-irrompe-nella-tua.html" target="_blank">qui</a>. </div>
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In quel periodo difficile reperire informazioni per me era vitale. Non avevo idea di cosa fosse questa malattia, non sapevo che dovessi aspettarmi, quanto la mia vita sarebbe cambiata, come la malattia avrebbe inciso sui i miei progetti e sui miei sogni. Cazzo, se ero spaventata! E placavo la paura leggendo libri sull'argomento, cercando fonti attendibili. </div>
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Alla fine approdai ad un forum che, senza se e senza ma, ha fatto moltissimo per me. Nella prima fase di smarrimento, necessità bulimica di informazioni e risposte su come mangiare, come superare episodi terribilmente imbarazzanti, come gestire tutto quel mucchio di cose che sono vita quotidiana e che i dottori non possono gestire per te, non perchè sono incapaci, ma perchè quella è esperienza, cari miei e l'esperienza è solo tua con il Crohn, o con qualsiasi altra malattia cronica. </div>
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Ma condividere è fondamentale. Condividere con chi ha vissuto prima di te tutto quel casino ti può salvare dalla depressione, ti può salvare dal chiuderti in te stesso, ti può salvare dall'odiarti per esserti ammalato. </div>
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Quando poi inizi a mettere i primi mattoncini di esperienza, la bulimia da informazioni è passata, hai capito diverse cose e hai sperimentato l'impossibile su alimentazione, vita sociale, lavoro, pratiche per l'invalidità e cazzi e mazzi, a quel punto, sei pronto per trasformare il dolore, l'esperienza e la forza acquisita in aiuto per gli altri. Almeno questo è successo a me: ho dato un senso a tutto quello che mi era successo aiutando gli altri. E' stato terapeutico per me e, forse, oggi che quell'esperienza si è conclusa per motivi che non hanno nulla a che vedere con il senso dell'autoaiuto di cui sopra, ciò che mi manca è poter aiutare gli altri. E' poter dire a chi è disperato che "andrà tutto bene". </div>
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Io ci credo profondamente in quell'affermazione e, quando nelle scorse settimane stavo in ospedale a Terni, senza bere e mangiare da giorni, attaccata a 7-8 flebo al giorno, e Andrea mi diceva: "Andrà tutto bene.", io sentivo che potevo farcela. Ho avuto una peritonite grave, ho rischiato la perforazione dell'intestino, ho avuto una gravissima infezione, ho dovuto, di nuovo, sentire i medici dirmi: "E' andata bene, tanto bene. Sarebbe bastato un solo altro giorno e saremmo stati fregati...". Ho deciso che Mr. C. voleva festeggiare i nostri 10 anni di convivenza in anticipo e con un bel botto come 10 anni fa. </div>
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Come dice una mia amica, con Andrea abbiamo iniziato a scherzarci su e a "mandare tutto in vacca". Del resto siamo bravissimi ad alleggerire. Perchè la fede (non c'entra la religione, la fede in noi, la fede del cuore) in quel "andrà tutto bene" ce lo permette.</div>
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La stessa autrice dell'articolo ha fondato un progetto "The Human Experience" in cui cerca di raccontare la sua esperienza ed essere motivazionale per gli altri. A differenza che lei crede basti un cambiamento dello stile di vita, di alimentazione e rivolgersi ai medici solo quando si è moribondi. Beh, io condivido che lo stile di vita sia fondamentale, il nostro modo di approcciarci alla vita sia fondamentale, che buona parte del cambiamento debba partire da noi stessi ma nulla sarebbe possibile senza controllo medico e senza condivisione con altri del nostro sentire. La malattia è un'esperienza umana individuale ma anche sociale. </div>
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Ricordatevi che essere un malato cronico è un viaggio, non è una guerra, serve coraggio, forza, capacità di autogestirsi ma si ha anche bisogno di supporto sia medico, sia di persone che stanno vivendo quello che stai vivendo tu. L'esperienza condivisa crea energia positiva, genera un circolo virtuoso e aiuta tutti noi ad andare avanti nella ricerca e a migliorare la nostra qualità di vita.</div>
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Personalmente, non penso mai alla cura definitiva, sono ormai abituata a navigare a vista e punto più ai piccoli, grandi passi che stanno rendendo migliori le nostre vite. Ma senza il contributo consapevole ed informato di tutti non si andrà da nessuna parte. Conoscere, divulgare, non nascondersi ma nemmeno essere troppo focalizzati sulla malattia. </div>
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Equilibrio è la parola magica. A questo dovete puntare, utilizzando tutti i mezzi a vostra disposizione per crescere e diventare migliori.</div>
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Come dice il progetto di Invisible Body Disabilities: #bestrongalways. Non rinunciate a voi stessi ma siate concreti. </div>
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Di seguito vi lascio il link all'articolo e fatemi sapere qual è il vostro punto di vista su questo argomento e magari raccontatemi la vostra esperienza. Sarebbe molto bello confrontarsi. </div>
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Inoltre troverete linkato ad Amazon il libro Women Fighters di Chiara DeMarchi, se vi va sostenete questo meraviglioso progetto che si basa proprio sulla condivisione di esperienze e sulla ricerca di connessioni fra le persone.</div>
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A presto!</div>
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<a href="https://medium.com/chronically-driven/i-have-crohns-this-is-why-im-not-fighting-for-a-cure-7775bcc77b4" target="_blank">I Have Crohn's & This Is Why I'm not Fighting For A Cure</a></div>
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<a href="https://amzn.to/2EJg8OF" target="_blank">Women Fighters</a> di Chiara De Marchi<br /><i></i></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-65639173496561136942018-04-06T22:46:00.001+01:002018-04-06T22:46:58.906+01:00Graphic Novels! Quattro titoli da recuperare assolutamente con gli sconti Bao Publishing.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZa-WgCcl7au_5o27tXIEWJ3txhvPRi-1qGnVaZ8qRNOltwQCvwvLO3NS3sI2lKU6vFe66dQQnC2z7BQUteAKjVMxMkvtKktxg98hGENlHe6RhIG_ujE0rsilIHtKSC8fVfhHt6J_C4wQ/s1600/ccf986ad-889a-42b0-b620-f8c03bff4087.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZa-WgCcl7au_5o27tXIEWJ3txhvPRi-1qGnVaZ8qRNOltwQCvwvLO3NS3sI2lKU6vFe66dQQnC2z7BQUteAKjVMxMkvtKktxg98hGENlHe6RhIG_ujE0rsilIHtKSC8fVfhHt6J_C4wQ/s400/ccf986ad-889a-42b0-b620-f8c03bff4087.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><br /></i></td></tr>
</tbody></table>
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Bentornati sulle Astronavi! Oggi voglio consigliarvi quattro titoli di graphic novel che, secondo me, tutti dovrebbero leggere. Si tratta di quattro titoli editi da <a href="https://baopublishing.it/" target="_blank">Bao Publishing</a> che, come ogni anno, ha lanciato lo sconto del 25% su tutto il suo catalogo fino al 22 aprile. Lo sconto è fruibile in tutte le fumetterie fisiche e online aderenti, Amazon compreso. Non è possibile fruirne acquistando direttamente dal sito di Bao. Vi avevo già parlato di questi sconti e, in generale, vi segnalo iniziative di questo tipo da parte di tutti gli editori sul mio profilo Instagram e sulla pagina Facebook: trovate i link nel mio profilo sul blog e, in ogni caso, sono Aspettando le Astronavi su entrambi i social, perciò andate a mettere un bel like o segui anche lì!</div>
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Ora, immagino che qualcuno storcerà il naso.... "Trentotto anni e leggi ancora fumetti?" Ebbene sì e lo dico orgogliosamente perchè nel mondo dei fumetti e del graphic novel ci sono titoli incredibili e artisti pazzeschi. Ammetto che ora che sono più matura (facciamo pure anzianotta) preferisco di gran lunga le storie autoconclusive e non le serie. Da ragazza ho letto moltissimi manga, Diabolik era il mio fumetto italiano preferito, ne ho una collezione incredibile ma adesso adoro leggere questi romanzi grafici che si concludono nello stesso volume. Perciò bando alle ciance e iniziamo! </div>
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<b><u><i>BASILICO' di Giulio Macaione</i></u></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB_DIJCcvzEDqFd7iL6XSw31u49t7dxAYdGQ41q9IWaT5K9C9cxEelE4L7nUJVvSfTtR507vv2_5TGRJVc4deUGHPk16qdw1zDF-1bcJ23SZRsTscOr2Dalv544y2dKSnQewvkXrp-ftQ/s1600/IMG-9180.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB_DIJCcvzEDqFd7iL6XSw31u49t7dxAYdGQ41q9IWaT5K9C9cxEelE4L7nUJVvSfTtR507vv2_5TGRJVc4deUGHPk16qdw1zDF-1bcJ23SZRsTscOr2Dalv544y2dKSnQewvkXrp-ftQ/s320/IMG-9180.JPG" width="240" /></a></div>
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Siamo in Sicilia e ci troviamo catapultati in una storia familiare intensa, densa di segreti, di dolore e di diversità. C'è una madre che tiene le fila dei suoi cinque figli, una madre tagliente, una madre che non fa sconti. Una madre che nasconde una verità terribile, una donna fragile che però non perdona nessun errore ai suoi ragazzi. Una madre che non fa mistero delle sue preferenze. </div>
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Il titolo rimanda in modo evidente alla cucina, grande arte che Maria, la nostra matriarca, conosce alla perfezione ed è un elemento portante di tutta la nostra storia. Innanzitutto perchè nel libro ci sono delle vere e proprie ricette che possono essere replicate, poi perchè il graphic novel si divide in capitoli in cui ciascuno dei ragazzi racconta la sua vita e il suo punto di vista sulla madre e ciascuno di loro è associato ad un piatto preferito che la madre cucina alla perfezione. </div>
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Ma non è tutto qui: il basilico avrà più del semplice ruolo dell'ingrediente segreto... Ma non posso dirvi di più! Dovete leggerlo e gustarlo pagina dopo pagina, fino alla conclusione inaspettata e sconvolgente. </div>
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Se vi piacciono le storie familiari, beh, Basilicò è un gioellino che non può mancare nelle vostra libreria.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRxxyNLL_G5HdrrKHvjTPCXZ_Zmh_VeL5F3CsSbttZlaLHr0GxBEbtVHC3S7YZIqq78wW3LwpsXdUQZ0iFoA3V703WExER_9nerrL7n3BWGhQy6xawwvfNh3aXkJxjCQk8Yvm4AuyIKRA/s1600/IMG-9181.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRxxyNLL_G5HdrrKHvjTPCXZ_Zmh_VeL5F3CsSbttZlaLHr0GxBEbtVHC3S7YZIqq78wW3LwpsXdUQZ0iFoA3V703WExER_9nerrL7n3BWGhQy6xawwvfNh3aXkJxjCQk8Yvm4AuyIKRA/s320/IMG-9181.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Basilicò fig.1</i></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDKAGv2Ay6aflAxOz-9Ysb9hMcFSe4aJGWPguMEFX1Q2JLUvAjGkRKBicu25ki-5kaN1OjeIsslnr2iYRHcTgUZgsXY7n7OQWx1zZDXlvolvNU0xrwTvG_Cvhfz6sZIkUthNHYgtP60Og/s1600/IMG-9183.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDKAGv2Ay6aflAxOz-9Ysb9hMcFSe4aJGWPguMEFX1Q2JLUvAjGkRKBicu25ki-5kaN1OjeIsslnr2iYRHcTgUZgsXY7n7OQWx1zZDXlvolvNU0xrwTvG_Cvhfz6sZIkUthNHYgtP60Og/s320/IMG-9183.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Basilicò fig.2</i></td></tr>
</tbody></table>
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I disegni sono bellissimi. Le tavole sono tutte in bianco e nero, tranne quelle di flashback che ci raccontano un pò della vita di Maria dal suo punto di vista, e non da quello dei figli, che sono in bellissimo tono seppia. In figura 1 potete vedere la riproduzione di una delle ricette di cucina presenti all'interno del libro. </div>
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Basilicò, prezzo di copertina (non scontato quindi) €15, pagine 154.</div>
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<b><u><i>NON E' TE CHE ASPETTAVO di Fabien Toulmé:</i></u></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMgDRy3AMzjAJLBfWZzBFKVZwwYu_3o5M1WOjdfI0fuvafi1RpNXNtUQQQGDFIzQRZPdBjjN8q0cvxzkOwR6xt1aSoMDoSIsl_9n-GwuMVXPgUOmVl2I5OwEqaFKBhKBvvICySfDtVrO4/s1600/IMG-9184.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMgDRy3AMzjAJLBfWZzBFKVZwwYu_3o5M1WOjdfI0fuvafi1RpNXNtUQQQGDFIzQRZPdBjjN8q0cvxzkOwR6xt1aSoMDoSIsl_9n-GwuMVXPgUOmVl2I5OwEqaFKBhKBvvICySfDtVrO4/s320/IMG-9184.JPG" width="240" /></a></div>
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<i>"Questa è la storia di un incontro. L'incontro tra un padre e sua figlia, che è diversa dalle altre. Per Fabien l'annuncio della Sindrome di Down di Julia significa il mondo che gli crolla addosso. Come si affronta la disabilità di una bambina? Come si impara ad accettare per essere capaci di amare? </i></div>
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<i>Tra collera, dubbi, momenti tristi e di inattesa gioia, l'autore racconta il difficile cammino che l'ha portato verso sua figlia. Una storia d'amore, toccante e delicata, tenera e sincera, sul tema universale della differenza." </i></div>
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Non ho saputo trovare parole migliori per presentare questo libro. Fabien Toulmé racconta la sua storia con la disabilità di sua figlia. E non aspettatevi una storia fatta di cuoricini e nuvolette, di accettazione immediata. Aspettatevi un'esperienza forte, fatta di dolore, quello di questo padre, che vi scaverà dentro, che vi farà inorridire per la sua schiettezza in certi frangenti. </div>
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Piangerete, oh se piangerete. Perchè se, da un lato, Fabien vi parrà un mostro in certi momenti, dall'altro vi sentirete tanto vicino al suo tormento da poterlo toccare. </div>
<div style="text-align: justify;">
"Non è te che aspettavo" vi cambierà dentro, sarà un viaggio emotivo, forte, complesso, pieno di sentimenti contrastanti e potenti. Imparerete molto sulla sindrome di Down e imparerete molto di quanto l'amore possa mutare profondamente un uomo. Vedrete nascere una bambina speciale ma, sopratutto vedrete nascere il suo papà.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVp1vu1bF6B8Kf_bqsIyTa2ZTCIQtAXKhLYRMxP9g6Y_60EuFCBRDigMZtPSQ76FveZdlO3UCkJEZF_q1tpuM33NS_pYtP0DgAiZChuFzuuVczeGoaHEbh72mrO104Xf3cqTk1bhIeAOI/s1600/IMG-9185.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVp1vu1bF6B8Kf_bqsIyTa2ZTCIQtAXKhLYRMxP9g6Y_60EuFCBRDigMZtPSQ76FveZdlO3UCkJEZF_q1tpuM33NS_pYtP0DgAiZChuFzuuVczeGoaHEbh72mrO104Xf3cqTk1bhIeAOI/s320/IMG-9185.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non è te che aspettavo fig.1</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWankp4ferhzEaoqt7qK0FKjR8cpeKvn24qIlIwlP3SxCNsRAtjlXeaN4w-MXXnLKuXVuQlN-oqxzPSf6mV55CD01kjJNUHVzGmPxR4bOad2Z26xsSd1LRf2CjGoZxYvcTvMafh4radqY/s1600/IMG-9186.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWankp4ferhzEaoqt7qK0FKjR8cpeKvn24qIlIwlP3SxCNsRAtjlXeaN4w-MXXnLKuXVuQlN-oqxzPSf6mV55CD01kjJNUHVzGmPxR4bOad2Z26xsSd1LRf2CjGoZxYvcTvMafh4radqY/s320/IMG-9186.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non è te che aspettavo fig.2</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgnGyp51MYzMnN2kCm68D_RSd6q5JT-d5CJzov7TamwWOiOS5nhyInCsccHG5_uBRhNE3EzpCNqyVKkxFF0URCZ-CF-lTOKE_RfJ3UdGsfuFKij4LMg7-X5kkFB6lf4sBZYLn0pni_Za4/s1600/IMG-9187.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgnGyp51MYzMnN2kCm68D_RSd6q5JT-d5CJzov7TamwWOiOS5nhyInCsccHG5_uBRhNE3EzpCNqyVKkxFF0URCZ-CF-lTOKE_RfJ3UdGsfuFKij4LMg7-X5kkFB6lf4sBZYLn0pni_Za4/s320/IMG-9187.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non è te che aspettavo fig.3</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
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I disegni sono semplici e quasi stilizzati, ogni capitolo del libro è di un colore diverso ed il motivo lo scoprirete durante la lettura. I testi sono carichi di emozioni e significati ma non sono mai "troppo". </div>
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Non vi staccherete dal libro finché non lo avrete finito. Non negatevi questa esperienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non è te che aspettavo, prezzo di copertina € 20, pagine 246.</div>
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<div style="text-align: justify;">
<u><i><b>SEMPRE LIBERA di Lorenza Natarella: </b></i></u> </div>
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<i> </i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8bhIzVyylOo8L2uCR5FZ-t4Wq_6v-kRc0SKtn2pcZy1Cm4Uq89RZgWq1BnSXsha7-zcmqYZHpgGnM5YjSqmRgwcEuCJcJQ4h40EOTG5lSyzQS9qYP9WW4JMwJ5wedMmaAtwgFIpy6KKE/s1600/IMG-9188.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8bhIzVyylOo8L2uCR5FZ-t4Wq_6v-kRc0SKtn2pcZy1Cm4Uq89RZgWq1BnSXsha7-zcmqYZHpgGnM5YjSqmRgwcEuCJcJQ4h40EOTG5lSyzQS9qYP9WW4JMwJ5wedMmaAtwgFIpy6KKE/s320/IMG-9188.JPG" width="240" /></a></div>
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Sempre Libera è la biografia a fumetti di Maria Callas. Leggiamo, tratteggiata da Lorenza Natarella, il dietro le quinte di una grandissima artista, di una grandissima diva, di una tormentata donna. Un'edizione meravigliosa, guardate solo cos'è la copertina, che ci racconta una Callas a tutto tondo, che vibra con la sua voce pagina dopo pagina. Se siete appassionati di musica classica e di biografie questa non può mancare nella vostra libreria!</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhERJiDBlP5cCGfKCODQLAubJa4HX1j_bIvFIXgX3DErjuY0NlLvt3HmXlwdeZNTdjwB_UN_kGJMOuOXl9eoglGZPizbPGveQaVjaRAn4rtHcIUp8hEygAX1fR0oWo0BZNxT9zPNT1quHw/s1600/IMG-9189.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhERJiDBlP5cCGfKCODQLAubJa4HX1j_bIvFIXgX3DErjuY0NlLvt3HmXlwdeZNTdjwB_UN_kGJMOuOXl9eoglGZPizbPGveQaVjaRAn4rtHcIUp8hEygAX1fR0oWo0BZNxT9zPNT1quHw/s320/IMG-9189.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Sempre Libera fig.1</i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kpNa-87HXJajaE_9RPoeGmr0BSVN2JRQHwwUCGn5HSdlEtzO1kPR24GdGfpwmgUVV5qPleCHIxvJfeA0rbwuCFK6ksceVoLK6byasqBLnfV2Tcsgxe5W64gFwX2_pc5ttaW814J1ecg/s1600/IMG-9190.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kpNa-87HXJajaE_9RPoeGmr0BSVN2JRQHwwUCGn5HSdlEtzO1kPR24GdGfpwmgUVV5qPleCHIxvJfeA0rbwuCFK6ksceVoLK6byasqBLnfV2Tcsgxe5W64gFwX2_pc5ttaW814J1ecg/s320/IMG-9190.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Sempre Libera fig.2</i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaKfxYdAimXhIUBWXx4vX7cIViTPqMtTsq8dGuhrEfNmiZXA0GBeb8E1OAmbIT8QvV0sw7o64lix5iOee-ZZZKc79OrtN26Q_CkNpD-Sjj_igsVOU55gYtNC73X0n9f2-5zKGoWyZEro8/s1600/IMG-9191.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaKfxYdAimXhIUBWXx4vX7cIViTPqMtTsq8dGuhrEfNmiZXA0GBeb8E1OAmbIT8QvV0sw7o64lix5iOee-ZZZKc79OrtN26Q_CkNpD-Sjj_igsVOU55gYtNC73X0n9f2-5zKGoWyZEro8/s320/IMG-9191.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Sempre Libera fig.3</i></td></tr>
</tbody></table>
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<i> </i></div>
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Le tavole sono una bellissima alternanza dei toni del rosa e del nero, i disegni tipici del tratto della ,Natarella, il testo segue il momento, il carattere della Callas, segue la musica. Il tratto,.potete vederlo nelle figure qui sopra, cambia a seconda di ciò che l'autrice ci vuole raccontare e, in questo modo, rende la figura di Maria Callas davvero vibrante, viva.</div>
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Sempre libera, prezzo di copertina €19, pagine 192</div>
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<u><i><b>NON STANCARTI DI ANDARE di Teresa Radice e Stefano Turconi:</b></i></u></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5GawrS5Q3zrhN6mszK7AUMcm9VYQOkJgyPRptSr-rpcWVdpfqLkZ63r7bF8Von-9GNI_CzGSBgtnnHKyji3mE-e5Fy97jl3_V8lIBeTCXyCAnPflhIkYD6-L8V_JqpJS75MobyJlOPZU/s1600/IMG-9193.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5GawrS5Q3zrhN6mszK7AUMcm9VYQOkJgyPRptSr-rpcWVdpfqLkZ63r7bF8Von-9GNI_CzGSBgtnnHKyji3mE-e5Fy97jl3_V8lIBeTCXyCAnPflhIkYD6-L8V_JqpJS75MobyJlOPZU/s320/IMG-9193.JPG" width="240" /></a></div>
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Iris ed Ismail sono una giovane coppia innamorata che si sta trasferendo nella casa di lei a Verezze, in provincia di Savona. Mentre Iris sistema gli ultimi dettagli in casa, Ismail decide di tornare a Damasco per aiutare a mettere in salvo il contenuto di una biblioteca. Doveva essere un breve viaggio e, invece, si trasforma in un incubo per Ismail che si trova coinvolto nel conflitto siriano e cerca disperatamente di tornare in Italia. Anche per Iris inizia l'incubo di non avere più notizie del suo uomo, di non sapere che cosa gli è successo e come poterlo aiutare. Inoltre arriva un'inaspettata notizia a sconvolgere ulteriormente la vita di Iris e ad obbligarla a prendere importanti decisioni senza il consiglio di Ismail. </div>
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Questa storia è meravigliosa, vi entrerà nelle viscere, conoscerete molto di più della Siria e del conflitto siriano, viaggerete con Ismail alla ricerca di un modo per tornare in Italia, toccherete con mano la disperazione dei profughi di quelle terre. E intanto vivrete l'angoscia di Iris, il suo viaggio nelle sue origini, nel difficile rapporto con la madre. Conoscerete personaggi complessi come Tiz e Ale, affronterete il tema dell'omosessualità e delle unioni civili.</div>
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Questo è un fumetto potente che parla di temi attuali, i cui personaggi sono caratterizzati magistralmente e le atmosfere sono rese pienamente dal disegno spettacolare di Stefano Turconi.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuXjdJ4Hzj7lIRcxnRb5EmElo7_9rwDq6TEut2oBIq6Gxq6HPru3aQoVmmDOUmsoqVHuwvGoJT_0rfDZoYMKQS2vXZiZxos-oaVIKQ1WubHPV7upf8NmaZn3BfVXgwmr4-YRyJEG_jGKI/s1600/IMG-9194.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuXjdJ4Hzj7lIRcxnRb5EmElo7_9rwDq6TEut2oBIq6Gxq6HPru3aQoVmmDOUmsoqVHuwvGoJT_0rfDZoYMKQS2vXZiZxos-oaVIKQ1WubHPV7upf8NmaZn3BfVXgwmr4-YRyJEG_jGKI/s320/IMG-9194.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non stancarti di andare fig.1</i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1DRyOUdQq3xWaFfDhTOjiPih9-hgi5rEyPO-Jl8y53FqSjjWfVaVpw_3Xcxaj2yotYjDXL1pXiaT8id4EmJtsnIOWflUnkHdEWPtYTmXGjbuzJ3Hn1GgDEBz8C2d7I_1qkjHZpZLH3jI/s1600/IMG-9195.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1DRyOUdQq3xWaFfDhTOjiPih9-hgi5rEyPO-Jl8y53FqSjjWfVaVpw_3Xcxaj2yotYjDXL1pXiaT8id4EmJtsnIOWflUnkHdEWPtYTmXGjbuzJ3Hn1GgDEBz8C2d7I_1qkjHZpZLH3jI/s320/IMG-9195.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non stancarti di andare fig.2</i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEU-P9n7_q7XGPk6w2a18LHc5zxQGgQ4Yn0UcrbItM0hXqCU4er_7_qt5Xp-G3RVDgBBnHPANJTfiUnFyl7OGXUi9nZ12bzffsnWZRNANOc_8UU2ft1bhh7m92xJX1aL4QAoJCxcJuoZg/s1600/IMG-9196.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEU-P9n7_q7XGPk6w2a18LHc5zxQGgQ4Yn0UcrbItM0hXqCU4er_7_qt5Xp-G3RVDgBBnHPANJTfiUnFyl7OGXUi9nZ12bzffsnWZRNANOc_8UU2ft1bhh7m92xJX1aL4QAoJCxcJuoZg/s320/IMG-9196.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non scordarti di andare fig.3</i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhRHI4pj0UADNla7MTRcQakadU30kQjjUaCrYJNuWAEs07xS7F-ivz_6yJ5sHxwbn_DKloMl1dq-gsij3BtXrIT5mmnSpLxQ6RxygE_vt7Rdg70Xdlm0RQ_MMx5Fi5zqE0BnTSSfHWziM/s1600/IMG-9197.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhRHI4pj0UADNla7MTRcQakadU30kQjjUaCrYJNuWAEs07xS7F-ivz_6yJ5sHxwbn_DKloMl1dq-gsij3BtXrIT5mmnSpLxQ6RxygE_vt7Rdg70Xdlm0RQ_MMx5Fi5zqE0BnTSSfHWziM/s320/IMG-9197.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non scordarti di andare fig.4</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
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La spendida storia che ci racconta Teresa Radice si rispecchia perfettamente nelle illustrazioni di Turconi ma non solo: Non scordarti di andare è un graphic novel che contiene molto testo. Ci sono intere pagine, per lo più pensieri di Iris, che sono solo testo. Questo potrebbe rendere di più facile lettura questa opera a chi si sta accostando adesso al mondo del graphic novel, dove il processo mentale è esattamente il contrario di quello che avviene nei romanzi. Se nei romanzi si legge e si visualizza, attraverso l'immaginazione, ciò che troviamo scritto, nel fumetto traduciamo le immagini in parole. Se non si è allenati e ci si approccia ad un'opera complessa come questa, si potrebbero avere difficoltà. Invece, gli ampi momenti scritti all'interno di Non stancarti di andare, lo rendono perfetto per tutti. </div>
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I genovesi, o gli amanti di Genova, ritroveranno due luoghi nelle tavole che ho postato. </div>
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Ho adorato questo libro, profondamente, intensamente, sono rimasta a decantare ogni emozione e me le porto ancora dietro dopo giorni dalla fine della lettura. Non aspettatevi di finirlo in una giornata e nemmeno in due: per la mole del volume ma, sopratutto, per l'intensità della storia che racconta.</div>
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Non scordarti di andare, prezzo di copertina € 27 (li vale tutti e ora lo potete pure comprare scontato!), pagine 320.</div>
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Ecco i quattro titoli che vi consiglio di comprare con gli sconti di Bao. Datevi la possibilità di leggere delle vere opere d'arte e di entrare in questo meraviglioso mondo di storie, illustrazioni e colori. I fumetti non sono solo cose per bambini e ragazzi.</div>
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Ovviamente anch'io ho approfittato degli sconti Bao e mi sono regalata il volume di "Indomite-Donne che fanno ciò che vogliono" di Penelope Bagieu e i primi 3 volumi della serie di "Saga" (alla fine ci sono cascaa pure io...). Aspetto il pacco per l'11 aprile e non vedo l'ora di parlarvi anche di loro!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuchyphenhyphenll997AK5YYUDkgwq0-UNRmNRgpSooPCNS3p7M705lmqUnKlligl7K0cXAU9bW9jTn1BdPbPimFrxL4EZEREEvWcjdydOg8G9ELjlpCds9cA-6hVidHFYqaq6yjfRblg7B96MiCNc/s1600/IMG-9160.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuchyphenhyphenll997AK5YYUDkgwq0-UNRmNRgpSooPCNS3p7M705lmqUnKlligl7K0cXAU9bW9jTn1BdPbPimFrxL4EZEREEvWcjdydOg8G9ELjlpCds9cA-6hVidHFYqaq6yjfRblg7B96MiCNc/s320/IMG-9160.JPG" width="320" /></a></div>
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Spero che questi consigli possano esservi utili, o di stimolo per nuove letture. Di seguito troverete tutti i link ad Amazon per acquistare i volumi di cui vi ho parlato in questo post. I prezzi che troverete nei link saranno già scontati del 25% previsto dalla promozione di Bao.</div>
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N.B.: NESSUN GATTO E' STATO MALTRATTATO PER LA REALIZZAZIONE DI QUESTO POST! Rodrigo sta benone e lo ringraziamo per la sua notevole partecipazione come Guest Star.</div>
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Astronauti ci leggiamo al prossimo post!</div>
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LINK AD AMAZON (vi ricordo che le Astronavi sono affiliate ad Amazon per cui se acquisterete attraverso questi link, entro 24h dal primo click, io riceverò una piccola percentuale. Ovviamente nessun sovrapprezzo per voi!)</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-66125098319720859022018-04-02T22:25:00.000+01:002018-04-02T22:39:37.745+01:00Consigliato su Netflix- Alias Grace: la mini serie tratta dal romanzo di Margaret Atwood<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinY_kMH0Sp5PJdPPnVqXGGSBEfoEFyHwXfktYWaQIsRcjk3GcF8M3kQnsFJg4Q4ul1uD99iStqA2XNf8qRoyYsAf6qt_bUbTRV9qrAtsWVDAG0IsYL6PihKCV4XSlJ3mSKvZehMSEwdIM/s1600/Alias-Grace-copertina-696x357.jpg.pagespeed.ce.zlovNDKweJ.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="357" data-original-width="696" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinY_kMH0Sp5PJdPPnVqXGGSBEfoEFyHwXfktYWaQIsRcjk3GcF8M3kQnsFJg4Q4ul1uD99iStqA2XNf8qRoyYsAf6qt_bUbTRV9qrAtsWVDAG0IsYL6PihKCV4XSlJ3mSKvZehMSEwdIM/s400/Alias-Grace-copertina-696x357.jpg.pagespeed.ce.zlovNDKweJ.jpg" width="400" /></a></div>
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Nel 1996 avevo 17 anni ed ero già una divoratrice di libri. Tutta "colpa" di mio fratello maggiore che, a nove o dieci anni, mi prestò la sua copia de "Il gabbiano Johnatan Livingston". Il virus mi contagiò e, seppur con fasi alterne che chiamano vita, non ne sarei più guarita. </div>
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Dicevo, nel 1996 avevo 17 anni, forse nemmeno compiuti, quando uscì Alias Grace di Margaret Atwood. Io ero iscritta (ma guarda un pò!) a uno di quei club per lettori per cui dovevi ordinare almeno un libro al mese, oppure a bimestre, non ricordo e ti mandavano il catalogo a casa. Come si chiamavano? Sto invecchiando... </div>
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Comunque, ovviamente, rimasi affascinata dalla trama di Alias Grace che campeggiava sul cataologo e lo ordinai. Ho ancora quell'edizione del 1996 a casa dei miei genitori a Genova e ho la speranza di riuscire ad andare a riprendermela e, con lei, tutti i miei libri e fumetti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo bene quanto mi tenne inchiodata alle sue pagine e come lo stile della Atwood mi rapì completamente. I personaggi, le descrizioni, il fatto che fosse tratto da una storia realmente accaduta impressero Alias Grace nella mia memoria di diciassettenne. </div>
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Perciò, quando lo scorso mese mi trovai a spulciare il catalogo Netflix , dopo aver divorato la serie tv "Versailles" (trovate la recensione <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.it/2018/02/versailles-la-serie-tv-su-luigi-xiv-e.html" target="_blank">qui</a>), fui piacevolmente sorpresa di leggere Alias Grace fra i titoli.</div>
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Ma cosa racconta Alias Grace? </div>
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Grace Marks, giovane cameriera, venne arrestata nel 1843 per l'omicidio di Thomas Kinnear e della sua governante Nancy Montgomery. La serie inizia con l'arrivo nel penitenziario di Kingston (Canada) del dottor Simon Jordan e vi arriva con un compito preciso: studiare la mente di Grace. </div>
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La giovane si è dichiarata sempre innocente e continua ad indicare, come unico colpevole dei terribili delitti, lo stalliere James McDermott già impiccato. Grace entrò in carcere il 19 novembre del 1843 con una condanna al carcere a vita.</div>
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Con l'arrivo del dottor Jordan iniziamo a conoscere Grace, il suo passato, il suo background, il suo punto di vista sugli eventi. Attraverso Grace conosciamo la società del tempo e la condizione della donna. Seduta dopo seduta, il dottor Jordan dovrà lottare contro l'oscura attrazione che prova per Grace e dovrà barcamenarsi per cercare di scoprire finalmente la verità: Grace è la vittima o il carnefice?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnoNxeLcwqq-8NUvysicpZC595jmka0c7gfpDKlRRjg6Q7QL3C59r_Z9NZWPooVi_ZXSa424U2O-jofXOOwB8qe-U4FbbR-c_8Ma8c4c5ds4LAoevBql-CledGBfel_cQ6o-_F8y6CHQ8/s1600/1b02f030e4a45816e3a08b1f0b93ad91.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="365" data-original-width="649" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnoNxeLcwqq-8NUvysicpZC595jmka0c7gfpDKlRRjg6Q7QL3C59r_Z9NZWPooVi_ZXSa424U2O-jofXOOwB8qe-U4FbbR-c_8Ma8c4c5ds4LAoevBql-CledGBfel_cQ6o-_F8y6CHQ8/s400/1b02f030e4a45816e3a08b1f0b93ad91.jpg" width="400" /></a></div>
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La miniserie si snoda in sei episodi di circa 45 minuti ciascuno, per la regia di Mary Harrow, densi di avvenimenti, emozioni, suspence. L'attrice protagonista, Sarah Gadon, è veramente perfetta nei panni di Grace e riesce a tenere alta l'attenzione per tutta la durata della serie. Ottime le performance anche di Edward Holcroft nel ruolo di Jordan e di Rebecca Liddiard nei panni di Mary Whitney, personaggio davvero chiave nella storia. Molto curate anche le ambientazioni ed i costumi, ci si può immergere davvero nella storia di Grace e vivere con lei ogni momento fino alla sua conclusione, molto particolare. </div>
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La prima messa in onda è stata nel settembre 2017 a cura della BBC. Sulla piattaforma Netflix, Alias Grace è approdata il 3 novembre del 2017. La visione è vietata ai minori di 14 anni.</div>
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Ho un ricordo molto nitido del romanzo della Atwood, come vi ho detto sopra, perciò posso dire con cognizione che questa trasposizione è fatta molto bene, aderente alla storia originale e, non a caso, la Atwood ha supervisionato fattivamente la progetto. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicUUDvTIZUBzTrLq0S7f2WzghVG3X0XyZkZIq-d31t_SpaLxjDlYUytDt9_mXx-sMNK9V9Q285cbsFXQvYeq-wFSd3KQZdeQOyTN8sX0Xw5hd8zYfXxQYSrPrzXgZ5dM9k1TKcr3iDZxc/s1600/13-alias-grace-2.w710.h473.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="474" data-original-width="710" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicUUDvTIZUBzTrLq0S7f2WzghVG3X0XyZkZIq-d31t_SpaLxjDlYUytDt9_mXx-sMNK9V9Q285cbsFXQvYeq-wFSd3KQZdeQOyTN8sX0Xw5hd8zYfXxQYSrPrzXgZ5dM9k1TKcr3iDZxc/s400/13-alias-grace-2.w710.h473.jpg" width="400" /></a></div>
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Se non avete letto il romanzo e, come Andrea, non siete grandi lettori, guardatevi questa miniserie. Ma se avete letto il romanzo, guardatela lo stesso, perchè sarà come leggerlo di nuovo e assaporare lo stile della Atwood in un modo ancora diverso. </div>
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Molto di rado ritrovo le emozioni dei romanzi nei film, o serie tv che ne vengono tratte: questa volta sì, ma con un bel sì pieno e convinto. Insomma, Astronauti, se avete Netflix, recuperatela perchè merita.</div>
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Di seguito, vi lascio il link al trailer della serie su YouTube e il link diretto ad Amazon per acquistare il libro, nel caso vi andasse.</div>
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A presto!</div>
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=A-fofQ9VpPQ&t=27s" target="_blank">Alias Grace trailer</a></div>
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<a href="https://amzn.to/2JaURRw" target="_blank">L'altra Grace </a>su Amazon</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-45896450061335381962018-03-22T21:43:00.001+00:002018-03-22T22:23:05.272+00:00Racconti sul treno: Filippo<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqaNhK5R1tCjl3JG_akam5abKuCwUchbGh8zG4pT5aYFJoFWxHrOYcSnU10HlH4qSQd4_H3K_SW3hq9war0WH63K6ro80yui-DATYjuEOHCHmP_f4kRTUUhdMvVycHGH4cqBrbTqzmIZg/s1600/filippo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqaNhK5R1tCjl3JG_akam5abKuCwUchbGh8zG4pT5aYFJoFWxHrOYcSnU10HlH4qSQd4_H3K_SW3hq9war0WH63K6ro80yui-DATYjuEOHCHmP_f4kRTUUhdMvVycHGH4cqBrbTqzmIZg/s400/filippo.jpg" width="400" /></a></div>
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Orte, 15 dicembre 2017.</div>
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Anche stamattina la maledetta sveglia ha suonato. Anche stamattina sono ancora vivo. Visto che non posso fare altrimenti, mi butto giù dal letto e vado in bagno a pisciare e, come al solito, c'è dentro mia sorella che sta seguendo tutte quelle stronzate che lei chiama "morning routine". </div>
<div style="text-align: justify;">
Ha 13 anni e si comporta come se ne avesse 40: crema al mattino, crema alla sera, maschere il fine settimana, guai uscire senza il mascara e lo smalto sulle unghie. Lei vorrebbe truccarsi di più ma, per fortuna, nostra madre ha ancora polso su di lei e glielo vieta. Già così impiega quasi un'ora e mezza per prepararsi... Busso con vigore alla porta: "Martina! Vuoi uscire dal bagno che devo pisciare?"- Silenzio. Sento solo Selena Gomez che canta da dentro...</div>
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Riprovo con più convinzione: "Martina, dai sono le 6:20 devo pijà 'l treno!". La porta si apre di colpo, mia sorella mi guarda come se stesse guardando un verme e mi dà il suo solito buongiorno: "Ahò Filì, ammazza quanto si brutto... E puzzi pure. Che te sei piasciato sotto?" e ridacchia.</div>
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Penso solo che vorrei prenderla a schiaffi per la maggior parte del tempo ma la mia vescica ha la meglio, sposto mia sorella di lato e le chiudo la porta in faccia. La sento allontanarsi ridendo. </div>
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Mi butto sotto la doccia e ho freddo, maledetto inverno, non passa mai. Mi torna alla mente che fino a due anni fa adoravo dicembre, il Natale, le atmosfere, i regali, le vacanze ed il tempo per stare con gli amici. Ma da due anni le cose sono cambiate: mi fa tutto schifo, mi fa schifo la vita, mi faccio schifo io.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi vesto velocemente, prendo lo zaino al volo e vado in cucina a salutare mamma. Sta bevendo il caffè e leggendo una rivista, ha ancora i bigodini in testa da ieri. </div>
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"Ciao ma! Io vado..."</div>
<div style="text-align: justify;">
Alza distrattamente la mano mentre urla a mia sorella si sbrigarsi. Inforco la porta ed esco.</div>
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E' buio, fa freddo ma almeno non piove. Mi incammino verso la stazione. Siamo in tanti ad andare verso la stazione da queste parti, sembra il fulcro di tutto questa somma di cemento e binari. Arrivo al mio di binario alle 7, il mio treno non porta ritardo. Mi guardo intorno e vedo sul binario 3 tutti i pendolari diretti a Roma e in attesa del treno delle 7:17 che si agitano. Guardo il pannello: il loro treno ha 20 minuti di ritardo. Penso, fra me e me, che presto o tardi mi toccherà unirmi a loro, se rimarrò qui. Una vita fatta di treni, corse, incazzature per pochi spicci da portare a casa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Intendiamoci, vivere ad Orte non è male, sopratutto se ci sei nato e conosci tutti. Il problema è che per lavorare sei costretto ad andare a Roma. Se sei fortunato a Viterbo o a Terni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo le scuole medie, ho iniziato a viaggiare anch'io per andare a Terni. Ho scelto di frequentare ragioneria lì. Il viaggio da Orte a Terni è breve: quindici, venti minuti e ci sei. Quel che temo è il futuro. Quel futuro chiamato Roma. </div>
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"Che vita di merda..." penso ad alta voce.</div>
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"Ehi sfigato, cos'hai detto?"</div>
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La voce inconfondibile di Riccardo mi colpisce come un pugno allo stomaco.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Non parlavo con te." rispondo fermo</div>
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"Sarà meglio perchè sennò te faccio nero come sei mesi fa, femminuccia!" </div>
<div style="text-align: justify;">
Sei mesi fa.... Ricordo perfettamente le botte che presi per essermi rifiutato di dargli i soldi per comprarsi il pranzo. Che poi non mi ero rifiutato, non li avevo, avevo solo quelli per me. Ma lui voleva proprio quelli e, visto il mio rifiuto, mi aveva colpito al costato con violenza, alla schiena, alla pancia ma mai al volto. Dopo mi aveva minacciato che, se avessi detto qualcosa, avrebbe fatto la stessa cosa a mia sorella. Non dissi nulla, nascosi i segni, mia madre e mia sorella non si accorsero di nulla. Da quel giorno la mia vita è cambiata definitivamente: Riccardo mi prende in giro ad ogni occasione, mi dice che sono una femminuccia, mi umilia davanti agli altri, mi obbliga a fare cose per lui ricattandomi con mia sorella. Quella stupida ha una cotta per lui ed io, per far sì che lui le resti lontano, sopporto qualsiasi cosa ma sono stanco. Stanco di non poter essere me stesso, stanco di subire, stanco di essere invisibile per tutti. Persino mia madre non si accorge di niente... All'improvviso annunciano il mio treno: "Il treno regionale 22810 di Trenitalia, proveniente da Roma Termini e diretto a Foligno delle ore 7:39 è in arrivo al binario 2. Ferma a...". Non ascolto il resto, non mi importa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Salgo sul treno, Riccardo dietro di me con i suoi due scagnozzi. Per fortuna vedo subito un posto singolo lato finestrino rimasto vuoto mentre gli altri tre sono occupati da una coppia con una bambina. Riccardo mi guarda con intensa rabbia e si allontana. Tiro un sospiro di sollievo. L'uomo seduto accanto a me mi chiede: "Tutto bene?". Faccio un cenno affermativo con la testa. Lui non insiste e si rimette a sonnecchiare. In un tempo troppo breve il treno arriva a destinazione ed io mi ritrovo fuori dalla stazione di Terni con Riccardo ed i suoi amici alle calcagna. Allungo il passo ma sono ancora troppo basso rispetto a lui, sono troppo magro rispetto a lui, sono troppo poco di tutto rispetto a lui, maledizione!</div>
<div style="text-align: justify;">
"Ehi femminuccia, dove corri? Oggi ti sei già ribellato troppo. Allora per farti perdonare ci porti da Clapier a far colazione. Tanto oggi si entra alle 9, no?"</div>
<div style="text-align: justify;">
Non provo nemmeno a replicare e ci dirigiamo verso il bar pasticceria che sta vicino alla stazione. Lungo il viale alberato che porta da Clapier vedo Elena. E' bellissima come sempre: bionda, occhi grandi e verdi, un fisico bellissimo, quella che tutti vorrebbero ma che non considera nessuno. Nemmeno Riccardo che da lei ha preso più di un due di picche. Forse, oltre alla sua bellezza, è questo che mi piace di lei che tiene testa a questo stronzo di fianco a me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Entriamo da Clapier. Riccardo e i due fanno una colazione abbondante, schernendomi per tutto il tempo, io bevo solo un cappuccino e, ovviamente, pago per tutti. Quando usciamo dalla pasticceria troviamo Elena in attesa. Riccardo monta subito la coda da pavone e le si para davanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Aspetti me, dolcezza?"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Scansate, Riccà, piuttosto che aspettare te me faccio suora. Sto aspettando Filippo. Mi ha promesso di aiutarmi con un compito."</div>
<div style="text-align: justify;">
Elena mi sorride, mi si avvicina e mi dice se possiamo andare. Io credo di non aver nemmeno risposto e di averla seguita come un automa. Il tragitto fino a scuola è stato il momento più bello della mia vita. Lei profuma, ha una voce bellissima, le mani lunghe e affusolate, bianche. Come vorrei toccarle, stringerle, baciarle. Provo tante emozioni che mi scuotono, che mi provocano reazioni fisiche che non riesco a controllare e che spero sempre che nessuno noti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo quel poco tempo passato con Elena la giornata a scuola è passata veloce, mi sento leggero, quasi felice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sto camminando verso la stazione, una delle poche certezze della mia inutile vita, quando mi sento afferrare e trascinare via. Non ricordo quanto mi hanno trascinato, non ricordo se ho urlato, non ricordo in quanti mi hanno colpito. Ricordo solo il dolore. Ricordo solo di essermi odiato per l'ennesima volta per non essere stato capace di reagire. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho perso il treno ovviamente... Sento dolore ovunque ma riesco a restare dritto in modo da far sì che nessuno si accorga che qualcosa non va. Credo che mi abbiano rotto una costola questa volta. Sarà un problema dissimulare, penso. Un treno in transito sfreccia sul binario e, per qualche secondo, vedo la mia immagine riflessa sui finestrini che scorrono veloci. Mi odio. Odio vedermi, odio ciò che sono, odio gli altri, odio il fatto stesso di essere vivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poco dopo, annunciano il mio treno, lo vedo arrivare ed è un attimo allungare il piede oltre il marciapiede, un attimo mettere fine a tutto questo... Sì, mi sento già meglio, mi sento più leggero, pace, libertà, silenzio... </div>
<div style="text-align: justify;">
"Filippo attento!" </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi trovo per terra, avvolto da due braccia delicate ma ferme, il treno si è fermato, la gente è tutta intorno a noi. A "noi"? Giro il volto e vedo Elena che ancora mi tiene stretto.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma cosa volevi fare, Fili?" mi chiede con le lacrime e una dolcezza che non ho mai visto prima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sento caldo sul volto. Sto piangendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Sono stanco, Ele. Perchè non mi hai lasciato andare?"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Perchè tu sei un mio amico. Io non lascio gli amici... So tutto di Riccardo, so quel che ti ha fatto, so come ti minaccia. Oggi ti ho avvicinato per questo ma poi non ho avuto il coraggio. Dio mio, perdonami!"</div>
<div style="text-align: justify;">
Piange anche lei. Sento che per qualcuno sono reale finalmente, sento che sono vivo, sento che, forse, posso provare a cambiare le cose. Sento calore, tanto calore. Capisco per la prima volta l'importanza di sentire che ci si può affidare a qualcuno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Elena ha spezzato la mia solitudine. </div>
<div style="text-align: justify;">
Delle ore successive ho un ricordo sbiadito. Ricordo mia madre che piange e mi abbraccia causandomi un dolore immenso ma bello, ricordo Martina che mi chiede perdono, ricordo tante domande di medici e polizia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto però è confuso, l'unica sensazione nitida è la mano di Elena nella mia e quel movimento nello stomaco che mi dice che sono vivo e che voglio continuare ad esserlo, anche se significherà incazzarmi ogni mattina al binario 3 in attesa del treno per Roma.</div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-60011864146832204582018-03-01T20:00:00.001+00:002018-03-01T20:01:25.959+00:00Viaggio fra gli Autori emergenti: Episodio 4- Controtempo di Sara Tassara<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipixl_gg_1OsuKs2IY00SuHwsJ0SMbjlZTZ51bbHpvwB8pSSiptu-iiU68rGBI7DGiIo4kS3NvcDDfk2IEn-fmQlgKz5xIsWAXh5L61aiYWvkPhrzh_6t7YuUSlRhrW9bljrqHjpmSqUU/s1600/www.mondadoristore.it.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipixl_gg_1OsuKs2IY00SuHwsJ0SMbjlZTZ51bbHpvwB8pSSiptu-iiU68rGBI7DGiIo4kS3NvcDDfk2IEn-fmQlgKz5xIsWAXh5L61aiYWvkPhrzh_6t7YuUSlRhrW9bljrqHjpmSqUU/s320/www.mondadoristore.it.jpg" width="226" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Bentornati sulle Astronavi! Eccoci al quarto episodio del nostro viaggio fra gli Autori emergenti ed oggi voglio presentarvi "Controtempo" di Sara Tassara edito da <a href="http://www.edizionimontag.com/shop/" target="_blank">Edizioni Montag</a> nella collana Chiamatelo Amore.</div>
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Piccola premessa, giusto per evitare polemiche posteriori. Conosco virtualmente Sara da qualche anno, abbiamo in comune una persona a Genova che, un giorno, mi ha mandato l'invito a seguire la pagina facebook di Allegro con Biro- il blog di Sara Tassara. Da lì, con il tempo, io e Sara abbiamo preso una certa confidenza e siamo diventate amiche sul web. Sara mi ha spesso spinta ad aprire un mio blog, io l'ho seguita sul suo e sono stata una sua groupie in tempi non sospetti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Detto questo, spero di non sentirmi dire che questa recensione è di parte, o che Sara mi ha chiesto di scriverla, o stupidaggini del genere. Perchè, al di là del fatto che denigrereste il lavoro di una persona che scrive da molto tempo e ha vinto diversi concorsi letterari prima di arrivare a questa pubblicazione e che ha già pubblicato un altro di romanzo, offendereste me e la mia integrità ed onestà. Ciò che scrivo nel mio blog è sempre ciò che penso e sento, senza nessun favoritismo. Premessa finita, iniziamo la recensione!</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<u><i>Sinossi: </i></u></div>
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<br /></div>
<div id="tabMenu-4">
<div class="row">
<div class="span10 spanfirst">
<div class="product-descriptions">
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Nicola ha 51
anni, un matrimonio fallito alle spalle e una causa per bancarotta
fraudolenta in corso. Ripercorre la propria vita e i propri fallimenti,
determinato a riprendersi e a ricostruire se stesso ed è proprio nel
mezzo di questa crisi che la sua strada incrocia per l'ennesima volta
quella di Chiara, il grande amore dell'adolescenza e mai dimenticato. La
loro storia è intensa e tormentata, strade destinate a incrociarsi ma
sempre al momento sbagliato, incapaci di stare insieme e di vivere
lontani, in perfetto sincrono ma controtempo. Sono passati trent'anni,
Nicola e Chiara si incontrano di nuovo. Forse potrebbe essere il tempo
giusto, ma sarà la vita a scegliere, come sempre.</div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<u><i>Recensione:</i></u></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Se vi aspettate un romance, lasciate perdere. Controtempo è molto di più di una storia d'amore. E' la storia di due vite, quelle di Nicola e Chiara, che seguiamo dagli anni '80 fino ai giorni nostri. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
La voce narrante è quella del protagonista e la storia di svolge per lo più a Genova. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Chiara e Nicola sono giovani ed innamorati, di quell'amore che sembra possa affrontare tutto, di quell'amore che ti espode dentro con una violenza tale che pensi non finirà mai. Ma la vita ha spesso altri piani e, a seguito di un fatto molto grave nella vita di Chiara, i due prendono strade diverse. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Ad un certo punto, si rincontrano adulti, disillusi, feriti dal mondo e da loro stessi, orgogliosi e impauriti. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Nicola è un uomo di grande sensibilità, con una forte capacità d'amare fin da giovane, con grandi progetti e sogni ma ha un grande difetto: è incapace di scegliere. In tutto il romanzo, Nicola non fa altro che farsi trasportare dagli eventi, facendo ciò che la società si aspetta da lui ma non ciò che lui stesso desidera. E' capace di affrontare tragedie enormi come la violenza, o la difficoltà ad avere un figlio ma non è capace di fare mai ciò che lo renderebbe felice. Per paura. Nicola ha paura: paura di ciò che sente, di ciò che vuole, forse anche di ciò che è. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Chiara è una creatura fragile, vessata dalla vita ma orgogliosa e con risorse inaspettate. E' una donna che crede nell'amore ma che non vuole essere la seconda scelta di nessuno. Chiara è quella che sceglie sempre, invece, anche quando non dovrebbe, anche quando dovrebbe solo abbandonarsi ed avere pazienza. Chiara è un pò di ciascuna di noi che pensiamo sempre di sapere cosa è meglio per gli altri anche quando siamo confuse su cosa sia meglio per noi.</div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
All'interno del romanzo le atmosfere di Genova, i suoi colori e i suoi profumi vi accompagneranno, facendo da perfetta cornice alla storia... Se conoscete la tramontana di Genova, sentirete il suo sibilo nelle orecchie e la sensazione che vi entri da tutte le parti, sentirete la focaccia fra le vostre dita e il suo sapore in bocca. Camminerete fra il luoghi descritti ripercorrendoli con nitidezza. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Se non conoscete Genova vi verrà voglia di vederla. </div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Controtempo nasce come una bella storia d'amore e diventa un romanzo sulle occasioni mancate, sulla nostra incapacità di perseverare, sul nostro desiderio di essere amati in modo assoluto senza compromessi, sulla resilienza e sul coraggio. L'epilogo vi lascerà attoniti, a far decantare il messaggio che i due protagonisti vi hanno voluto lasciare. Perchè alla fine del libro Nicola e Chiara saranno per voi reali, così reali da desiderare il più scontato e sbagliato dei finali, pur di non perderli.</div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<u><i>Intervista a Sara Tassara:</i></u></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
Aspettando le Astronavi: Ciao Sara, benvenuta su Aspettando le Astronavi e grazie per il tempo che hai deciso di concedere a questa intervista!<br />
A: Iniziamo con le domande per “rompere il ghiaccio”. Chi è Sara Tassara? Come ti descriveresti?<br />
S. Ciao Minnie (grazie Sara per aver svelato uno dei soprannomi più assurdi che mi sia mai stato dato...)! Che bello essere intervistata proprio da te! Ed esordisci subito con una delle domande che mi<br />
mette più a disagio, seconda solo a “Ah davvero? Scrivi? E di cosa scrivi?”. Ed io comincio a<br />
balbettare…Dunque, come mi descrivo: idealista, onesta al limite dell’ingenuità - nonostante le tante<br />
mazzate prese - e con pochi ma solidi valori: gli amici, la famiglia e una fiducia sconfinata nel prossimo. E poi sono cocciuta, testarda, ma so anche mettermi in discussione. E invecchiando sto diventando estremamente insofferente all’ignoranza e alla stupidità, di fronte alle quali reagisco con supponenza, lo so, ma è proprio qualcosa che non tollero. Siamo nel 2018: in questa parte del mondo abbiamo tutti le stesse possibilità di studiare ed informarci. Essere ignoranti oggi, è una scelta che non sono in grado di accettare. E bada, non mi riferisco ai titoli di studio: tutti possiamo accrescere le nostre conoscenze, basta essere curiosi, avere voglia di informarsi, approfondire, non fermarsi alla superficie delle cose.</div>
<div class="text" itemprop="description" style="text-align: justify;">
A: Qual è il tuo libro preferito?<br />
S. Difficilissimo dirlo… Ho decine di autori preferiti: Murakami, Pessoa, Carofiglio, Camilleri, la De<br />
Gregorio, la Oggero, Calvino… Potrei andare avanti all’infinito. Ma il mio guru, anche per la scrittura, resta Tom Robbins, uno scrittore americano che definire geniale è poco. E’molto poco conosciuto in Italia e pressoché introvabile, perché non ristampano più i suoi libri. Quindi col cuore ti rispondo con un suo titolo, “Natura Morta con Picchio”, che forse è il libro che ho riletto più volte, e non mi ha mai delusa.</div>
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A: Che musica ascolti?<br />
S. Principalmente cantautori italiani: un amore viscerale per Daniele Silvestri, e per tutti quelli della sua generazione, Carmen Consoli, Max Gazzé, Niccolò Fabi, gli Afterhours, i Subsonica, ma anche la vecchia guardia, De André, Dalla, De Gregori, Tenco, Conte, sono stati la colonna sonora della mia adolescenza. Amo anche il jazz, e molta musica straniera attuale a d’antan! I Police, i Rolling Stones, i Cranberries, e tutto il grunge con sui sono cresciuta, Nirvana e Pearl Jam, che oggi è Eddie Vedder, e ovviamente gli U2. Ahimè con mio figlio Davide ho dovuto modernizzarmi, ma sempre con qualità. Dei “giovani” adoro Mika e Bruno Mars, e devo subire Rovazzi, Fedez e J-ax per amor suo! Comunque se dessi un’occhiata alla mia libreria I-tunes mi prenderesti per pazza… Spazio da Bjiork a Natalino Otto, passando per Malika Ayane, Jack Savoretti e la musica tradizionale africana!</div>
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A: “Controtempo” è il tuo romanzo d’esordio?<br />
S. Sì, è esatto. L’ho scritto nel 2016 ed è stato pubblicato a febbraio del 2017</div>
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A: Quanto tempo hai impiegato per scriverlo?<br />
S. So che mi attirerò molte critiche ma solo quindici giorni, e probabilmente si vede…</div>
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<br />
A: Ti sei ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione dei tuoi personaggi sia primari che<br />
comprimari?<br />
S. Non in senso stretto; le mie erano suggestioni di un periodo preciso della mia vita, soprattutto per quanto riguarda gli anni universitari, ma senza nessun riferimento ad una persona o a fatti in particolare.</div>
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<br />
A: Quanto c’è di Sara in Nicola e Chiara?<br />
S. Ecco, ricollegandomi alla domanda di prima, in realtà c’è più di quanto volessi mettere. “Controtempo” è nato in pochissimi giorni, e non ritengo che questo sia un merito, ma io so scrivere solo così. Ho attinto ad alcune esperienze realmente vissute, a luoghi che mi sono cari, raccontando forse uno dei periodi più spensierati della mia vita. Ma in realtà non c’è nulla di autobiografico. E’ solo una storia tra tante.<br />
<br />
A: La storia che racconti tocca temi di forte attualità: divorzio, fallimento, violenza sulle donne, disturbi alimentari e psichiatrici, tradimento, difficoltà di relazione e, forse soprattutto, le occasioni mancate. E’ un tema che ho trovato già sviluppato, seppur in modo completamente diverso, in “Manuale di fisica e buone maniere” di Daniele Germani. Quanto credi che sia diffusa la piaga delle occasioni perdute nella nostra società, Sara? E, secondo te, perché è così diffuso questo “perdere i treni” e smettere di inseguire l’amore, o i sogni?<br />
S. Questa è una domanda bellissima, che tocca davvero il cuore del romanzo, ed è esattamente quello che volevo raccontare. Io credo di aver sempre vissuto pienamente la mia vita, soprattutto nei sentimenti; mi riferisco all’amore, ma anche alle amicizie. Non sono in grado di risparmiarmi. Se penso che ne valga la pena, sono capace di scalare montagne per una persona a cui voglio bene. L’ho fatto e, spesso, ho ricevuto in cambio cocenti delusioni, ma non riesco e forse non voglio cambiare.<br />
Negli ultimi mesi sto riflettendo tanto su questo: i miei romanzi - sì ne ho scritto un altro e te ne parlo dopo -stanno facendo da sottofondo ad un momento della mia vita molto particolare. Arrivata alla mia età, scollinato il dantesco “mezzo del cammin di nostra vita”, è inevitabile fare bilanci, e arrivare a comprendere che la vita è parca di occasioni, e raramente concede la stessa due volte.<br />
Chiara e Nicola hanno avuto la fortuna di averne più di una, ma non hanno mai avuto il coraggio di coglierla fino in fondo. E quante volte anche noi ci lasciamo paralizzare dalla paura? Lasciamo che le nostre indecisioni ci mangino vivi, indugiamo fino a che non è troppo tardi. Lo vedo capitare continuamente intorno a me, ogni giorno. E’ come se quest’epoca fatta di input continui e immediati ci faccia credere che siamo immortali, invincibili e che la nostra occasione, se non arriva oggi, arriverà domani. Anzi peggio: che domani ne arriverà una migliore, e ci lascia come degli idioti a rincorrere l’ideale di un qualcosa che non sarà mai.<br />
So che può sembrare un discorso retorico, tendente alla mediocrità, al basso, ma paradossalmente è proprio il contrario: sono sempre più convinta che quello che abbiamo adesso sia il tesoro più grande nelle nostre mani e dovremmo avere il coraggio di prendercelo, a piene mani, fregandocene delle conseguenze e dei rischi. E’come se ci fossimo rassegnati all’infelicità, alla mediocrità, dandola vinta a stupidi timori che domani saranno solo rimpianti.</div>
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<br />
A: Lo sfondo del tuo romanzo è Genova. Una Genova che ci viene raccontata dagli anni 80 ai giorni nostri con immagini cariche di emotività, capaci di restituire profumi, colori e sapori. Personalmente, visto che sono molti mesi che non faccio ritorno alla mia città, mi sono commossa molto nel leggerla così ben descritta e “sentita” ma io Genova la conosco, l’adoro, l’ho vissuta per quasi 37 anni. Vivendo in un’altra città mi sono resa conto che per molti però, quella che per me è una delle città più belle d’Italia, piena di contraddizioni e umori, spigolosità ed accoglienza allo stesso tempo, è solo la città dell’Acquario. Perché secondo te, Sara? Perché chi viene a visitare Genova non riesce a coglierne l’incanto vero? Quello che se ci vieni in contatto una volta, sei innamorato per sempre. Dove sta l’errore?<br />
S. Partiamo dal romanzo: come ti ho detto l’ho scritto in pochissimi giorni, per rispettare la scadenza del bando che la casa editrice aveva indetto per cercare nuovi autori per una collana intitolata “Chiamatelo Amore”. Ho sempre considerato questa prima stesura una bozza, a cui avrei lavorato eventualmente in seguito, insieme alla casa editrice, cosa che, come avrai visto, invece non è successa.<br />
Perché ti dico questo? Perchè quando ho iniziato a scrivere, non ero sicura che il romanzo dovesse essere ambientato a Genova, ed è il motivo per cui ho scelto di modificare alcuni nomi. Il Porto Vecchio, per esempio, o “La casa del Boia”, che non è un locale, come sai, ma un edificio storico di Genova. E’ che più scrivevo, più Genova saltava fuori, e si faceva prepotente e aveva proprio voglia di essere raccontata; così ecco il riferimento ai quartieri precisi, come Begato, e infine mi sono trovata a nominarla di continuo. Ti racconto questo perché nella seconda stesura, invece, tutte quelle suggestioni che voi lettori avete trovate, le ho calcate, sfumate, fatte più piene, rotonde, perché avevo capito che quello era il luogo che dovevo raccontare e avevo il dovere di farlo al meglio.<br />
Purtroppo, a causa di alcune incomprensioni con la casa editrice, la seconda stesura è rimasta in un cassetto e pazienza. Andrà meglio la prossima volta.<br />
Rispetto invece alla tua domanda, tocchi un tasto dolente. Io sono laureata in Conservazione dei Beni<br />
Culturali e, subito dopo la laurea, avevo anche cominciato a studiare per prendere il patentino da guida turistica. Conosco bene Genova e i suoi tesori e mi sembra incomprensibile come una città così bella e ricca di potenzialità, capace di fare breccia anche nei turisti più superficiali, non sia in grado di vendersi e valorizzarsi. Genova possiede una storia antichissima, uno dei centri storici più grandi ed antichi d’Europa, ha il mare, le colline, si cucina e si mangia da dio, ha scorci mozzafiato, ha dato i natali a poeti e cantanti (e comici… ma lasciamo perdere… che il 4 marzo è vicino!) eppure, nonostante questo, difficilmente un turista si avventura dall’Acquario al centro storico. E’ una città avviluppata su se stessa, che ha poco spazio per i giovani, che sta perdendo risorse e possibilità di lavoro, da cui è facile fuggire, ma che si fa rimpiangere da chiunque se ne vada. Si capisce quanto la amo e quanto la odio vero? E come vedi non so rispondere alla tua domanda.<br />
Forse non c’è mai stata davvero la volontà politica di farla crescere in cultura e turismo, ma questa è una tendenza che si riscontra un po’ in tutta Italia, e tu che ora bazzichi Roma, dovresti saperlo meglio di me…Ma per l’appunto, lasciamo ad altri la propaganda elettorale!</div>
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<br />
A: Il tuo romanzo è dedicato ad Elena “la sorella" che ti sei scelta ma anche a molte altre donne da cui hai ricevuto sostegno, coraggio e forse ispirazione. Allora la solidarietà femminile esiste? </div>
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O tu sei particolarmente fortunata in questo?<br />
S. Tocchi un nervo scoperto… Proprio in questi giorni sono stata vittima di una vera e propria macchina del fango perpetrata ai miei danni da un gruppo di donne; un’azione ai limiti del bullismo, che oltre a farmi riflettere moltissimo sull’uso dei social - anche e soprattutto come mamma di un bambino di 7 anni che fra pochi anni si affaccerà su questo universo - mi ha dato la conferma ancora una volta di una tristissima evidenza: le donne sono le peggiori nemiche delle donne. Siamo terribilmente brave a farci la guerra, a giudicare, ad attaccarci per puro sessismo, come non ci permetteremmo mai di fare con un uomo.<br />
E proprio in questi giorni, ho avuto ancora una volta conferma delle donne meravigliose che mi circondano, che mi sono scelta come amiche, che non hanno dubitato per un solo secondo di me e del mio operato. Donne bellissime, intelligenti, ricche di ironia, cultura, capacità di analisi e anche semplice buon senso. Donne educate, rispettose, capaci davvero di ascoltare e dialogare, mettersi in discussione e anche discutere se serve, ma sempre con l’obiettivo comune di crescere, non di gettare fango o sputare sentenze in maniera sterile.<br />
Quindi sì, credo fortemente nella solidarietà femminile, ma credo anche di essere particolarmente fortunata in questo. Elena è più di una sorella. Ma lungo il mio cammino ho incontrato donne ugualmente meravigliose, e sono tante. Come dico sempre, compenso la fortuna che non ho mai avuto in amore, con l’amicizia!</div>
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<br />
A: Tu sei una che va dritta per la sua strada, una coraggiosa. Sei una mamma separata con un bambino piccolo avuto con un uomo africano. Insomma, sei mamma di un bimbo dalla pelle scura. Quanto è difficile per te confrontarti con questa società del “io non sono razzista però…”, del “tutti i negri sono bestie…”, per arrivare ai titoli dei giornali che ci tengono sempre a specificare se l’autore del crimine è una persona di altra nazionalità? Come si media con tutto questo? Come stai insegnando a tuo figlio a difendersi dal razzismo sempre più diffuso e senza freni? Quanto hai paura per il suo futuro?<br />
S. Stiamo vivendo un periodo storico molto buio, in cui le persone hanno perso ogni fiducia nel futuro e sono terrorizzate dal perdere il poco che hanno. Purtroppo come ben sai alcuni leader politici campano su questi sentimenti, additando il diverso come l’unico responsabile, spostando il problema sul nostro vicino anziché sulle questioni serie di questo paese. I fatti di cronaca degli ultimi mesi sono qualcosa di sconvolgente, non ultimo quello di Macerata, che mi ha davvero toccata nel profondo.<br />
D’altro canto, malgrado le levate di scudi contro gli immigrati e lo ius soli, ormai la realtà è questa. E’ come voler fermare il vento con le mani, Ti faccio un esempio: nella classe di mio figlio, su 24 bambini, ci sono 8 bambini di origine straniera, più due, incluso mio figlio, di origini miste (un genitore italiano e uno straniero). Siamo un gruppo classe splendido, i bambini sono affiatati da matti, e sono sicura che mio figlio stia ponendo le basi per amicizie che gli dureranno una vita, come è successo a me.<br />
Sì, temo per lui. Temo che un giorno un folle gli spari addosso solo perché ha la pelle più scura, temo che non lo assumano perché non è di pura razza italiana, temo che lo discriminino in ogni ambito o possa essere vittima di bullismo. Ma questi sono i timori di ogni genitore.<br />
Io cerco di dargli tutti gli strumenti per vivere bene in una comunità e soprattutto per lasciargli in dono una forte autostima, che è la base per tutto. Gli insegno ad essere generoso, curioso, autonomo, indipendente e aperto verso tutto e tutti. Ma lui lo è per natura.<br />
Viviamo in un’era che è lontana anni luce da quella in cui è cresciuta la nostra generazione, che pure si stava già si stava emancipando dagli schemi tradizionali dei nostri genitori. Questi ragazzi viaggiano, studiano all’estero, imparano le lingue, fanno l’Erasmus. L’Italia prima o poi aprirà gli occhi. E magari quel giorno mio figlio avrà trovato lavoro e famiglia dall’altra parte del mondo…</div>
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<br />
A: Parliamo un pò del tuo blog <a href="http://www.allegroconbiro.it/" target="_blank">Allegro con Biro</a>? Come è nato il progetto? Quanto ha pesato nel tuo<br />
perseverare il sogno di pubblicare un tuo romanzo?<br />
S. Allegro con Biro è nato nel 2013, su spinta, indovina un pò, di una certa Elena di cui abbiamo parlato qui sopra, che dopo avermi convinta ad iscrivermi a Facebook, mi ha convinta ad aprire un blog. La mia esperienza di scrittura si è evoluta poi grazie ad un’altra donna, che credevo amica, dalla quale ho ricevuto una cocente delusione, a riprova di quanto ho detto poco fa. Ma non rinnego nulla e non posso non ammettere che parte della mia evoluzione nella scrittura sia dovuta anche a lei.<br />
Il blog è rimasto privato per moltissimo tempo, scrivevo sotto pseudonimo e mi ero creata un profilo<br />
Facebook apposta. Poi è inaspettatamente arrivato il boom, grazie ad un post un po’ ironico sulla maternità, che mi ha fatta conoscere. Da lì ho continuato la mia attività da blogger, ma avevo voglia di cimentarmi con qualcosa di più impegnativo e per certi versi disciplinato. Scrivevo articoli su argomenti disparati - è tuttora così, il mio non è un blog tematico - senza darmi una linea editoriale, senza un numero di cartelle o caratteri, tutto completamente a braccio. Ho iniziato così a scrivere racconti, che inviavo ai concorsi letterari più disparati, dalla pro-loco di paese alle case editrici, che usavo come puro esercizio (per esempio per il numero di caratteri o cartelle, o nell’affrontare un tema preciso, decidendo il taglio, lo stile e via dicendo). Ne ho vinti parecchi ed è stato un riconoscimento inaspettato per me. Poi è arrivato il concorso per “Controtempo” e mi sono lanciata, lavorando per la prima volta alla stesura di un romanzo, una cosa immensa, una montagna da scalare.<br />
E incredibilmente, ce l’ho fatta.</div>
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<br />
A: Qual è l’ora migliore per scrivere secondo te?<br />
S. Ah guarda, io sono pessima, non ho disciplina in niente, non ho metodo. Io sedimento. Il momento<br />
creativo per eccellenza per me sono i 30/40 minuti di strada fatta in scooter tra casa e lavoro. Posso solo pensare, senza distrazioni. Se ho un’intuizione me la giro in testa finché arrivo al momento che o la scrivo o esplodo. Ed in genere esplode sul foglio bianco, con tutti i suoi particolari. E così, finché non ho abbastanza materiale da mettere insieme per un altro libro!</div>
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<br />
A: C’era un’abitudine particolare durante la stesura del romanzo? Un rito a cui non potevi rinunciare, ad esempio?</div>
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S. L’unica mania che mi sono resa conto di avere, è che a casa non so scrivere sul computer fisso; forse perché il portatile me lo posso portare ovunque, in spiaggia o anche in bagno!</div>
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<br />
A: Quante ore dedicavi alla stesura del romanzo? E come hai conciliato il tuo essere donna, scrittrice,<br />
lavoratrice e soprattutto mamma?<br />
S. E’ davvero difficile quantificare, per tutti i motivi che ti ho scritto sopra. Per me scrivere non è una fatica, non ho bisogno di concentrazione estrema, e quello che voglio dire, quando arrivo al momento della scrittura, ce l’ho talmente chiaro in testa che posso interrompermi cento volte senza perdere il filo. Scrivere in ufficio, appena arrivavo al mattino, per non perdere quello che avevo pensato, oppure in pausa pranzo. Scrivevo la sera, dopo aver messo mio figlio a dormire, oppure nei weekend, mentre lui giocava o guardava i cartoni, ma la verità anche se sembra una di quelle sparate da scrittore borioso, è che quando la storia ce l’hai chiara in testa, scrivi sempre, anche mentre rimescoli il sugo o stai stirando. Mettere nero su bianco la storia serve solo, in seguito, a trovare i punti di snodo. Per esempio il finale. Ne avevo scritti tre diversi, ma quello definitivo è arrivato solo scrivendo.</div>
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<br />
A: Una curiosità od un aneddoto particolare legato al romanzo?<br />
S. Forse il fatto che sia così zeppo di errori, e che ciò nonostante sia stato ugualmente apprezzato. Tanti mi hanno detto che la storia trascina talmente tanto nella lettura, che gli errori nemmeno si notano. Gli altri invece facevano a gara a chi me ne faceva notare di più!<br />
Un’altra cosa divertente invece è stata la nascita del tutto casuale di un hashtag #controtempovainvacanza; il libro ha cominciato ad essere distribuito in estate, per cui tutti i miei lettori hanno cominciato a mandarmi foto del libro ad ogni latitudine. E’ arrivato persino in Indonesia!</div>
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<br />
A: Tu hai avuto la possibilità ed il merito di pubblicare con una Casa editrice. Ti va di raccontarci il tuo percorso, le eventuali porte in faccia e come sei arrivata alla tua CE?<br />
S. Come raccontavo sopra, “Controtempo”è nato a seguito della mia risposta ad un bando indetto dalla casa editrice che poi mi ha pubblicata.<br />
Prima di allora, devo dirti la verità, non avevo mai preso in considerazione di pubblicare un romanzo nè, tantomeno, di scriverlo. Avevo una bozza, ma di un altro lavoro, che poi è diventato il mio secondo romanzo. “Controtempo” invece è nato da un racconto, che ho deciso di sviluppare.<br />
Devo ammettere che sono stata fortunata: sono rientrata nella rosa dei dieci vincitori del bando e sono stata pubblicata. Mentre per il mio secondo romanzo ho ricevuto una vera e propria proposta editoriale, anche quella inaspettata.<br />
Insomma, non ho mai ricevuto porte in faccia, ma credo davvero che sia stata solo una questione di fortuna, di tempismo, di trovarsi al momento giusto nel posto giusto.<br />
E poi, ho avuto un’altra grande fortuna, ovvero quella di ritrovare un’amica dell’università, Roberta<br />
Lagostena, che nel frattempo è diventata responsabile di un’agenzia di comunicazione <a href="http://www.rl-comunicazione.it/" target="_blank">RL Comunicazione</a>, che mi ha aiutata e continua a farlo, con la promozione. Insieme stiamo lavorando benissimo, e il suo contributo è stato fondamentale per aiutarmi nella promozione e nella comunicazione. Come vedi, le mie amiche sono sempre la mia più grande risorsa!</div>
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<br />
A: Che cosa pensi del self publishing? Secondo te può essere una risorsa per gli aspiranti scrittori? E tu hai mai pensato di pubblicare come self?<br />
S. Credo che il self-publishing sia una grande risorsa; non lo avevo mai preso in considerazione e continuo a pensare che la strada della casa editrice possa fornire un maggiore supporto, a livello di promozione e distribuzione. Devo dirti che nel mio caso così non è stato e tutto il lavoro “sporco” è finito sulle spalle dellamia PR, come ti dicevo sopra. Però io credo sia un’ottima risorsa per gli aspiranti scrittori. Se non sbaglio il vincitore, o forse uno dei finalisti, del Premio Strega dell’anno scorso era proprio un autore uscito in self-publishing.<br />
La verità è che in questo campo ormai la concorrenza è spietata e, per contro, chiunque scrive, e spero di non passare per snob con questa affermazione, ma è difficilissimo trovare testi di qualità Ma quando questo succede, la rete premia, non c’è niente da fare. Pensa ad Enrica Tesio e al suo blog, relativamente piccolo e poco conosciuto, che ha avuto un boom in pochissimi mesi grazie a testi di qualità altissima, tanto da farsi notare da una casa editrice come Rizzoli.<br />
A: E’ appena uscito il tuo nuovo romanzo: “Ingannevole verità” edito, questa volta, da <a href="http://www.edizionileucotea.it/it/" target="_blank">Edizioni Leucotea</a>. Dimmi perché dovrei leggerlo in 3 parole.<br />
S. Facciamo che ti do’ tre buoni motivi:<br />
-Perché è un romanzo che parla di donne, in una maniera cruda e schietta che penso apprezzerai.<br />
-Perché si parla di Africa, che non è Cuba ma quasi, e di nuovo di Genova<br />
-Perché questa volta ci ho messo l’anima davvero e devi dirmi se si sente per farmi un’altra intervista bella come questa!</div>
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<br />
A: Questa è forse l’intervista più lunga e di più ampio respiro fino ad oggi sul mio blog. Ma, del resto, avevo di fronte una donna di tale complessità emotiva e di vita che non potevo farti solo domande sul libro. Grazie per la tua disponibilità e alla prossima!<br />
S. Grazie a te, è stato un piacere! E spero di ripetere presto l’esperienza!</div>
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E siamo così giunti anche al termine di questo episodio. Di seguito troverete il libro linkato ad Amazon e ai principali store online per poterlo acquistare. Non perdetelo!</div>
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Con le Astronavi ci vediamo al prossimo post!</div>
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Dove acquistare il libro:</div>
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<a href="http://amzn.to/2HUm8XN" target="_blank">Amazon</a></div>
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<a href="http://www.mondadoristore.it/Controtempo-Sara-Tassara/eai978886892170/" target="_blank">Mondadori</a></div>
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<a href="https://www.lafeltrinelli.it/libri/sara-tassara/controtempo/9788868921705" target="_blank">Feltrinelli</a> </div>
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<a href="http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=586" target="_blank">Edizioni Montag</a></div>
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-75753377450446781092018-02-27T21:48:00.000+00:002018-02-27T21:48:50.103+00:00Versailles: la serie tv su Luigi XIV e la sua corte su Netflix<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxfURrfeqx4VO-bMsDykKNE0ZYYb5P2nHVIlhd52hZ1PiZ5AAayVtP66DgE9elB_KVzxn5gpoA6Vg-gs-n85lBbsWLW6KkUBES3zKyqmxaGzwFnd4EfxzGqk1i9gLJBQPAJhU-a6scSts/s1600/cartel-promocional-de-la-segunda-temporada-de-versailles-movistar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="654" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxfURrfeqx4VO-bMsDykKNE0ZYYb5P2nHVIlhd52hZ1PiZ5AAayVtP66DgE9elB_KVzxn5gpoA6Vg-gs-n85lBbsWLW6KkUBES3zKyqmxaGzwFnd4EfxzGqk1i9gLJBQPAJhU-a6scSts/s400/cartel-promocional-de-la-segunda-temporada-de-versailles-movistar.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>da Pinterest</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
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Bentornati sulle Astronavi! Questo mese sono n'anticchia in ritardo sulla programmazione dei post, chiedo venia, ma sto lavorando ad un paio di progetti che spero potranno presto aumentare la qualità del blog. Vi ricordo che giovedì pubblicherò il quarto episodio di "Viaggio fra gli Autori emergenti" e vi consiglio davvero di non perdere l'articolo, soprattutto l'intervista con l'Autrice.</div>
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Oggi, invece, voglio parlarvi di una serie che ho divorato nell'ultima settimana su Netflix: Versailles.</div>
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Partiamo da principio: galeotte furono la noia di Andrea per i palinsesti televisivi che propongono allo sfinimento sempre le stesse cose, il fatto che Now Tv non avesse, a suo dire, una varietà sufficiente di contenuti (io non lo so perchè più che guardare qualche puntata di Masterchef non ci faccio altro su Now Tv) e il nostro non voler cedere a Sky o Mediaset Premium. Perciò la settimana scorsa si è lanciato nel mese di prova di Netflix appunto. Dopo un paio di giorni, mi sono incuriosita, ho creato il mio profilo personale sul suo account ed ho inizato a sbirciare l'offerta di Netflix. </div>
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Quasi subito ho adocchiato Versailles. </div>
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Una serie su una parte importantissima della storia di Francia, di cui io sono appassionata, non potevo davvero perderla! Io sono quella che per il quindicesimo compleanno si fece regalare dai suoi genitori "Dizionario critico della rivoluzione francese" di Francois Furet e Mona Ozuf e "Storia della Francia" di Georges Duby edito da Bompiani in due volumi, era proprio la prima edizione che conservo gelosamente. Capirete che per me era impossibile non cedere alla tentazione di guardare questa serie.</div>
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Versailles è una produzione franco-canadese che è stata trasmessa su
Canal + nel 2015 ed è sbarcata su Netflix il 5 gennaio 2018. Si tratta di due stagioni, ognuna composta da 10 episodi e narra le vicende di Luigi XIV, ventottenne, che comincia la costruzione della reggia di Versailles.</div>
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Il primo episodio e pure il secondo sono stati abbastanza deludenti, lo ammetto. In pratica, non si vedevano altro che scene di sesso... Nel primo episodio ci sono ben 17 minuti di scene di sesso dove non si dice una parola. Stavo per abbandonare, lo giuro, ma per fortuna come non abbandono mai a metà la lettura di un libro, stessa cosa sono riuscita a fare con questa serie televisiva.</div>
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Le scene di sesso ci sono sempre e sono sempre piuttosto esplicite, come anche quelle di violenza. A volte ho chiuso gli occhi, lo ammetto ma la trama, gli intrighi e la caratterizzazione dei personaggi mi hanno ripagata di tutto ciò che può avermi fatto storcere il naso.</div>
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Se vi aspettate un prodotto fedelissimo ai fatti storici e per nulla romanzato, non perdeteci tempo, perchè Versailles è carica di parti romanzate, di personaggi inventati e di "licenze poetiche". </div>
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Se, invece, state cercando qualcosa che vi regali le atmosfere del tempo del Re Sole in tutte le sue sfumature, che vi appassioni con le sue storie di intrighi e di amori, allora guardatela. </div>
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Lo ripeto: è senza filtri ed è, non a caso, vietata ai minori di 18 anni. Tutto viene raccontato in modo molto esplicito perciò se siete troppo pudici o troppo sensibili, anche qui mi tocca dirvi che è meglio evitiate. </div>
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Personalmente ho molto apprezzato i costumi, la cura nel cercare di ricreare le acconciature del tempo, trovando una buona mediazione fra le le complicatissime acconciature dell'epoca e la libertà di movimento delle attrici, le ambientazioni che si dipanano fra la vera reggia di Versailles e molti altri bellissimi castelli quali Fontainbleu e Rambouillet ma soprattutto i personaggi. Oh, cosa sono i personaggi di questa serie!</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho-G3zNs6y3LSq6M7AqwLSBwJfqmkkAViPtJsP0ovoeOeqITT9wTMze3L3jrxbw8IKA5D47nlSx3UkKbNeTnsSeAQS8A87MZmXPmryKmAtax6HXSGwP9qIqgPICft5yVGJ5BRS4qCwY74/s1600/versailles-la-serie-TV.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="360" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho-G3zNs6y3LSq6M7AqwLSBwJfqmkkAViPtJsP0ovoeOeqITT9wTMze3L3jrxbw8IKA5D47nlSx3UkKbNeTnsSeAQS8A87MZmXPmryKmAtax6HXSGwP9qIqgPICft5yVGJ5BRS4qCwY74/s400/versailles-la-serie-TV.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>George Bladgen nei panni del Re Sole</i></td></tr>
</tbody></table>
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Luigi XIV è interpretato da George Bladgen, uno degli interpreti di Vikings che io non ho visto. Bladgen all'inizio non mi convinceva nella parte del Re Sole: troppo impostato, troppo viziato, troppo sicuro di sè. Mano a mano che la storia prseguiva però, la caratterizzazione diventava sempre più complessa, profonda, sfaccettata. I fantasmi che accompagnano questo giovane Re, ossessionato dal voler essere ricordato, i suoi amori, le sue fragilità vengono tutte analizzate e regalate allo spettatore che vive con lui tutte le contraddizioni del ruolo di Re di Francia.</div>
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<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtJrpv6D81LK77csV-uLxOTeJWYXBYYPzprWu17_gtB-AQo_Ig1yBqKOPNSajmMnZTo-EreIqsD668ArFCrdD-gCuSbYHkrEJlvp7oDxTfRON6Qb5NGDOET9m5YFTzspP7Bvl6RlNxHgI/s1600/03_sky_17-05_versailles_gallery_16_09_04-scaled.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="382" data-original-width="680" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtJrpv6D81LK77csV-uLxOTeJWYXBYYPzprWu17_gtB-AQo_Ig1yBqKOPNSajmMnZTo-EreIqsD668ArFCrdD-gCuSbYHkrEJlvp7oDxTfRON6Qb5NGDOET9m5YFTzspP7Bvl6RlNxHgI/s400/03_sky_17-05_versailles_gallery_16_09_04-scaled.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Alexander Vlahos nei panni di Philippe d'Orleans, fratello del Re</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Co-protagonista, per me, è Alexander Vlahos che interpreta Filippo d'Orleans, fratello del Re e uno dei personaggi più forti, belli e complessi dell'intera serie. L'ho amato dal primo minuto, non solo per la sua bellezza fisica, ma sopratutto per il cuore del suo personaggio. Filippo vive da sempre all'ombra del fratello, è sempre e solo il fratello del Re e scalpita per trovare il suo posto ed il suo pezzetto di gloria. Sposato per ragioni di Stato ad Enrichetta d'Inghilterra ma dichiaratamente omosessuale, Filippo vive costantemente il conflitto di poter vivere la sua sessualità e il suo amore per le Chavalier de Lorraine (altro personaggio molto bello) e il suo dovere di dare una discendenza in quanto fratello del Re. Filippo è intelligente, coraggioso, impetuoso, sensibile, ironico, divertente. E', a mio avviso, il personaggio più riuscito, quello a cui ti affezioni istantaneamente perchè è così incredibilemente intriso di umanità. Si è capito che è il mio preferito?</div>
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<br /></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtU8YFES0OecN3gjGvEWRlHdmOv49DmvGIm3TiYjSQNIpQbH6fj2aRY4eWaZbWHtjlg8fU6JqPZtAfJg7CPjQCkUZuXuA8DPSoqXOydjSQV95TZWGfxu5FBdBABtGmbo0mYwaV-fsPQTc/s1600/tumblr_nzta7rmHIU1to6ilco2_250.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtU8YFES0OecN3gjGvEWRlHdmOv49DmvGIm3TiYjSQNIpQbH6fj2aRY4eWaZbWHtjlg8fU6JqPZtAfJg7CPjQCkUZuXuA8DPSoqXOydjSQV95TZWGfxu5FBdBABtGmbo0mYwaV-fsPQTc/s400/tumblr_nzta7rmHIU1to6ilco2_250.png" width="250" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Noémie Schmidt interpreta Enrichetta d'Inghilterra</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La bellissima Noémie Schimidt è il volto di Enrichetta d'Inghilterra, moglie di Filippo e amante di Luigi XIV. Un personaggio delicato, innamorata del Re e affezionata a Filippo, in eterno conflitto fra la passione per Luigi e il rispetto che prova per il marito. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante Filippo sia dichiaratamente omosessuale e questo ai tempi non era esattamente di facile gestione, tanto più se ne eri la moglie ed eri chiamata a dare una discendenza per avere un certo peso a corte, Enrichetta ha con Filippo un rapporto fraterno. Sono, in qualche modo, complici ed amici. Un aspetto che mi ha colpita molto in positivo. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyjVDs8y968GZppnI4oZI8fYipF_4jAYyw2qdfdHEWRaoE0FCEN1ehyC6L4aMRBqicz4WRG0s02ZvdL-M_QIMH3HL0e6O6sw9qrwwHiGxAbY5Pwh2FercG3QH3BpCwwNcMp5JAFcXUW9A/s1600/33lmvdj.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="554" data-original-width="564" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyjVDs8y968GZppnI4oZI8fYipF_4jAYyw2qdfdHEWRaoE0FCEN1ehyC6L4aMRBqicz4WRG0s02ZvdL-M_QIMH3HL0e6O6sw9qrwwHiGxAbY5Pwh2FercG3QH3BpCwwNcMp5JAFcXUW9A/s400/33lmvdj.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Elisa Lasowski interpreta Maria Teresa d'Asburgo</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><i> </i></td><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Maria Teresa è la moglie di Luigi ed è un personaggio che parte con il botto per poi finire in ombra per un pò e tornare alla ribalta nella seconda stagione. E' una donna forte, risoluta, cosciente del suo ruolo di regina ma anche una donna innamorata, tradita e traditrice in una corte ostile. Un rapporto dalle mille sfumature quello fra lei e Luigi che la cerca ogni volta in cui ha bisogno di una guida.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzyEcLpSR5ixxLE-PYPcIL_GqBORRgEeIDFII6eeN-NG9wqmp0eix9L6OZ2-kSvol4WZ0knEBCfVtuXXjLfM9jTc7EhYboNayxc3TS7NhQ1FTE1MtAP5L8s-7U1OYk6fwDHwutjCGVEic/s1600/brewster_versailles.jpg.size.custom.crop.782x650.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="782" height="331" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzyEcLpSR5ixxLE-PYPcIL_GqBORRgEeIDFII6eeN-NG9wqmp0eix9L6OZ2-kSvol4WZ0knEBCfVtuXXjLfM9jTc7EhYboNayxc3TS7NhQ1FTE1MtAP5L8s-7U1OYk6fwDHwutjCGVEic/s400/brewster_versailles.jpg.size.custom.crop.782x650.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Anna Brewster interpreta la Marchesa de Montespan</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Madame de Montespan è stata la più famosa e potente favorita di Luigi XIV. Bella, senza freni, ambiziosa ed intelligente è il personaggio femminile più affascinante della serie. Con la sua bellezza ha incantato il re e messo in un angolo la regina e la precedente favorita, è diventata la dama più potente di corte al cui volere tutti si devono piegare ma è anche una semplice donna con l'unico scopo di compiacere il re per non perderne il favore e cadere in disgrazia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questi sono i personaggi principali ma molto altri affollano i saloni di Versailles con le loro storie e le loro piccolezze umane. Alcuni sono fortemente tormentati dal ruolo che ricoprono, come il capo della polizia, Fabien Marchal, secondo nel mio cuore dopo Filippo, oppure il valletto onnipresente di Luigi, Monsieur Bontemps.</div>
<div style="text-align: justify;">
Versailles è una serie che vi catturerà per i suoi personaggi e per le sue storie, per il mondo che racconta e per il fascino di quel tempo lontano. </div>
<div style="text-align: justify;">
La colonna sonora spazia fra musiche dell'epoca e inserimenti di musica elettronica che stanno divinamente all'interno dei saloni della reggia che è stata il centro del mondo, manifesto di opulenza, potenza ed eleganza.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io aspetto con ansia la terza serie che è in lavorazione, lo avrete capito. A voi, se non l'avete già vista, consiglio di cuore di recuperarla. Se invece l'avete già vista fatemi sapere che ne pensate nei commenti! Sono curiosissima di leggere altri punti di vista! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Alla prossima!<br />
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-42501223006678767002018-02-11T21:42:00.000+00:002018-02-11T21:56:08.028+00:00Viaggio fra gli Autori emergenti: Episodio Extra- Come ti cambio la vita in una weekend di Patrizio Giulio Cesare Moramarco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZDL4dK1T4F5dFfjfi3bqXTuja9hzcHPFxd34uKGdIWzji0ij1xhOI9YxXxvXG2jGKNiNpDgb0q99MXZuGLW8tRlvRCSl1aPkH5dWGLNMEEdwduUV5qokChExmd6pALFVTsEEXpMsj1lQ/s1600/cover-186x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="186" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZDL4dK1T4F5dFfjfi3bqXTuja9hzcHPFxd34uKGdIWzji0ij1xhOI9YxXxvXG2jGKNiNpDgb0q99MXZuGLW8tRlvRCSl1aPkH5dWGLNMEEdwduUV5qokChExmd6pALFVTsEEXpMsj1lQ/s400/cover-186x300.jpg" width="248" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Aggiungi didascalia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bentornati sulle Astronavi! Questo è un episodio extra di Viaggio fra gli Autori emergenti e necessita di una doverosa premessa. Ad aprile dell'anno scorso, poco prima degli eventi che mi hanno portata a tenere fermo il blog per un pò, conobbi Patrizio Giulio Cesare Moramarco. Parlammo del suo libro e gli chiesi se gli andava di far parte della mia rubrica sugli Autori emergenti/esordienti e lui accettò. La recensione a "Come ti cambio la vita in un weekend" sarebbe dovuta uscire a settembre, era lì appuntata sulla mia agenda. Come sapete però il mio 2017 è stato decisamente turbolento e, in attesa di riprendermi almeno un pò e di vedere che piega avrebbe preso la mia vita professionale, decisi di stoppare il blog e tutto ciò che gli ruota intorno. Voi, a questo punto, vi starete domandando perchè tutta questa premessa e la risposta è molto difficile da dare... Ad ottobre scorso Patrizio è venuto a mancare, giovanissimo. Sono stata molto combattuta se scrivere o meno questa recensione ma poi mi sono detta di sì, era giusto farlo. Perchè avevamo parlato di questo, lui ci teneva, voleva la recensione anche se non fosse stata positiva, insomma glielo dovevo. Perciò, eccomi qui, a fare ciò che Patrozio mi aveva chiesto anche se, purtroppo, non avremo l'intervista con l'Autore e lui non la leggerà mai.</div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziamo, quindi, la recensione a "Come ti cambio la vita in un weekend" di Patrizio Giulio Cesare Moramarco, edito da <a href="https://www.kimerik.it/Home.asp" target="_blank">Kimerik </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Sinossi:</i></u></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che esprimerò in questo racconto è solo la degradazione della
società, sia maschile che femminile, che ha portato negli ultimi anni a
una realtà basata sul materialismo, sull'apparenza e sull'ottenere ciò
che si vuole a qualsiasi costo, abbandonando i nostri valori e la nostra
etica morale. Tutto ciò può addurre benefici nella comunità, ma vuoti
profondi nella persona stessa, ormai costretta a indossare una maschera
allontanandosi giorno dopo giorno dai propri principi. Concludo,
ovviamente, specificando che ogni singola parte di questa narrazione è
puramente inventata e stereotipata a volte quasi all'eccesso, quindi
prendete alla leggera questo testo, godetevi i lati ironici e provate a
ricavarne qualcosa di vostro in cui vi riconoscete e che vi faccia
riflettere. Per tutto il resto... buona lettura!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Recensione:</i></u></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Come ti cambio la vita in un weekend" è un racconto di circa 50 pagine, una lettura breve, veloce, che scivola via con una semplicità quasi disarmante. E' la storia di due amiche, Roberta e Chiara, due giovani donne risucchiate dal lavoro, dallo shopping, dai divertimenti, da una vita fatta di apparenza, di relazioni mordi e fuggi. Seguiamo le loro vicende dal venerdì, tanto agognato, perchè preludio al weekend, ed è una voragine di spese folli, trattamenti di bellezza e discorsi sciocchi. Fino a quando non accade qualcosa che provoca una rottura, un cambiamento, l'obbligo di guardarsi dentro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non vi voglio svelare nulla di più sulla trama perchè, essendo già il racconto molto breve, sarebbe uno spoiler gigante, perciò mi fermo qui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Durante la lettura mi sono spesso trovata a pensare che lo stile fosse troppo semplice, la trama banale, i personaggi vacui, fastidiosi. Il finale ti lascia sospesa. Ero quasi delusa quando ho chiuso il libro... Poi ho capito che non ero delusa dal racconto ma ero delusa dallo spaccato di società reale che mi era stato sbattuto in faccia in appena 50 pagine. Mi sono accorta di essere circondata da Roberta e Chiara, </div>
<div style="text-align: justify;">
di essere anch'io, forse più marginalmente rispetto alle protagoniste del libro che sono volutamente estremizzate nei loro comportamenti, dentro a questa società che ha perso la rotta e con essa una serie di valori fondamentali. E allora capisci che lo stile è volutamente semplice e per nulla ricercato, o teso a grandi vette linguistiche, è volutamente così perchè è funzionale al messaggio che l'Autore vuole mandare. E' un libro semplice e allo stesso tempo profondo, una riflessione su quanto apparire sia più importante di essere nelle nostre vite, di come spesso ci neghiamo la possibilità di essere fragili e di aver bisogno di essere amati. Se volete una lettura veloce ma che vi lasci comunque qualcosa, io vi consiglio "Come ti cambio la vita in un weekend" ma solo ad un patto: che vi accostiate alla lettura con cuore semplice e con voglia di non fermarvi alla superficie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Desidero lasciarvi con queste poche righe di presentazione che Patrizio scrisse di sé a completamento del suo racconto, un modo per farvi conoscere meglii l'anima di questo ragazzo e, per me, di salutarlo.<br />
<br />
<br />
<i>" Mi presento ai lettori con il mio primo libro. Sono un ragazzo sensibile e osservatore di ciò che mi succede ogni giorno Amo descrivere situazioni che toccano la mia sensibilità, mi piace romanzarle secondo il mio punto di vista. Da questa passione nasce la mia opera d'esordio. Mi reputo un sognatore che crede nei veri valori della vita e che è sempre alla ricerca del lato positivo di ogni cosa e situazione. Con questo spirito affronto la vita giorno dopo giorno, se cado cerco sempre di rialzarmi e ogni volta che succede sono sempre più forte di prima, fiero di essere sempre e comunque me stesso, Patrizio Giulio Cesare Moramarco."</i><br />
<br />
Ciao Patrizio!<br />
<br />
Dove acquistare "Come ti cambio la vita in un weekend":<br />
<br />
<i><a href="https://www.kimerik.it/SchedaProdotto.asp?Id=2548" target="_blank">Kimerik Edizioni</a> </i><br />
<br />
<i><a href="https://www.ibs.it/come-ti-cambio-vita-in-libro-patrizio-giulio-cesare-moramarco/e/9788893752237?inventoryId=65753621" target="_blank">Ibs</a> </i><br />
<br />
<i><a href="https://www.lafeltrinelli.it/libri/patrizio-giulio-cesare-moramarco/come-ti-cambio-vita-un/9788893752237" target="_blank">Feltrinelli</a></i><br />
<br />
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<br />
<i> </i> </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-32398816845772501752018-01-22T20:05:00.000+00:002018-01-22T20:05:54.482+00:00Viaggio fra gli Autori emergenti: Episodio 3- Siamo tutti figli di Caino di Paolo Battista<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjei6kPbrrHMrKpF2s7mluXaZCZOza11IQ9OHMSfD9LpCPYDhsZ50NQ0oWI0JVhFKqQrORUk8RwV-3KoYJZ-NybBa23ryNt1AIBp5s3Sn_wy31kbEQQsXvPrrMYkKzwwaEXhEivPN36j0/s1600/piatto_Siamo-tutti-figli-di-Caino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1019" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjei6kPbrrHMrKpF2s7mluXaZCZOza11IQ9OHMSfD9LpCPYDhsZ50NQ0oWI0JVhFKqQrORUk8RwV-3KoYJZ-NybBa23ryNt1AIBp5s3Sn_wy31kbEQQsXvPrrMYkKzwwaEXhEivPN36j0/s400/piatto_Siamo-tutti-figli-di-Caino.jpg" width="253" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bentornati nel nostro "Viaggio fra gli Autori emergenti"! Non vedevo l'ora di riprendere questa rubrica perchè sono molto legata a questa idea e mi piace moltissimo scoprire, di volta in volta, nuovi Autori davvero interessanti. L'episodio di oggi sarà forte perciò preparatevi bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Protagonista di questa recensione, come da titolo, è "Siamo tutti figli di Caino", edito da <a href="http://www.alteregoedizioni.it/" target="_blank">Alter Ego</a> nel 2016 al prezzo di € 13. Avevo letto e preso contatto con il suo Autore, Paolo Battista, prima della lunga pausa che le Astronavi hanno avuto ed ora eccomi qui a recuperare. Perciò bando alle ciance e iniziamo ad addentrarci in questo romanzo davvero duro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<u><i>Sinossi:</i></u><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pierpaolo guarda lo spiazzo popolato di persone di fronte al Ser.T.
Casilino. Anzi no, non lo guarda. Pierpaolo lo vive. Ci vive. Pierpaolo è
un eroinomane, un tossico come gli altri, uno che pensa sempre <i>questa è l’ultima</i> ma che poi rimanda sempre, uno per cui il tempo non passa mai, in un inferno circolare che risucchia nel nero più nero della <i>bianca</i>,
del metadone, degli psicofarmaci. Non succede mai niente lì dentro, in
un’attesa continua, una continua guerra che prima di essere contro
qualcuno è contro se stessi. Un presente eterno, da cui sono banditi
passato e futuro. Giorni uguali l’uno all’altro, maledetti nello stesso
modo, pronti per essere usati e abusati. Forse però Pierpaolo è diverso
dagli altri. Lui è un laureato, un poeta. Lui sa come raccontare i leoni
e i gladiatori dell’arena. È uno di loro. Uno che ha capito come vanno
le cose anche se può far poco per cambiarle.</div>
<br />
<u><i>Recensione:</i></u><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
A causa del lungo stop delle Astronavi, ho deciso di rileggere Caino da capo (molto presto chiamerete anche voi questo libro semplicemente "Caino", credetemi) e mai scelta fu più sensata. In questo modo ho potuto sentire maggiormente la denuncia che Paolo Battista racconta nel suo lavoro. Caino è 194 pagine di dolore, angoscia, rabbia, voglia di riscatto, denuncia della società, odio verso il mondo e verso se stessi, amore salvifico, sesso, speranza. Dalla prima pagina vi ritroverete immersi nelle vite di Pierpaolo e dei suoi amici, tossicodipendenti come lui, vite che assumono, di volta in volta, sfumature di colore acciaio, grigio antracite, nere, mai luminose, mai confortanti. Tutto il romanzo si svolge nel marciapiede tra il Ser.T. Casilino e il China e lì, in un susseguirsi di giornate sempre uguali, scandite dagli stessi ritmi, dalle stesse cose, droga, piccoli furti, violenza, emarginazione, ci viene mostrato un mondo che ostinatamente facciamo finta di non vedere, perchè "a me non può succedere", perchè ne abbiamo paura, come di tutte le fragilità umane. Non aspettavi nessun conforto dall' Autore perchè non ha minimamente intenzione di indorarvi la pillola, anzi, vuole mostrare, attraverso un stile di scrittura forte, senza mezzi termini, senza pudore, la realtà dei suoi personaggi. Ogni persona, perchè di persone parliamo e non di rifiuti, è descritta minuziosamente in questo romanzo: Schizzetto, Gigetto, Umbertino, Lisa, Olimpia e tutti gli altri che gravitano nell'universo del nostro, sono ben stampati e caratterizzati nella mente del lettore e, vogliate o meno, finirete per entrare in empatia con il loro dolore. Sono tutte vite al limite le loro, che puzzano di morte da lontano, che vivono il tormento del quotidiano alzarsi la mattina, che non riescono per loro volontà ma più spesso per mancanza di possibilità reali, a cambiare le proprie vite. Hanno figli, hanno madri, fratelli e sorelle che sono sempre sullo sfondo, come se non avessero un ruolo nelle loro vite e, nei pochi casi in cui l'hanno sono antagonisti, fanno più male che bene. Ti arrabbi con questi personaggi, ti arrabbi tanto, all'inizio li giudichi pure forse, perchè tanto giuducare la fragilità altrui è tanto facile ma più si prosegue nel romanzo, più la rabbia si sposta da loro a noi, alla nostra società. Questa società che "cura" queste persone a colpi di metadone, rendendoli di fatto dipendenti da quello per sopravvivere, anzichè offrire un reale percorso di cura, ascolto, reinserimento. </div>
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<i>" Per loro siamo numeri: un numero di scheda, 1805 o 1547 o 569, e un numero di mescita, 19 mg o 80 mg o 45 mg, dopodiché puoi anche morire. Una volta fuori ognuno per la sua strada, neanche salutano se ti vedono, anzi fanno finta di non vederti, che è pure peggio... Se solo riuscissero a capire che un loro sorriso, una loro parola potrebbe rilassare i nervi a uno qualsiasi di noi, per un inizio di giornata meno stronzo del solito, abituati come siamo a prendere porte in faccia e calci in culo ovunque andiamo..." (Siamo tutti figli di Caino pag. 29).</i></div>
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<i>"Le nuvole sembrano macchie di muffa e l'aria ha il sapore di una minestra rancida. Cerco rifugio in qualche ricordo positivo, subito sopraffatto dall'ennesima morte che poteva, doveva essere evitata, L'ennesima vittima di una strada che ha colpito senza rimorsi, e noi qui a parlarne come se fossimo stati baciati dall'immortalità, come se non fosse possibile che un giorno o l'altro il prossimo a morire sia uno di noi." (Siamo tutti figli di Caino pag.32).</i></div>
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Al centro della storia personale di Pierpaolo c'è sicuramente Silvia, la donna che ama. Si sono conosciuti al Ser.T, si sono persi immediamente in un'attrazione fisica incontenibile, hanno imparato ad amarsi profondamente, nonostante sappiano entrambi che quella relazione è pericolosa, è tossica, è complessa. Silvia è una giovane donna genovese, con una storia difficilissima alle spalle, con un'anima fragile che la puoi toccare e sentire che puoi frantumarla in un secondo, ma un'anima in cui risiede la speranza, la voglia di cambiare questo destino che sembra già segnato per lei e per il suo uomo, il bisogno di amore, di affetto, di famiglia. Silvia vuole salvare Pierpaolo e, attraverso di lui, attraverso il loro amore, vuole salvare se stessa. Silvia è la voglia di vivere una vita serena, normale, tranquilla, fatta di un lavoro vero, di amiche, magari di figli un giorno, quando saranno usciti dall'inferno. E' bella Silvia, bella nei suoi tratti somatici ma bella soprattutto nell' anima. Ama senza remore, vive ogni attimo come fosse l'ultimo, ha tanta paura dentro di sé e al contempo è l'unica ad avere ancora risorse da spendere. Pierpaolo l'ama di un amore delicato, dolcissimo, dipendente anche da lei, in un certo senso, da lei che smuove le sue paure più profonde, da lei che non gli permette di rinuciare al suo sogno di pubblicare i suoi scritti, da lei che lo sprona a cambiare città, a trovare una nuova via. Silvia, seppur con tutte le sue fragilità ed il dolore che si porta dentro, lacerata ed impaurita da una vita che l'ha presa a calci e pugni troppe volte nel modo più crudele, è l'unico raggio di sole capace di squarciare l'acciaio perenne di questo romanzo. E' un personaggio positivo, Silvia, è bellezza semplice e schietta. </div>
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<br /></div>
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<i>"Silvia, la mia Silvia. Quando sto con lei la mia mente si sgombra di tutti i pensieri che la opprimono e le ore passano veloci come carezze. Ogni giorno la guardo con occhi nuovi, come adesso, e lei un pò imbarazzata un pò compiaciuta sorride e mi chiede di smetterla, sorride e con gli occhi dolcissimi mi chiede di prenderla. Allora ripenso al nostro primo incontro, a Luna dei Verdena, al sesso, alle lunghe passeggiate di quei giorni, alle dolci improvvisate frutto di emozioni forti, reali, e mi persuado che quello con Silvia è stato amore a prima vista, anche se entrambi continuiamo ad avere una paura fottuta di questa relazione tossica e coinvolgente allo stesso tempo." (Siamo tutti figli di Caino pagg. 33-34)</i></div>
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Non manca nemmeno l'autocritica nel libro. Spesso Pierpaolo si trova riflettere su se stesso e sui suoi compagni dell'arena, riflette su quanto spesso si rifugino nella droga, nel Rivotril, nell'alcool per scacciare i loro demoni anziche affrontarli. Spesso riflette su quanto poco stia facendo per cambiare la sua vita, a come desideri cambiarla ma non abbia gli strumenti e le forze per farlo, risucchiato dalle catene della droga. Ma poi torna la rabbia contro il sistema, contro la società, contro la gente comune che li tratta come feccia, come una malattia da cui tenersi lontano, come qualcosa che dovrebbe essere cancellato e schiacciato subito. E' tormentato Pierpaolo, dalle ingiustizie che vive e da se stesso, in un circolo che lo trascina sempre più giù, in un gioco sul filo del rasoio per sopravvivere al quale non può bastare solo l'amore di Silvia. </div>
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<i> </i></div>
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<i>" Cazzo , penso mentre mi scolo una Peroni in lattina, è triste ma ormai la maggior parte di loro si è così abituata a questo stato di cose che la galera è diventata un'altra casa. Accettano la vita per come viene ormai e di certi non sperano in qualche aiuto dalla società, che li considera non degli esseri umani ma dei reietti, falliti senza più cervello e futuro. Ma questa società così lontana dai problemi reali si sbaglia di grosso e continuando su questa strada avvà sulla coscienza centinaia di esistenze che di sicuro potevano essere aiutate ma che invece vengono solo emarginate e criminalizzate." (Siamo tutti figli di Caino pagg. 113-114).</i></div>
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Questo romanzo trasuda disperazione e rabbia. Ho spesso sentito freddo dentro nel leggerlo e mi sono ritrovata con le lacrime che mi rigavano il viso. Caino può essere compreso appieno da chi ha vissuto l'esperienza della tossicodipendenza e, forse, anche se non in modo completo, da chi ha vissuto vicino a chi ha un problema di tossicodipendenza. Ma dovrebbe essere letto da tutti, forse persino a scuola, magari all'ultimo anno delle superiori. E' una lama che ti gira nel cuore, Caino, che ti sconvolge continuamente. Non potevo leggere più di uno o due capitoli alla volta, soprattutto in certe parti del romanzo, perchè ero sopraffatta e mi mancava quasi il fiato. Mi sono incazzata con ogni personaggio, ho amato Silvia e la sua purezza. Ho detestato la durezza con cui Paolo Battista mi ha sbattuto in faccia la realtà, senza compromessi né descrittivi, né di linguaggio. Ho ringraziato Paolo Battista, alla fine del libro, per le stesse ragioni. E lo ringrazio ancora perchè Caino non è solo un romanzo, Caino è un'esperienza formativa, Caino è un pugno in pieno viso e mi serviva.</div>
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<br />
<u><i>Intervista a Paolo Battista:</i></u><br />
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</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Aspettando
le Astronavi: Ciao Paolo, benvenuto su Aspettando le Astronavi e grazie per il
tempo che hai deciso di concedere a questa intervista!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Iniziamo da te… Chi è Paolo Battista? Come ti descriveresti?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Ciao,
e grazie a te per l’invito. Chi è Paolo battista?? Mhhhh… domanda difficile. Allora,
ho quarantanni e li ho vissuti tutti al limite. Sono una persona che non si
ferma alle apparenze, che non giudica solo per il gusto di farlo e che fa molti
errori. Ho un bel po’ di difetti, ma quando amo qualcuno lo amo con tutto me
stesso. Ho sempre avuto dentro di me una propensione alla rivolta, che non
sempre mi ha fatto stare bene. Sono estremamente sincero, e quando qualcosa non
mi piace non riesco a tenermela dentro. Per la famiglia e gli amici farei di
tutto, sono molto impulsivo e viscerale, spesso sregolato, con la testa fra le
nuvole, ma nel momento del bisogno avrai sempre in me qualcuno su cui poter
contare, e questo credo sia la cosa più importante. Per il resto lasciamo il
giudizio ai posteri, eheheheh!</span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Qual è il tuo libro preferito?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Più
che il libro preferito, ti rispondo con il libro che mi ha cambiato la vita: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Illuminazioni</i> di Rimbaud.</span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Che musica ascolti?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: La
musica è la mia vita, quanto la poesia. Prima di essere poeta, sono un
batterista. Scrivo canzoni da quando avevo <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tredici anni, e la musica la amo tutta. In
questo momento però sto ascoltando molto: Chet Baker, hip hop partenopeo come
Co’ Sang, Moderup, 4/20, El coyete, etcetc e John Frusciante.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:“Siamo
tutti figli di Caino” è il tuo romanzo d’esordio?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Caino
si, è il mio primo romanzo. E spero non l’ultimo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Sono sempre curiosa di sapere che tempi di gestazione<a href="https://draft.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>
hanno i romanzi. Quanto tempo hai impiegato a scrivere il tuo romanzo? Ho letto
da qualche parte che è stata una gestazione travagliata.</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Si,
ho lavorato a questo romanzo per quasi dieci anni. Tutto è iniziato quasi per
gioco, fino a quando ho capito che certe storie devono essere raccontate. Lo
stile documentaristico del racconto, forse a un certo punto, ha reso le cose un
po’ più facili; ma certo non è stato semplice mettersi in gioco così e
soprattutto rendere queste persone personaggi da romanzo, proprio perché sono
persone reali, con la loro vita appesa e disfunzionale. Quello che m’interessa
è incidere, accendere una luce su storie marginali e oscure.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
La storia che racconti ha sicuramente, per intensità, un certo grado di
autobiografia, di vita vissuta. Non ti chiedo certamente a che livello ma pensi
che un argomento come quello della tossicodipendenza possa essere trattato in
un romanzo solo da chi l’ha vissuta molto da vicino?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Si,
assolutamente. Io sono molto old-school in questo. Penso che se vuoi parlare di
certe cose le devi vivere, così come se vuoi scrivere d’amore, almeno una volta
nella vita devi essere stato innamorato. Se vuoi scrivere una cosa vera bisogna
spolpare mangiare quello che vivi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
In Caino le ambientazioni erano quasi un di più ed infatti quasi tutto il
romanzo si svolge negli stessi luoghi. E’ una scelta voluta per dare maggiore
intensità ai personaggi? Per aiutare, passami il verbo, il lettore ad entrare
realmente nella vita di Pierpaolo? </span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Non
so, non credo siano un di più. Diciamo che l’ambientazione, cioè questo
marciapiede di periferia a metà strada tra un Ser. T. e un negozietto cinese è
per me uno dei personaggi principali del romanzo. Senza di esso sarebbe di
sicuro stata un’opera diversa. Ho volutamente marcato questo aspetto per accentuare
il delirio dei protagonisti. È un po’ come una prigione all’aria aperta, in cui
ci si sono ficcati da soli e da cui non riescono più ad uscire. È la periferia
malata e distorta in cui sono costrette a vivere migliaia di persone. Periferia
che crea mostri e geni, folli e lavoratori, miscuglio di razze che la rende
affascinante ma allo stesso tempo pericolosa. Ma il futuro di questi luoghi
resterà incerto e tremolante, se non si farà qualcosa per cambiarli e renderli
più vivibili e fruibili. M’interessava portare alla luce questo aspetto, e alla
fine, credo di esserci riuscito. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Parliamo di Silvia? E’ sicuramente il personaggio più positivo del romanzo ed
anche il più delicato. E’ quello che la tua penna delinea con una dolcezza
incredibile. Sono i rari momenti in cui non si sente la rabbia e l’atmosfera
cupa presente in tutto il romanzo. Silvia esiste? Oppure è stata concepita come
figura salvifica, portatrice di speranza in una storia dove altrimenti non ce
ne sarebbe stata nemmeno l’ombra?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Silvia
esiste, come esistono gli altri venti personaggi del libro. Ed è la descrizione
dell’amore di cui parlavo prima. È un personaggio controverso, certo Pierpaolo
cerca una sorta di appiglio tra le sue braccia, ma così facendo rischia di
trascinarla a fondo con lui. Anche per questo alla fine è lei che si salva, è
lei che continuerà a vivere, mentre quasi tutti gli altri personaggi hanno un
destino segnato, in un certo senso sono morti che camminano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Come ho scritto nella recensione, le famiglie dei tuoi personaggi sono
praticamente assenti. Non mi riferisco ad ex mogli, o figli ma a madri, padri,
fratelli e sorelle. Sono tutte, quando ci sono, sullo sfondo. Il dramma della
tossicodipendenza non è però solo di chi la vive ma anche di chi prova a
stargli accanto. L’impotenza, la rabbia, il senso di colpa, il dolore e la
stanchezza che vivi quando stai vicino a una persona dipendente da qualche
sostanza è devastante, ti immobilizza e, allo stesso tempo, sai che qualsiasi
cosa tu faccia non potrai proteggere, sostenere e tanto meno salvare. Allora ti
chiedo: che cosa consiglieresti ad una famiglia che non vuole abbandonare una
parte di sé? Cosa è realmente utile fare?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Gli
consiglierei, nel bene o nel male, di non abbandonarli, di parlare, comunicare,
anche quando sembra impossibile, di tenere duro perché alla fine queste persone
sono i loro figli, fratelli, sorelle, amici, il loro stesso sangue e il sangue
è vita, la vita che continua e pulsa anche all’inferno. Nel romanzo queste
famiglie sono assenti, distrutte, e proprio per questo i personaggi sono
destinati alla morte. Sono assenti come assente è il Sistema, lo Stato, ed anche
questo è un aspetto che ho volutamente sottolineato per portare alla luce il
problema. Chi legge Caino deve rendersi conto che il problema non è solo patologico
ma psicosociale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Caino è un libro di denuncia. Paolo Battista cosa vorrebbe che venisse cambiato
nel sistema per aiutare efficacemente chi cade nel tunnel della
tossicodipendenza?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Tante
cose. Prima di tutto le normative, spesso inadeguate. La legislazione attuale
riempie le carceri di tossicodipendenti, trattando questo tema come un esclusivo
problema di ordine pubblico. Poi i servizi, organizzati male e molto
arretrati.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Non c’è rete tra i vari enti,
e la cosa non fa che isolare e stereotipare sia i consumatori sia le loro
famiglie. Poi ancora l’assenza di un piano per la prevenzione. Il vero elemento
di novità degli ultimi anni, la riduzione del danno, è stato fortemente
ridimensionato, e questo ha portato ad una scarsa innovazione dei servizi, che
invece dovrebbero curare di più aspetti come la formazione degli operatori e le
competenze e le capacità degli stessi. Bisogna implementare le risposte sociali
e non focalizzarsi sulla dipendenza come malattia, coinvolgere amici e famiglie
e integrare l’intervento sanitario con quello comunitario. È una questione di
reinserimento e di ridare dignità a chi ha questo tipo di problemi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Parliamo di cose più leggere. Qual è l’ora migliore per scrivere secondo te? </span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Sono
un romantico in questo; la notte, quando tutto tace e i demoni fanno capolino
nella tua testa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
C’era un’abitudine particolare durante la stesura del romanzo? Un rito a cui
non potevi rinunciare, ad esempio?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Ad
esempio caffè e marijuana.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Quante ore dedicavi alla stesura del romanzo? </span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Notti
insonni per anni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Caino è il tuo primo romanzo ma non è la tua prima pubblicazione. Mi racconti
qualcosa di Paolo poeta?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: La
poesia è il mio vero amore. E spesso anche i miei racconti sono intrisi di
poesia. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Scrivo poesia da sempre e ancora
continuo a farlo. La cosa difficile è trovare il giusto equilibrio tra prosa e
poesia, ma in fondo io sono di natura un iperrealista, quindi uno che scrive
come mangia, e anche i miei versi sono pieni di riferimenti realistici, pieni
di dettagli, di piccole cose quotidiane, di crepe, di notti insonni e tanto
altro. Per me non c’è un altro modo di scrivere poesia. La cosa importante è
raccontare le cose come sono, senza fronzoli e accademismi inutili. La poesia
dev’essere chiara e godibile, altrimenti è solo merda ampollosa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Tu hai avuto la possibilità ed il merito di pubblicare con una Casa editrice: Alter
Ego. Ti va di raccontarci il tuo percorso, le eventuali porte in faccia e come
sei arrivata alla tua CE?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Il
mio percorso è stato simile a quello di tanti altri scrittori emergenti; Caino
è stato rifiutato per anni fino a quando un’amica scrittrice, Ilaria Palomba,
ha creduto nel progetto e l’ha fatto leggere agli amici di Alter Ego che hanno
deciso di pubblicarlo. La vita dello scrittore purtroppo è fatta di porte in
faccia, ma in fondo è una messa alla prova, dura e spietata, ma fondamentale,
utile per capire se quello che vuoi veramente è veder pubblicate le cose che
scrivi. Se dopo tante porte in faccia ancora ci provi, vuol dire che quello è
il tuo destino, e alla fine nessuno potrà toglierti la gioia di annusare la
carta dove le tue parole scorrono delicate e decise allo stesso tempo. È una
questione di volontà e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cazzimma. </i>La
spunta solo chi ci crede veramente!</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Che cosa pensi del self publishing? Secondo te può essere una risorsa per gli
aspiranti scrittori? E tu hai mai pensato di pubblicare come self?</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Può
essere utile ( uno dei miei libri di poesia: Inferno di contorno, l’ho
pubblicato a mie spese ), ma non può essere l’unica via. Arriva un momento
nella vita di uno scrittore dove affrontare il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">MostroEditoria</i> è inevitabile, indispensabile, per capire di che
pasta sei fatto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Ultima domanda: stai lavorando già ad un nuovo romanzo? </span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Si,
certo… dopo Caino ho scritto altri due romanzi che per ora hanno bisogno di
revisioni e riletture. L’ultimo, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La
bestia</i>, non ha avuto la stessa gestazione di Caino e l’ho scritto in poco
più di un mese. L’ispirazione a volte è una bellissima dea con le cosce
spalancate. Vedremo! Al solito la cosa difficile sarà trovare un editore. Vedremo!
Vedremo come andrà a finire. </span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A:
Grazie Paolo e alla prossima!</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">P: Grazie
a te, è stato un piacere. Ciao!</span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Siamo arrivati alla fine di questo terzo intenso episodio di Viaggio fra gli Autori emergenti. A febbraio, scopriremo un'Autrice genovese che è anche una sagace blogger. A presto!</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.facebook.com/paolobattistalibri/" target="_blank">Pagina Facebook</a> </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dove acquistare il romanzo:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.alteregoedizioni.it/tutti-figli-caino/" target="_blank">Alter Ego Edizioni</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=siamo+tutti+figli+di+caino&rh=i%3Aaps%2Ck%3Asiamo+tutti+figli+di+caino" target="_blank">Amazon</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://draft.blogger.com/%3Ca%20target=%22_blank%22%20href=%22https://www.amazon.it/gp/product/889333044X/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=889333044X&linkCode=as2&tag=aspettandolea-21&linkId=1feeb8abada8502eea886afb03d46ed2%22%3ESiamo%20tutti%20figli%20di%20Caino%3C/a%3E%3Cimg%20src=%22//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=aspettandolea-21&l=am2&o=29&a=889333044X%22%20width=%221%22%20height=%221%22%20border=%220%22%20alt=%22%22%20style=%22border:none%20!important;%20margin:0px%20!important;%22%20/%3E" target="_blank">Amazon link affiliato </a></span><br />
<span style="font-family: inherit;">(Attenzione! Questo secondo link ad Amazon contiene il mio codice affiliato. In pratica, acquistando da questo link e non da quello normale farete in modo che io percepisca una piccola percentuale che ovviamente userò per sostenere il progetto di Aspettando le Astronavi. Per voi non ci sarà alcun sovrapprezzo come potrete verificare confrontando i due link. Grazie a chi mi darà una mano!)</span><br />
<br />
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.libraccio.it/libro/9788893330442/paolo-battista/siamo-tutti-figli-di-caino.html" target="_blank">Libraccio</a></span><br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-27206685829223200332018-01-17T12:23:00.001+00:002018-01-18T18:15:17.232+00:00Kit della donna pendolare- Starter Pack<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMj8QHsmlHsNG07fGHa9TVmPUVf8znUjANuPE35uyx6y4quDa9eAj8gz1Y3VSDRLo9T-qllyFKEtPk2AwYSAh8tkKI8zM6epPd5RL751E7eYnj05JlZ-ULcip_bceS7cejZFbwIBvIEwE/s1600/1411650843Leggere-sul-treno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="337" data-original-width="500" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMj8QHsmlHsNG07fGHa9TVmPUVf8znUjANuPE35uyx6y4quDa9eAj8gz1Y3VSDRLo9T-qllyFKEtPk2AwYSAh8tkKI8zM6epPd5RL751E7eYnj05JlZ-ULcip_bceS7cejZFbwIBvIEwE/s400/1411650843Leggere-sul-treno.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Credo non potessi trovare immagine meno realistica di questa per affrontare un tema che ha a che vedere con il pendolarismo</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Parliamone: sono diventata pendolare da un anno e mezzo circa e, ovviamente, con l'esperienza ho affinato le tattiche per alzarmi più tardi la mattina, scorciatoie per recuperare preziosissimi secondi lungo il tragitto casa-stazione, messo su fiato per camminare senza rischiare l'arresto cardiaco dopo due passi, tecniche di make up in 5 minuti che Youtubers e beauty blogger di tutto il mondo "scansateve", modifiche al tragitto Tiburtina-ufficio per arrivare puntuale ma impiegando meno tempo e facendo colazione al bar, salvo poi veder andare tutto in fumo grazie ad Atac o Trenitalia, ma questa è un'altra storia. Anche la mia borsa ha trovato una sua organizzazione, in tutto questo. </div>
<div style="text-align: justify;">
All'inizio mi portavo l'inverosimile perchè Roma era completamente nuova per me e non sapevo dove avrei potuto fare approvigionamenti di emergenza e quindi ragionavo come se dovessi partire per un mese ogni santo giorno. Un disastro. Piano piano, la conoscenza del territorio, dei meccanismi del pendolarismo e la mia esaurita voglia di spaccarmi le spalle a portarmi dietro l'impossibile, mi hanno obbligata a scegliere cosa è davvero fondamentale che io abbia con me nella mia quotidiana vita pendolina.</div>
<div style="text-align: justify;">
In pratica, sto per raccontarvi cosa c'è nella mia borsa come in quei video, di cui non ho mai capito il senso, che fanno le beauty e fashion youtubers, bloggers ed influencers ma il mio post ha una finalità: quella di esservi d'aiuto! Sempre con molta ironia.</div>
<div style="text-align: justify;">
E allora 3, 2, 1... VIA!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>La Borsa</i></u>: per essere una pendolare felice devi avere una borsa grande. Un pò come diceva lo spot dei pennelli Cinghiale, per cui: "parete grande, grande pennello" (e tutti ci ricordiamo i doppi sensi per decenni ma sorvoliamo...). Per poter essere tranquille durante i vostri spostamenti casa-lavoro, lavoro-casa vi serve una borsa capiente. Credetemi, ho provato a sfoggiare le mie borse di misure più ridotte ma finivo sempre per portarmi dietro un'altra borsa a mano, oppure restavo con l'angoscia di non avere tutto per l'intera giornata e, puntuale come il treno in ritardo o la metro rotta, o lo sciopero dei mezzi, mi serviva qualcosa che non avevo con me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Certi momenti si possono vivere solo per le cerimonie e per le serate fighe, dove sai che tutto il tuo mondo sarà una pochette, ma ne vale almeno la pena, si spera. </div>
<div style="text-align: justify;">
In principio quindi, memore della mia spensierata vita da NON pendolare a Genova, buttavo tutto alla rinfusa nella mia borsa, facendo attenzione ad usare le eventuali tasche interne per le chiavi di casa e per il cellulare. Adesso cerco di utilizzare piccoli astucci e pochette per organizzare meglio il contenuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxJF8MEAx-Z7rMtPMs4JNZPCBnPYndeycOoKJc2qx6ysmwuqZ201DS9hNkXCmj49DFzbz94zT9EhU3riG-DwbGyjTcNv2HTeF0eoql2ZNVuDr6oC4z_T7eOwGU4WkPF_FmdZLkWpPn7xo/s1600/IMG-8839.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxJF8MEAx-Z7rMtPMs4JNZPCBnPYndeycOoKJc2qx6ysmwuqZ201DS9hNkXCmj49DFzbz94zT9EhU3riG-DwbGyjTcNv2HTeF0eoql2ZNVuDr6oC4z_T7eOwGU4WkPF_FmdZLkWpPn7xo/s400/IMG-8839.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La borsa che sto usando in questo periodo è di Disegual. E' la Misha Capri Double Face e mi è stata regalata dai miei genitori per il mio compleanno. E' una borsa capiente che può essere utilizzata sia dal lato con sfondo nero, sia da quello con sfondo bianco e all'interno ha questa ulteriore borsa "mega pochette" dove conservare le cose. Il prezzo è di €69.95 ma ora ora è in saldo sul sito a €48.97</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Bottiglietta d'acqua caramelle e uno snack</i></u>: penserete che sia scema ma, quando scoprirete che Trenitalia può tenervi in ostaggio sui suoi Regionali, o Regionali Veloci, anche per più ore nel mezzo del nulla e per le ragioni più disparate che vanno dal banale guasto tecnico, al furto di pezzi dai binari, a malori sul treno stesso, al dover far passare quattro Freccia, Italo, Intercity che sono tutti in ritardo e hanno la precedenza su di te, povero pendolare sfigato, fino ad arrivare all'investimento di bestiame, occupazione dei binari da parte di chiunque voglia fare rimostranze per qualcosa (anche contro la moglie che se ne è andata di casa, non scherzo), fino alla tragedia del suicidio buttandosi sotto un treno (non mi è mai capitato, solo un paio di volte, il treno che precedeva il mio aveva investito una persona che si era lanciata sui binari e quindi siamo rimasti fermi in coda per un tempo infinito). Dicevo, quando capirete che Trenitalia è l'Anonima Sequestri legalizzata, la bottiglietta d'acqua e qualcosa da sgranocchiare non potranno mai mancare nella vostra borsa da pendolare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Fazzolettini di carta, salviettine umidificate, disinfettante mani</i></u>: questo è un altro punto fondamentale. Voi penserete che siano banalità ma noto moltissime persone che ne sono sprovviste, di una o di tutte le cose citate. In treno non saprete mai in cosa potreste imbattervi, è un' avventura nuova ogni giorno che spazia dal romanzo, al fantasy, alla fantascienza vera e propria, allo Sci-Fi, all'horror più splatter che ci possa essere. Il problema è che il protagonista sei tu! Quando la mattina, o la sera, sali sul treno potresti trovare sedili zozzi, oppure star seduto vicino ad una persona zozza (in genere io sto in piedi piuttosto), potreste cotrarre raffreddori fulminanti e avere il naso che inizia a colare come una proboscide da un secondo all'altro, potreste essere costretti a dover andare in bagno e, quest'ultima ipotesi, necessiterebbe di un kit igienico sanitario completo, ma almeno fra fazzoletti, salviettine umidificate, amuchina spray o gel magari l'ebola lo eviterete, ecco... Ricordo una signora che per entrare in bagno indossò guanti di lattice usa e getta. Non ho mai escluso di utilizzare la stessa tattica anche se la trovo un tantino esagerata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Elastico per capelli e spray antiparassiti</i></u>: Lo so che inorridirete ma, purtroppo, una delle cose che più di frequente, se non prenderete le giuste accortezze, vi potrà capitare salendo su treni, metro e bus tutti i santi giorni, è prendere i pidocchi. In particolare se, come me, avete i capelli lunghi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Io esco la mattina con i capelli sciolti, arrivo in stazione a Orte salgo sul treno, lego i capelli ben stretti e fermi in uno chignon fatto alla buona, arrivo a Roma slego e sistemo i capelli che, per fortuna mia, sono lunghi e mossi e non necessitano di grandi cose per stare a posto e ripeto i passaggi al ritorno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per prevenire eventuali infestazioni ci sono in commercio spray con sostanze completamente naturali che potete spruzzare sui capelli e che sono veri e propri repellenti per gli infami animaletti. Non ungono o rovinano la capigliatura e non la rendono meno lucida. Pensateci, pechè a volte credo mi abbiano davvero salvata.<br />
<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF6EFx5zkgsN4A8e-iu-VxAVzk1GOvPmA6UHma5TB4oXaScX5cRMZG7V9FiPBT6KSMqDTJY7k3CLRzzhx4Omos0xct54AJlWV2T4tVxHJl7fTzsjuQuJeDJnJeiZj93x_147rLxODDeZU/s1600/IMG-8831.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF6EFx5zkgsN4A8e-iu-VxAVzk1GOvPmA6UHma5TB4oXaScX5cRMZG7V9FiPBT6KSMqDTJY7k3CLRzzhx4Omos0xct54AJlWV2T4tVxHJl7fTzsjuQuJeDJnJeiZj93x_147rLxODDeZU/s400/IMG-8831.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vi consiglio questo preventivo di Marco Viti, Pyr lozione spray con lavanda e tea tree oil. Io lo acquisto a 12€ in farmacia o su <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B075TB9PS8/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B075TB9PS8&linkCode=as2&tag=aspettandolea-21&linkId=f22959ef6b4586ec24bc8772e3f694aa" target="_blank">Amazon</a> </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>Libro, rivista, settimana enigmistica insomma qualcosa per intrattenervi durante il viaggio che potrebbe rivelarsi molto più lungo del previsto</i></u>: Io opto sempre per un libro che sia cartaceo, che sia sul mio Kobo non importa. Se scegliete il cartaceo state sempre attente alle dimensioni e al peso. Ricordatevi che potreste dover correre al binario per prendere il treno, oppure il bus o la metro, che ci sono tratti che obbligatoriamente dovrete fare a piedi, che certi giorni i treni sono così carichi di gente che non troverete posto a sedere, perciò il controllo del peso della borsa vi eviterà di stancarvi ancora di più o di farvi diventare gobbe, che non è male... </div>
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<u><i>Caricabatterie del telefono, cuffie, taccuino, agenda</i></u>: Guardando in positivo, il viaggio in treno è anche un buon momento per chiudere gli occhi e ascoltare la vostra musica preferita, ammirare il paesaggio e fare qualche foto, scrivere di idee, progetti che vi vengono in mente, dare un'occhiata agli impegni del giorno seguente, fare telefonate (ripetitori permettendo) e prendere appuntamenti. Per me questi oggetti sono tutti irrinunciabili.</div>
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<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhm7jlv-5VgI_QaaDw0QCzLMP_9hwcJLYA2rNL97SGPoOFh0S6xjLFiOW8plkLT-KqxfyCxUqEduib6ST7u8kssoKYnqfUeIUIwHz7YZIzgUhzAmJxuqzcIVCCkfaA_c1mHXpMozplY0g/s1600/IMG-8830.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhm7jlv-5VgI_QaaDw0QCzLMP_9hwcJLYA2rNL97SGPoOFh0S6xjLFiOW8plkLT-KqxfyCxUqEduib6ST7u8kssoKYnqfUeIUIwHz7YZIzgUhzAmJxuqzcIVCCkfaA_c1mHXpMozplY0g/s400/IMG-8830.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Uno dei miei piccoli quaderni di Moleskine, il libro che ho in lettura in questo momento: "Siamo tutti figli di Caino" di Paolo Battista a un prezzo di € 13,00 su Amazon, la mia agenda 2018 di Moleskine a tema Alice in Wonderland che mi ha regalato Andrea al costo di € 24,90. Quest'anno ho deciso di provare il brivido della giornaliera... </i></td></tr>
</tbody></table>
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<u><i>Pochette per chiavi, badge lavoro, abbonamento treno/atac, penna, matita, medicinali che devo avere sempre con me</i></u>: Ho poi una poccola pochette in cui tengo il badge per entrare in ufficio e aprire le porte varie della sede, una roba che sembra che custodiamo uranio impoverito e invece ci occupiamo di telecomuncazioni e servizi ai clienti. Nella stessa pochette ripongo anche le chiavi di casa che altrimenti non trovo mai, l'abbonamento che puntualmente esibisco orgogliosamente con velocità impressionante al controllore, a differenza dei primi tempi che stava disperso nella borsa e, nel tempo in cui lo cercavo, avevo già stretto amicizia con il personale Trenitalia. Mamma mia, quanta pazienza pure loro! Sempre in questa pochette tengo la terapia farmacologica giornaliera e farmaci che potrebbero servirmi, tipo una compressa di anticolinergico, di antinausea, il gaviscon e la tachipirina. Nel taschino interno della borsa in genere tengo gli spray uno per la gola e uno per l'asma che mi viene sempre a inizio primavera. Ah, le gioie di essere malata cronica! </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBqEgcTmlUyAc-096rlJXSaQ2U6hJjOXuf6RwITpe-gTie7A4t1ya3aSz3q4-aKgxrJMo40zIq-E2_87UQiZYerdxr2UHljgswI7bbbjnmtFEg4MIgdNIcHrpleKCRKSQh7AIS_GC_wc/s1600/IMG-8833.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBqEgcTmlUyAc-096rlJXSaQ2U6hJjOXuf6RwITpe-gTie7A4t1ya3aSz3q4-aKgxrJMo40zIq-E2_87UQiZYerdxr2UHljgswI7bbbjnmtFEg4MIgdNIcHrpleKCRKSQh7AIS_GC_wc/s400/IMG-8833.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Questo pochettina è di Save my Bag, carinissima, comoda e di materiale molto resistente. Non so il costo perchè è anche questa un regalo di Andrea insieme a una borsa sempre di Save My Bag</i></td></tr>
</tbody></table>
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<div style="text-align: justify;">
<u><i>Pochette make-up</i></u>: qui tengo uno specchietto, un piccolo pennello viso, il blush che indosso quel giorno, il rossetto che indosso, il correttore da battaglia, una spazzola per capelli di quelle richiudibili, balsamo labbra, crema nivea travel size, un campioncino di acqua profumata e idratante, la pezzuola per pulire gli occhiali. In estate aggiungo le salviette opacizzanti per il viso. Random nella borsa, invece, tengo la crema mani. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjnlf6jRD7pWfG-r4di44Sjj2kj4x60AusStyhvZEiTEnimFsFBYoLXyGuIaysdU2rDmdv0K2JxX98uU5AbyFKJChBmRbrq51nHrgWIMjbYocnmqJftL8AYwY7UkyN-J3m6sherW0RUEQ/s1600/IMG-8836.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjnlf6jRD7pWfG-r4di44Sjj2kj4x60AusStyhvZEiTEnimFsFBYoLXyGuIaysdU2rDmdv0K2JxX98uU5AbyFKJChBmRbrq51nHrgWIMjbYocnmqJftL8AYwY7UkyN-J3m6sherW0RUEQ/s400/IMG-8836.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Qui tengo le cosine per il make up che voglio portare con me. L'ho ricevuta a Natale da mia cognata e faceva parte di un kit Collistar con crema idratante profonda e una travel size di acqua micellare</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCYDgE9FPt5xM1UM3R37UzYQbaquB1-6kzcyW7lWrci8RFb7AOHND50OpwQyyWqGHdKSz3ZPBOrHnrSsJfmH4eilgO3n5iP6XrcWkDFeE4cWk4wgvDUiPfFr1xggkWyOUhZEwK0cWagL0/s1600/IMG-8834.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCYDgE9FPt5xM1UM3R37UzYQbaquB1-6kzcyW7lWrci8RFb7AOHND50OpwQyyWqGHdKSz3ZPBOrHnrSsJfmH4eilgO3n5iP6XrcWkDFeE4cWk4wgvDUiPfFr1xggkWyOUhZEwK0cWagL0/s400/IMG-8834.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Questa è sempre una mano santa! La travel size della crema Nivea classica al costo di circa €6,40 per 5 confezioni da 30 ml su <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B00JL9DB7A/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B00JL9DB7A&linkCode=as2&tag=aspettandolea-21&linkId=e10b528560abd25641373d6a0e675d9d" target="_blank">Amazon</a>. A me dura una vita ovviamente perchè la uso per emergenza.</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkhw5lHKS_Gt3tmAbODr98sGh20dBc1PSDXo36O8MauRawe-nizzry__HJ5Nf3Q76s0pB3JTXbHErP8jX-PVHDHbG2QuvFKAymWV7f3icKwhGtRzq0m1U27TbO-_9bPcGqyd6eXyhU7-s/s1600/IMG-8841.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkhw5lHKS_Gt3tmAbODr98sGh20dBc1PSDXo36O8MauRawe-nizzry__HJ5Nf3Q76s0pB3JTXbHErP8jX-PVHDHbG2QuvFKAymWV7f3icKwhGtRzq0m1U27TbO-_9bPcGqyd6eXyhU7-s/s400/IMG-8841.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Invece il correttore da "battaglia" che porto sempre con me per eventuali ritocchi e che ho provato da poco, nonostante tutti mi facessero la testa tanta con lui è Istant Anti-Age di Maybelline. Comodo e veloce, Costo € 8,95 su <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B00NPXEEC4/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B00NPXEEC4&linkCode=as2&tag=aspettandolea-21&linkId=0d6988027c425adb617a8a6b02815087" target="_blank">Amazon</a></i></td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBsgX8-djDN5my9LSXNan7ycY8uvNGhEH93QOywRAHaj4GgeKLYFwVWV0ZCOyWYMkQRGG6G7x2g7Wgpw56org40Og1jozZi7qSY3UhOIYEWtaupBII4Pu6ziUG9NS5dp4Wwbir8MknKI/s1600/IMG-8840.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBsgX8-djDN5my9LSXNan7ycY8uvNGhEH93QOywRAHaj4GgeKLYFwVWV0ZCOyWYMkQRGG6G7x2g7Wgpw56org40Og1jozZi7qSY3UhOIYEWtaupBII4Pu6ziUG9NS5dp4Wwbir8MknKI/s400/IMG-8840.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Questa è la crema mani che era contenuta nel set con la pochette di Piquadro e che sto tenendo nella borsa. E' un formato da 50 ml che non è reperibile in commercio. Il formato da 100 ml ha un costo di circa € 17</i></td></tr>
</tbody></table>
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<u><i>Il portafoglio</i></u>: in pratica l'ovvietà. Va da sè che se uscite senza documenti, o senza nemmeno10 €, il bancomat, o la carta di credito, in emergenza potrebbe essere un vero guaio. Quel che volevo segnalarvi, se non lo avete già fatto, è che è importantissimo alleggerire il nostro portafoglio. Io mi portavo dietro una quantità di tessere che lo rendevano la cosa più pesante della borsa. Ho risolto scaricando sullo smartphone un'app che di chiama Stocard e, dopo averle scannerizzate e memorizzate lì, le utilizzo in cassa direttamente da telefono. Se poi imparassi a pulire più spesso da scontrini e cartacce varie, non chè smetterla di riempirmi di quintali di monetine sarebbe il top. Ma datemi tempo...<br />
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Questo è ciò che non cambia mai nel mio kit base, possono variare alcuni prodotti perchè ne provo altri ma la tipologia di cose che ho elencato sono sempre presenti. Ovviamente ci sono cose che vanno con la stagionalità, un pò come le verdure e la frutta. Ad esempio, porto sempre con me qualcosa da mettere sulle spalle sul treno nella bella stagione. Perchè se fuori ci sono 8 trilioni di gradi state certi che sul treno sarete a malapena prossimi allo zero...<br />
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Spero che questo post fra il serio e il faceto possa esservi stato utile. Voi colleghi pendolari che cosa portate sempre con voi?<br />
Ci leggiamo presto!<br />
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N.B.: Tutti il link che rimandano ad Amazon, presenti in questo articolo, sono link che contengono il mio codice affiliato. Questo significa che se acquisterete utilizzandoli, io riceverò una piccola provvigione che impiegerò per portare avanti il blog e tutti i progetti connessi! Grazie! Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-19063188106820439002018-01-13T22:10:00.002+00:002018-01-13T22:10:41.985+00:00Iperspazio culturale- Episodio 1: Il giardino di Villa Lante a Bagnaia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZVy2C6rnWs6NIh8JBAXzy5VYfdJ7VdsaReuOfk7skF7fvTa-FYa9eqDQC80vDZqMeFBEijXTQpx6v90nwJLlM1mOnlUvmKZxg-eRksLkMDTW7fwr7ShVeCV_du0smX6j3HYPEi73Cyu8/s1600/20170326+Villa+Lante1994.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZVy2C6rnWs6NIh8JBAXzy5VYfdJ7VdsaReuOfk7skF7fvTa-FYa9eqDQC80vDZqMeFBEijXTQpx6v90nwJLlM1mOnlUvmKZxg-eRksLkMDTW7fwr7ShVeCV_du0smX6j3HYPEi73Cyu8/s400/20170326+Villa+Lante1994.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Non stavo avendo una visione della Madonna, tranquilli... Stavo solo ammirando il volo di una farfalla e Andrea ha scattato.</i></td></tr>
</tbody></table>
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Bentornati sulle Astronavi! Nei mesi in cui non ho scritto sul blog ho comunque elaborato diverse idee e buttato giù appunti per i progetti che, una volta tornata a scrivere, desideravo portare alla luce. Uno di questi è questa rubrica. Le Astronavi, chi mi segue dall'inizio lo sa, vogliono essere un blog che condivide viaggi, emozioni, scoperte e cultura a 360°. Ma è pur vero che, purtroppo aggiungo, non mi posso permettere sempre viaggi strutturati o "da sogno" come Cuba, Bruxelles, Israele (di cui vi devo assolutamente raccontare!) e tutti i viaggi che ho fatto in giro per il mondo negli ultimi anni. Perciò ho pensato di condividere con voi le scoperte che sto facendo qui, fra Lazio ed Umbria, nella mia nuova casa. Da quando mi sono trasferita, a parte godere quotidianamente della bellezza e complessità di Roma, che è già una gran fortuna, ho scoperto borghi, rovine, ville, palazzi e castelli di una bellezza incredibile e che in molti (io per prima) non conoscono. </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, sono mete per una gita fuori porta, o per weekend all'insegna della bellezza della nostra Italia che vi consiglio di visitare, perchè sono piccole perle che vi regaleranno emozioni e vi riempiranno gli occhi di bellezza. Nasce così "Iperspazio culturale" (sì, il nome gliel'ha dato Andrea anche stavolta) che avrà, almeno per il momento, cadenza mensile e che vi porterà in giro per il centro Italia alla scoperta di luoghi particolari, mostre bellissime e molto altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho voluto dedicare il primo episodio di questa rubrica al giardino, famosissimo fra i turisti ma non così famoso fra gli italiani, di Villa Lante che ho visitato a marzo del 2017. Partiamo da dove si trova: Bagnaia, una frazione del comune di Viterbo e le cui origini risalirebbero al 963 d.C.. </div>
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Bagnaia è situata sul tratto di via Francigena che scorre fra i Monti Cimini. Nel 1202 il comune di Viterbo aveva ceduto la Signoria di Bagnaia alla Mensa Vescovile della città e, per molto tempo, essa fu la residenza estiva dei vescovi di Viterbo, luogo ideale per la caccia ed il riposo. </div>
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Nel 1566 il sito venne destinato al Vescovato di Viterbo Cardinale <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Francesco_Gambara" target="_blank">Giovanni Francesco Gambara</a> e con lui iniziò la trasformazione del parco in villa. </div>
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Villa Lante, come la conosciamo noi, è stata completata dal successore di Gambara, Cardinal Montalto. E' una delle opere più interessanti del Cinquecento italiano, sia per il suo parco immenso che per il suo giardino all'italiana che mi ha assolutamente incantata. La prima informazione che vi devo dare è che l'accesso al parco è libero, mentre la visita al giardino è a pagamento. Il biglietto intero costa 5 euro a persona.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiOUeAYJ_y2hRHQH-sBHWVDg4IK_lh6B47Td139U5jO7w9V4HpsN_6z4hXDwXsG6q4rTzBMeCnFhVSefiWHy99u_nenZeCInz0H5IJGjv9TROnyCKsMVSWduR4r6s5JQzIPnuOuf_MemU/s1600/20170326+Villa+Lante1907.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiOUeAYJ_y2hRHQH-sBHWVDg4IK_lh6B47Td139U5jO7w9V4HpsN_6z4hXDwXsG6q4rTzBMeCnFhVSefiWHy99u_nenZeCInz0H5IJGjv9TROnyCKsMVSWduR4r6s5JQzIPnuOuf_MemU/s400/20170326+Villa+Lante1907.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Giardino all'italiana e Fontana del Quadrato o dei Mori</i></td></tr>
</tbody></table>
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Lo spettacolare gioco di siepi e la bellezza della fontana del Quadrato o dei Mori vi accoglieranno appena entrati e vi riempiranno la vista ed il cuore di sensazioni positive, di stupore e di curiosità. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il progetto è del Vignola e la fontana è uno specchio d'acqua diviso in quattro parti da balaustre. In ogni porzione d'acqua galleggia un putto zampillante in barca e, al centro della fontana, c'è un triplice cerchio di balaustre che culmina con i quattro mori che sorreggono lo stemma di Papa Sisto V. </div>
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Ho passato, vi giuro, almeno una ventina di minuti ad osservare la bellezza di questa fontana che mette in secondo piano la villa stessa.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqbyOLbgfCSlFhPC2C4x3hnQeJ28ou81q4jvIau-j70hp548-gSURcSOugypqfDTxXpQ_o4CO1Kdi-cCgOIY67dgQ5V6ugZMOKra_J7Jiub7uzW2gePSPYNFnSKi8y0nvAanNim7MUIYo/s1600/20170326+Villa+Lante1903.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqbyOLbgfCSlFhPC2C4x3hnQeJ28ou81q4jvIau-j70hp548-gSURcSOugypqfDTxXpQ_o4CO1Kdi-cCgOIY67dgQ5V6ugZMOKra_J7Jiub7uzW2gePSPYNFnSKi8y0nvAanNim7MUIYo/s400/20170326+Villa+Lante1903.JPG" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Particolare del gruppo dei Mori</i></td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Proseguendo sulla "terrazza" successiva vi troverete davanti alla "Fontana dei Lumini" tutta in <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Peperino" target="_blank">peperino </a>che è la pietra tipica di queste zone. La Fontana dei Lumini è una magia: immaginate una struttura rotonda, per metà addossata al terrapieno, con settanta lumini che zampillano andando ad incorniciare un getto d'acqua centrale più grande. L'impressione è quella di tante fiammelle con un una più grande al centro ed, infatti, l'idea progettuale era proprio quella di ricreare un'allegoria del fuoco. Stupenda, dall'atmosfera magica e romantica. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-6eCCg_4MHyslQKRADT0PogmZH9BT3EdBKgbyKvVAaopTKl2Kt9ZavWzu48A2ALJ5u2kdbq5IU6Rb0ImAPSalRGS1PdPLRszk7wjEw0hgguTQCIV6WjWxGflU09Taa9Ct0fHbynUvzU/s1600/20170326+Villa+Lante1923.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-6eCCg_4MHyslQKRADT0PogmZH9BT3EdBKgbyKvVAaopTKl2Kt9ZavWzu48A2ALJ5u2kdbq5IU6Rb0ImAPSalRGS1PdPLRszk7wjEw0hgguTQCIV6WjWxGflU09Taa9Ct0fHbynUvzU/s400/20170326+Villa+Lante1923.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Fontana dei Lumini</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU54-llhQQMKd7YK44akrtx47SN3dy27uPv-hu1sNEt9B7jIWncTjOvm6Wv30M3acvG2P9xcBsW7750AmfOGFVi5VjbfuutSSFWL7FP9Y6Ob2_AHcDSxcTdMXectNTREoTKn89aTprUoc/s1600/20170326+Villa+Lante1910.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU54-llhQQMKd7YK44akrtx47SN3dy27uPv-hu1sNEt9B7jIWncTjOvm6Wv30M3acvG2P9xcBsW7750AmfOGFVi5VjbfuutSSFWL7FP9Y6Ob2_AHcDSxcTdMXectNTREoTKn89aTprUoc/s400/20170326+Villa+Lante1910.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Particolare di alcuni lumini</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ai lati della Fontana dei Lumini, seminascoste dalla vegetazione, troverete due grotte artificiali con all'interno una statua di Nettuno ed una di Venere, raffigurata però come Diana cacciatrice, stando a quel che stava scritto sul pannello esplicativo. </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4V3312QfIK7QXo0pUcQ8vMkxercJLuEjPHggBUGj2CpHKUTjOP0rZPGr_bICMsvjzOm0eVMXKI7-GUER77BsnAwz-_9kuD_tFhmFTkBycKPr2FiN3hZTkag4j-fqW7lefEIWy4lszIqE/s1600/20170326+Villa+Lante1917.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4V3312QfIK7QXo0pUcQ8vMkxercJLuEjPHggBUGj2CpHKUTjOP0rZPGr_bICMsvjzOm0eVMXKI7-GUER77BsnAwz-_9kuD_tFhmFTkBycKPr2FiN3hZTkag4j-fqW7lefEIWy4lszIqE/s400/20170326+Villa+Lante1917.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Grotta di Venere, raffigurata come Diana cacciatrice</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrwVCUhcZpdkDtK7j78GSbBAp1Grc70jYs-QiseSY59eO82lkpudIM9nDpE8RuJDUj_HadabbhjxDa3WycE3vkArOautL76nmeO6uHNY-kBH4Ofg7mnBLx3Nz4FG4QBBiZJqTifKHj3mc/s1600/20170326+Villa+Lante1921.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrwVCUhcZpdkDtK7j78GSbBAp1Grc70jYs-QiseSY59eO82lkpudIM9nDpE8RuJDUj_HadabbhjxDa3WycE3vkArOautL76nmeO6uHNY-kBH4Ofg7mnBLx3Nz4FG4QBBiZJqTifKHj3mc/s400/20170326+Villa+Lante1921.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Grotta di Nettuno</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Proseguendo in questo meraviglioso giardino, troviamo la Fontana dei Giganti, struttura imponente, sempre in peperino, che ai suoi lati vede la raffigurazione di due giganti appunto che simboleggiano l'Arno ed il Tevere, le due anime della Tuscia. Altri sostengono che i due giganti Arno e Tevere sono lì a ricordare i buoni rapporti fra la famiglia dei Medici a Firenze ed il Papato a Roma. Questi giganti sono incredibili, adagiati ai lati della fontana, sembrano riposare e godere del fresco del luogo, non so, trasmettono pace. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDBmWhGQEhMuVXjahgv48eJ2bcIUNzwOcmX0aKZkz7LH0tfOer2oDdZR7eNG1kTXag7lu4ANGTjCAuzKoqUJexbBff0NL6nrLcM2Uz16aE13GcT1NI0N1DAT6fSRMpdqTG6M-ffhEHekE/s1600/20170326+Villa+Lante1935.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDBmWhGQEhMuVXjahgv48eJ2bcIUNzwOcmX0aKZkz7LH0tfOer2oDdZR7eNG1kTXag7lu4ANGTjCAuzKoqUJexbBff0NL6nrLcM2Uz16aE13GcT1NI0N1DAT6fSRMpdqTG6M-ffhEHekE/s400/20170326+Villa+Lante1935.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Uno dei Giganti</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Davanti alla Fontana dei Giganti troneggia la Mensa del Cardinale. Ricordo che Andrea, quando la vide, buttò lì un: "Ma ci mangiavano qui sopra?". Ebbene sì, si tratta di una lunga tavola in peperino, con un incavo al centro contente, ovviamente, acqua che veniva utilizzata dal Cardinale per i convitti estivi che si tenevano all'aperto, al fresco. Voi immaginate la meraviglia di cenare attorno ad un tavolo così particolare, immersi nel verde, con la vista sulla Fontana dei Giganti, su quella dei Lumini e dominando dall'alto il giardino all'italiana e la Fontana dei Mori? Cosa si può desiderare di più? Chissà nel Cinquecento come stavano messi a zanzare...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9MBaONVSIvxhpny5DL8tEzD4uGhd347bRWk0NAO6ZBb__VGKmbUB0BTDx8pEv2zBHdjLV2dwYrcImwIS4y3-vImTPHgXs4qmsZoh5msKotQ7QEh9HLgub762cGeFsz5NaBetSkinnxoE/s1600/20170326+Villa+Lante1932.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9MBaONVSIvxhpny5DL8tEzD4uGhd347bRWk0NAO6ZBb__VGKmbUB0BTDx8pEv2zBHdjLV2dwYrcImwIS4y3-vImTPHgXs4qmsZoh5msKotQ7QEh9HLgub762cGeFsz5NaBetSkinnxoE/s400/20170326+Villa+Lante1932.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La Mensa del Cardinale</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Se tutto questo vi è sembrato interessante, allora come me, rimarrete incantati da ciò che sto per mostrarvi. L'ultima parte del giardino è, a mio parere, la più particolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il primo elemento che troverete muovendovi dalla Mensa del Cardinale e dalla Fontana dei Giganti è la Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-h1n17tEewtl52kc2x5L5OYwSj0_nTd_z198vqHDVOCXqfgOMk-9uEvmslL0BJyjXJ1OVoE1__T4ORQbo214jlcP4qz6wnRCvUmhyVyOHDHx6f3ODe9DsanjE9dn8EfZLMyiA3KvWCdw/s1600/20170326+Villa+Lante1946.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-h1n17tEewtl52kc2x5L5OYwSj0_nTd_z198vqHDVOCXqfgOMk-9uEvmslL0BJyjXJ1OVoE1__T4ORQbo214jlcP4qz6wnRCvUmhyVyOHDHx6f3ODe9DsanjE9dn8EfZLMyiA3KvWCdw/s400/20170326+Villa+Lante1946.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidRAiR-jDV1rdE7l_0CYI0ylco5-Nd8LdtjvPOLsSZnxI00V4lYwEz6v18t2LcHElPI0bILYOy-fE53tpnoei0STdpXMvnsCF-cR7tc1qlWKEnjcuDuSGX6ybKD9pdSbb2u9tqvySuIOY/s1600/20170326+Villa+Lante1953.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidRAiR-jDV1rdE7l_0CYI0ylco5-Nd8LdtjvPOLsSZnxI00V4lYwEz6v18t2LcHElPI0bILYOy-fE53tpnoei0STdpXMvnsCF-cR7tc1qlWKEnjcuDuSGX6ybKD9pdSbb2u9tqvySuIOY/s400/20170326+Villa+Lante1953.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Guardate che elemento architettonico particolarissimo: rappresenta le chele di un gambero (a ricordare il nome di Gambara) nelle quali l'acqua saltella incanalata verso la fontana del Delfini e viene da esse domata. E' un elemento bellissimo, che dà movimento, blocca l'impetuosità dell'acqua ed è di un'eleganza incredibile. Un' analoga soluzione è visibile a Caprarola nei giardini di Palazzo Farnese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seguendo la Catena D'Acqua si arriva alla Fontana dei Delfini che è la parte più rovinata dell'intero giardino, purtroppo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha0AjkI5PnKJnMogdhCkOW7mB_3u9YVKC9UsZHPUqf2glzVYPFQzMJ1esiRBMxNaceer1IMCnPfYfDAnkXBkhs37OhrerDYrToHhKds9gjt0NJa3MuFdMvxPLUaAnHNyyT6vKr6ceLomA/s1600/20170326+Villa+Lante1955.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha0AjkI5PnKJnMogdhCkOW7mB_3u9YVKC9UsZHPUqf2glzVYPFQzMJ1esiRBMxNaceer1IMCnPfYfDAnkXBkhs37OhrerDYrToHhKds9gjt0NJa3MuFdMvxPLUaAnHNyyT6vKr6ceLomA/s400/20170326+Villa+Lante1955.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La Fontana dei Delfini</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di forma ottagonale è composta da vasche degradanti, vasi, sedici sculture di delfini adagiati e mascheroni da cui zampilla acqua. Era sormontata da un chiostro ligneo andato distrutto nel tempo. Distrutte anche l'uccelliera che sormontava le colonne doriche e l'intelaiatura che formavano i portici di passaggio all'ultima grandiosa fontana, quella del Diluvio o Monte della Pioggia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqwRiy5Eg0eY3JhBz7MU9xcGg4zWq5nFVQbsRL1G6oxf9S2fAfGC9AVbBtxijpB5JTVWCTNTxQgKKrbzMJqmnwlUFAlFi4lCIwEKaLY4PRp9quUj9icIeUlACpp8FbAJeKBYrv3gTfrV0/s1600/20170326+Villa+Lante1958.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqwRiy5Eg0eY3JhBz7MU9xcGg4zWq5nFVQbsRL1G6oxf9S2fAfGC9AVbBtxijpB5JTVWCTNTxQgKKrbzMJqmnwlUFAlFi4lCIwEKaLY4PRp9quUj9icIeUlACpp8FbAJeKBYrv3gTfrV0/s400/20170326+Villa+Lante1958.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Fontana del Diluvio o Monte della Pioggia</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La Fontana del Diluvio costituisce l'alfa e l'omega del giardino. La sua imponenza chiude lo sguardo all'orizzonte disegnando il limite del giardino e lo scrosciare dell'acqua dalle rocce e fra la vegetazione indica, allo stesso tempo, l'inizio della corsa dell'acqua che andrà a "nutrire" le altre fontane del giardino da cui tutte dipendono. E' circondato da alberi, di cui uno cavo dove ci si può nascondere e dove i bambini si sentono in un mondo di fantasia. Ci sono poi due logge che raffigurano scene di Muse, con lo stemma del Cardinale Gambara e la graticola di San Lorenzo, protettore di Viterbo che costituivano luoghi di riposo, dove spesso il Cardinale leggeva o conversava. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfvPNpzCsGC-K5deVvRcCzMiJs1nLKkwLw9cmcCAE5404nIuPYwqZoBOJ9eTBcKhI0p3LUWJCPUDj610sYwSLHGg9hbiKS8Wude_TzS39pdUEtmOR0Q3HUzjqD6XlmFA3CcK8CfgxDVAA/s1600/20170326+Villa+Lante1957-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfvPNpzCsGC-K5deVvRcCzMiJs1nLKkwLw9cmcCAE5404nIuPYwqZoBOJ9eTBcKhI0p3LUWJCPUDj610sYwSLHGg9hbiKS8Wude_TzS39pdUEtmOR0Q3HUzjqD6XlmFA3CcK8CfgxDVAA/s400/20170326+Villa+Lante1957-2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Una delle logge </i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Altro elemento degno di nota, non all'interno del giardino ma del parco, è la Fontana del Pegaso che prende il nome dal cavallo alato al centro della fontana. Questa fontana è del periodo in cui il Cardinale Montalto ha completato i giardini fra il 1587 e il 1623.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz4jF9fEZyfeZKdgzED-pR8BQunZ5ZoXgAdewzeIwpJCT4mut0VN6EyYQ9SpoUDxxcbae6lxpyP-FkcggxY1LndLRu0zXa5sM-hx8zXMlBdPP9UpAPqVK4xzVob0J8svRk-Tcc5bRP2e0/s1600/20170326+Villa+Lante2039.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz4jF9fEZyfeZKdgzED-pR8BQunZ5ZoXgAdewzeIwpJCT4mut0VN6EyYQ9SpoUDxxcbae6lxpyP-FkcggxY1LndLRu0zXa5sM-hx8zXMlBdPP9UpAPqVK4xzVob0J8svRk-Tcc5bRP2e0/s400/20170326+Villa+Lante2039.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Fontana del Pegaso</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Uscendo da villa Lante, sulla scalinata che costeggia la fontana del Pegaso, abbiamo incontrato il custode della villa che ora vi presento in queste foto. E' un custode molto socievole e rilassato, un vero amante della bellezza. Valutate voi!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_svjq90h1acaSxiItsi5YucfSQ2OBrycQQ9cKcdqfUds2-M9vhtr6dP_gWWlfbD_GT900SHpR0glZTXA-2Bl0VjPNJ5Ep8VjdL4ykXOmD2XRZgsnQa-9rq92bevK4rPlWHyN7vSd4aeo/s1600/20170326+Villa+Lante2041.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_svjq90h1acaSxiItsi5YucfSQ2OBrycQQ9cKcdqfUds2-M9vhtr6dP_gWWlfbD_GT900SHpR0glZTXA-2Bl0VjPNJ5Ep8VjdL4ykXOmD2XRZgsnQa-9rq92bevK4rPlWHyN7vSd4aeo/s400/20170326+Villa+Lante2041.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXj4RLYq0m-MjGJB8quNVEwLXpa5mRpKpwoMdPAbyZKEaYRVkVUBXIn97lQ03sC4MAhgyF6MSshVkSlFkfSl0T0jkZExL3CoFt2WZv82bmDRqP3boZFTtf8tlcBHpW8htUYABmaG4cb1g/s1600/20170326+Villa+Lante2048.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXj4RLYq0m-MjGJB8quNVEwLXpa5mRpKpwoMdPAbyZKEaYRVkVUBXIn97lQ03sC4MAhgyF6MSshVkSlFkfSl0T0jkZExL3CoFt2WZv82bmDRqP3boZFTtf8tlcBHpW8htUYABmaG4cb1g/s400/20170326+Villa+Lante2048.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuozL_qpv3H2ZCbEjhv7f9Cmjl3LBWyvJNeCESP7wVzdEyiQN-pn7jvv3u99hWYgbrXk7CQzO_KIzX3zLPwAK9N6USi56ttZ2YxpAiEW9bpwmS5GFith5c8S4HvbSHQ7I23lcjiKnjru0/s1600/20170326+Villa+Lante2053.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuozL_qpv3H2ZCbEjhv7f9Cmjl3LBWyvJNeCESP7wVzdEyiQN-pn7jvv3u99hWYgbrXk7CQzO_KIzX3zLPwAK9N6USi56ttZ2YxpAiEW9bpwmS5GFith5c8S4HvbSHQ7I23lcjiKnjru0/s400/20170326+Villa+Lante2053.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come potete notare è un custode di grande competenza... ;-)</div>
<div style="text-align: justify;">
Tornando seri, vi consiglio caldamente di andare a visitare questo bellissimo giardino ed il suo parco, di respirare l'atmosfera del Cinquecento italiano e di poter vivere, a tratti, un vero viaggio nel tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qui di seguito vi lascio il link con alcune informazioni su come raggiungere Villa Lante ed i numeri utili da contattare per informazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per oggi è tutto dall'iperspazio culturale e ci vediamo al prossimo salto!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://olomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/243/villa-lante" target="_blank">Polo museale del Lazio</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.facebook.com/Villa-Lante-650535858382253/" target="_blank">Pagina Facebook Villa Lante</a></div>
<div style="text-align: justify;">
Le foto contenute in questo post sono tutte di Andrea Mandosi. Se vi va di dare un'occhiata al suo profilo su Juza Photo ecco il link diretto: <a href="https://www.juzaphoto.com/me.php?l=it&p=82759" target="_blank">Andrea Mandosi on JuzaPhoto</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-40484483956796971652018-01-04T22:46:00.000+00:002018-01-05T11:52:24.349+00:00Dove eravamo rimasti...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7OBR7u5UGmkQjsuo8tSeXpm13NUH8EZgsOv0Z7l-h5BZOkkJmncfHoquwSTe4gKXBFgQaiGvQ8AMcexiySQMMVqHHKb4NgHzDlxup1Dd4CyGa1DbkuYg3Bp7dsc5mb_n9W2ot2FYLJvI/s1600/im-back.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7OBR7u5UGmkQjsuo8tSeXpm13NUH8EZgsOv0Z7l-h5BZOkkJmncfHoquwSTe4gKXBFgQaiGvQ8AMcexiySQMMVqHHKb4NgHzDlxup1Dd4CyGa1DbkuYg3Bp7dsc5mb_n9W2ot2FYLJvI/s320/im-back.jpg" width="320" /></a></div>
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Ed eccomi qui, dopo tanti mesi, a scrivere di nuovo sul mio blog. Il mio ultimo post sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram risale al 27 maggio 2017, post in cui annunciavo la cessione del ramo d'azienda di cui facevo parte. Abbiamo lottato tanto perchè non avvenisse la cessione, abbiamo scioperato, sensibilizzato, parlato con politici, abbiamo percorso ogni strada possibile ma non ce l'abbiamo fatta, perchè la legge prevede e permette la cessione del ramo d'azienda anche da parte di una multinazionale che, tutto è, tranne che in crisi. Perciò, dal 6 luglio scorso, il passaggio ad altra azienda è avvenuto e molte cose sono cambiate, non certo per il meglio. Nel frattempo, il 2017 ha colpito me, Andrea e le nostre famiglie in ogni modo possibile: problemi famigliari, lutti, problemi di salute, qualsiasi cosa, persino l'assassinio con un colpo di carabina del nostro gatto mentre si trovava nel nostro giardino.<br />
Un anno così ti mette a dura prova, le energie si esauriscono progressivamente, sei nervosa, ansiosa, incazzata con tutto e con tutti, lotti per non mollare, lotti per evitare di cedere a tutte queste sberle che ti colpiscono una dopo l'altra, senza che tu e chi ti sta accanto abbiate la possibilità di metabolizzare nulla. Ho odiato profondamente il 2017, dall'inizio alla fine, mi ha procurato una recidiva pazzesca della malattia e ho passato il mio trentottesimo compleanno in ospedale. E' stato un anno di una cattiveria mai vista. Nemmeno il 2008, quando scoprii di essere malata, fu così devastante, non lo fu il 2012 anno in cui il mio matrimonio finì definitavamente, non ho memoria di un anno altrettanto amaro, duro, cattivo. In questa situazione, io non avevo la forza e la concentrazione per scrivere sul blog, per curare la sua rubrica sugli autori emergenti, per portare avanti tutte le idee che avevo in mente prima di quel maggio che ha sconvolto tutto. Perciò, decisi che mi sarei presa tempo e che, sopratutto, avrei aspettato che il 2017 si concludesse portandosi via, spero, buona parte della negatività che aveva in sè. Il 2018 si porta dietro strascichi del 2017 ma sento che è il momento di ricominciare a mettere ordine nella mia vita, di ricominciare a fare quello che mi piace: scrivere, leggere, visitare luoghi, mangiare per il piacere di farlo, provare ad essere felice. E nel frattempo, affronterò le situazioni irrisolte, deciderò che cosa progettare per il mio futuro, navigherò a vista.<br />
Lo farò con la certezza che ho accanto un uomo che non mi abbandonerà e con cui io so di voler affrontare il futuro: perchè se il 2017 non è riuscito a dividerci, possiamo davvero dirci una coppia solida, una coppia che desidera scegliersi ogni giorno e che vuole fortemente portare avanti il proprio progetto. Ecco questo mi ha portato di positivo il 2017: la certezza della solidità del nostro amore.<br />
Perciò ripartiamo con le Astronavi. Ricomincerò con le recensioni degli Autori emergenti con cui avevo preso contatto e che ringrazio per la pazienza e la vicinanza in questi mesi. Ho in mente una nuova rubrica di cui spero di potervi parlare presto che avrà a che fare con i luoghi della nostra Italia, luoghi meno conosciuti e meno pubblicizzati delle meravigliose città d'arte che tutti abbiamo visitato. Ci sono molti progetti interessanti di cui sono venuta a conoscenza in questi mesi e vorrei farli conoscere anche a voi e molto, molto altro. E poi c'è un'idea che mi frulla nella testa da qualche giorno ma di cui devo ancora valutare la fattibilità... Insomma nel cilindro ci sono molte idee ed io ho finalmente nuove energie per riprendere da dove avevo interrotto.<br />
Ringrazio tutti i followers del blog, della pagina Facebook, del profilo Instagram per avermi attesa.<br />
Grazie di cuore a tutti e buon anno! Per me credo sarà foriero di nuovi cambiamenti: del resto dopo la notte arriva sempre una nuova alba.<br />
Le Astronavi riaccendono i motori. Ci leggiamo presto! </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-84552018292777374232017-04-30T23:09:00.000+01:002017-04-30T23:09:44.900+01:00Born to Battle: la Spartan Race è tornata ad Orte!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPeKaQP2H9dQQJNcI5xaBvN1QSDMnFVMVrq0FyD25IWLDHCRCvB8W5Y0-C2jkGL4gEJ3R-bu5RcjeU9hYgKci0smxIoKVEatQtQALX-arzJ6WVCfIi_OatSZEfTA3F9QtDwmHAqky_e8s/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2148%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPeKaQP2H9dQQJNcI5xaBvN1QSDMnFVMVrq0FyD25IWLDHCRCvB8W5Y0-C2jkGL4gEJ3R-bu5RcjeU9hYgKci0smxIoKVEatQtQALX-arzJ6WVCfIi_OatSZEfTA3F9QtDwmHAqky_e8s/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2148%255B1%255D.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
Sabato 29 aprile, per il terzo anno consecutivo, si è tenuta la Spartan Race ad Orte, in provincia di Viterbo. Io non ho potuto parteciparvi attivamente e neppure come spettatrice, poichè ero in turno al lavoro. Ma, certamente, le Astronavi non potevano perdersi questo evento che conta diverse edizioni nel mondo e che attira moltissimi atleti e persone comuni. Così ho chiesto al mio specialissimo inviato di andare in mia vece ed Andrea è tornato con moltissime foto e molte sensazioni ed emozioni da raccontarci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziamo però con un pò di storia sulla Spartan Race: è figlia della Death Race nata, a sua volta, nel 2005 per volontà di Joe De Sena e Andy Weinberg. Nel 2010 si è corsa la prima vera Spartan Race al Catamount Outdoor Center di Williston, in Vermont e, dal 2013, Reebok è lo sponsor dell'evento. </div>
<div style="text-align: justify;">
La Spartan Race è una corsa ad ostacoli che offre la possibilità di partecipare a diversi livelli, a seconda del grado di preparazione degli atleti. Ci sono tre diverse tipologie di gara che cito dal sito <a href="http://www.spartanrace.it/en/race/spartan-race/race-types-overview" target="_blank">Spartan Race</a>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>"Sprint</strong></div>
<div style="text-align: justify;">
La Reebok Spartan Sprint ti farà mettere la resistenza da parte ma ti
farà testare la tua rapidità e l’agilità 5+ km e 20+ ostacoli. Un
ottimo punto di partenza per chi è alle prime armi e un’avvincente sfida
contro il tempo e contro i propri avversari per i più esperti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Super</strong></div>
<div style="text-align: justify;">
La Reebok Spartan Super deve essere affrontata come una sfida sia
fisica che mentale, il percorso di estende per oltre 13km durante i
quali incontrerai non meno di 25 ostacoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Beast</strong></div>
<div style="text-align: justify;">
La Reebok Spartan Beast è la nostra gara più tosta. Questa tra le tre
gare principali, è la più lunga e la più difficile da affrontare. Il
circuito si svolge su un’estensione di almeno 21 km durante i quali vi
metterete alla prova con almeno 30 ostacoli, che renderanno molto
faticoso il vostro arrivo alla Finish Line."</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOo8IY4oxHKBVuXsBK411hRtYAQlfhGubdSHSHjN5RxSwJIhAVLIzCqqBy_IUkW5QGw38XkivbhvnaVtW7mO9RaK13nLlY6p3oAHWNuIOQ8l_mLjBVVB9smiHvda1JBL9kTne6Q_rE7Kk/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2140%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOo8IY4oxHKBVuXsBK411hRtYAQlfhGubdSHSHjN5RxSwJIhAVLIzCqqBy_IUkW5QGw38XkivbhvnaVtW7mO9RaK13nLlY6p3oAHWNuIOQ8l_mLjBVVB9smiHvda1JBL9kTne6Q_rE7Kk/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2140%255B1%255D.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad Orte, tutti i partecipanti ed accompagnatori sono stati accolti da una bellissima giornata di sole e hanno potuto vivere questa esperienza in tutta serenità e senza intoppi. Non ci potevo credre nemmeno io ma ieri hanno partecipato all'evento circa 7500 persone, in un percorso fatto di 13 km di corsa, ostacoli, ponti di legno, fango, arrampicate con corda e scivoli insaponati. Tutto questo nella bellissima cornice di questi luoghi, dove ho l'onore di vivere, vicina alle rive del Tevere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quel che Andrea ha riportato a casa, oltre ad un bellissimo reportage fotografico, sono le sensazioni degli atleti: entusiasmo, fatica, forza di volontà, solidarietà e amicizia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Molte persone, mi ha raccontato, erano organizzate in squadre, probabilmente gruppi di amici che si sono divertiti a fare questa esperienza insieme, coppie di fidanzati e sposi che hanno affrontato la gara insieme. In ogni caso, dalle immagini traspare impegno, amore per lo sport e voglia di divertirsi, oltre che tanta, tanta amicizia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Credo che sia questo il senso della Spartan Race per molti: una possibilità di mettersi alla prova in un percorso difficile e per vivere un'esperienza che è effettivamente unica nel suo genere.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBNFn53aZOU7Qhz2-W_p3SPLm_MXzy9se1361MeuVKX8fUaz7PEE925sbQyU5yuXbF337ZpIrzWF4wsWKVIOPVCGntiior8_k0KWutYbHd5dlVXkLSSqmHwJEEcU4UlFCl_Zh9nPlDjMk/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2314%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBNFn53aZOU7Qhz2-W_p3SPLm_MXzy9se1361MeuVKX8fUaz7PEE925sbQyU5yuXbF337ZpIrzWF4wsWKVIOPVCGntiior8_k0KWutYbHd5dlVXkLSSqmHwJEEcU4UlFCl_Zh9nPlDjMk/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2314%255B1%255D.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
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</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5AeVh29mV-vSiN2PonnuY5y3gPE8MXAfvHALK0PMB1D9_prwivbConsuZi2KC0yIjzA6V5qG1A0CI5K4ZisDD3q6H9h-wpCAMg6JsxDKWFef7ATFM3FVG38jdrSpwtwvjiFeUeqb3KdQ/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2274%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5AeVh29mV-vSiN2PonnuY5y3gPE8MXAfvHALK0PMB1D9_prwivbConsuZi2KC0yIjzA6V5qG1A0CI5K4ZisDD3q6H9h-wpCAMg6JsxDKWFef7ATFM3FVG38jdrSpwtwvjiFeUeqb3KdQ/s320/20170429_Spartan_Race_Orte2274%255B1%255D.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
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<div style="text-align: justify;">
Nonostante la fatica e la sporcizia che potete vedere nelle foto, Andrea mi ha raccontato di una grandissima energia, di tanta positività e di voglia di divertirsi e star bene, mettendosi alla prova. Le persone in gara interagivano volentieri con lui e spesso si mettevano in posa per le foto, anzi alcuni gliele chiedevano proprio!</div>
<div style="text-align: justify;">
E' il terzo anno, come scrivevo all'inizio del post, che la Spartan Race passa da Orte ed, ogni anno, è stato un successo, segno di quanto questa manifestazione sia seguita dalle persone, non solo da atleti professionisti.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiesRDUG-GH7kwnI9sYjAto5xkmxrx6PY2G3bdNVqE8G1YqjNagW8bW0l_ANHEbh_8GGN82tq5ZirtCQZCM4nxC5BGBK3DcHbJ8mxwq6LScNy8tejon6BpTp40qRerGePXG9uItj-gDsqc/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2425%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiesRDUG-GH7kwnI9sYjAto5xkmxrx6PY2G3bdNVqE8G1YqjNagW8bW0l_ANHEbh_8GGN82tq5ZirtCQZCM4nxC5BGBK3DcHbJ8mxwq6LScNy8tejon6BpTp40qRerGePXG9uItj-gDsqc/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2425%255B1%255D.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m94KTfOoU1vgXTF1qFRXEikhhzQKO51l9xc22MTfvwk9T0QOmqrTctCzv675rC2bKFc0QIBKaWRtmf2uOCApWucswRNhHlBhgqTj1UNTgckyF_z_S1Bh8qJpW60LA3H9ta0Njpl2GOs/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2182%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m94KTfOoU1vgXTF1qFRXEikhhzQKO51l9xc22MTfvwk9T0QOmqrTctCzv675rC2bKFc0QIBKaWRtmf2uOCApWucswRNhHlBhgqTj1UNTgckyF_z_S1Bh8qJpW60LA3H9ta0Njpl2GOs/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2182%255B1%255D.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
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La tappa ortana è stata davvero organizzata molto bene con stand gastronomici per gli spettatori che hanno offerto prodotti tipici, dalle carni ai formaggi, ai vini e all'olio per arrivare ai dolci come il tipico carciofo ortano, una cosa di una bontà unica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre, fino al 1 maggio, i visitatori della Spartan hanno la possibilità di visitare Orte Sotterranea ed il complesso museale ortano che consta del Museo di Civico, del Museo di Arte Sacra e delle Confraternite. Sono previste anche rievocazioni medievali e la possibilità di gustare un percorso enogastronomico offerto dalle Taverne medievali. Da non trascurare. infine, il grande successo che ha avuto anche la Junior Spartan dedicata ai bambini dai 4 ai 13 anni: un percorso per loro con pozzanghere di fango e altri pasticci dove divertirsi e sporcarsi in libertà. </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma una grande festa di sport e cultura a cui vi consiglio di non mancare l'anno prossimo!</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghk48HTIB-lKC_lBU6bcDk6oeHTJil-KaabOQj1sfFN_r2KOU-i3Rfk85w8bL6c8ql4bGZ3zh0N2nyiK_JOHBmGrJ21XvuHsqfJQwdOD5jE_3aIQRUmjRrsweOc00d5l8A3ebej5NvB5k/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2371%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghk48HTIB-lKC_lBU6bcDk6oeHTJil-KaabOQj1sfFN_r2KOU-i3Rfk85w8bL6c8ql4bGZ3zh0N2nyiK_JOHBmGrJ21XvuHsqfJQwdOD5jE_3aIQRUmjRrsweOc00d5l8A3ebej5NvB5k/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2371%255B1%255D.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo: Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtIPjZE4fbh27BIjX7x1sbGCv9mvho7iW8Q-t1WwQmlQew9RCfzKWci9Oj6m_99lfWPeeooCyY8jL729LeeRAxeMKR88qV9Swvi1ehzWGgqP4e6hJtaAPGTUBuSk_seOOpUgvN7XdmdpE/s1600/20170429_Spartan_Race_Orte2367%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtIPjZE4fbh27BIjX7x1sbGCv9mvho7iW8Q-t1WwQmlQew9RCfzKWci9Oj6m_99lfWPeeooCyY8jL729LeeRAxeMKR88qV9Swvi1ehzWGgqP4e6hJtaAPGTUBuSk_seOOpUgvN7XdmdpE/s400/20170429_Spartan_Race_Orte2367%255B1%255D.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per vedere il reportage fotografico completo di Andrea vi consiglio di cliccare qui:<br />
<a href="https://www.juzaphoto.com/me.php?pg=205060&l=it" target="_blank">JuzaPhoto- Andrea Mandosi</a> ne vale la pena per capire lo spirito di festa che si respirava ieri ad Orte.<br />
<br />
Alla prossima! <br />
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-65547072544283046622017-04-27T17:49:00.000+01:002017-04-27T17:57:41.745+01:00Fenomenologia della donna pendolare<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEuaVob8ow1C4hOa3nZmXLTSG3J0ihyG9bplwLtPASor1SHjapXgdAT6mrlb1_g29FV2uN61c_3xn_066iR_AleFgYXTB37NTXI6NoMVROX0xkGdLvna6qeaHJgTAMdWxBF7qXggoh-Us/s1600/153705069-b2915e2d-c3c6-40a6-bd61-bddf988516b5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEuaVob8ow1C4hOa3nZmXLTSG3J0ihyG9bplwLtPASor1SHjapXgdAT6mrlb1_g29FV2uN61c_3xn_066iR_AleFgYXTB37NTXI6NoMVROX0xkGdLvna6qeaHJgTAMdWxBF7qXggoh-Us/s400/153705069-b2915e2d-c3c6-40a6-bd61-bddf988516b5.jpg" width="400" /></a></div>
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Ciao a tutti, mi chiamo Maria Grazia, ho 37 anni e da dieci mesi sono una pendolare... Come ci sono finita? Per amore. L'amore crea sempre un sacco di casini. In nome dell'amore ho lasciato la mia natìa Genova, dove andavo a lavorare con bus e metro per un massimo di 40' per tratta, per trasferirmi nel Lazio, vivere ad Orte, in provincia di Viterbo e lavorare a Roma. Centoventi (120) km al giorno di viaggio circa, di cui 3 a piedi sicuri, fra treni, metropolitana B di Roma e bus Atac. Volete sapere se mi sono pentita? Assolutamente no! Se mi sono sentita spesso sull'orlo di una crisi di nervi in questi 10 mesi? Assolutamente sì! Perchè, sul serio, finchè non vivi davvero una realtà del genere mica ti immagini cosa sia. </div>
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A partire dalla sveglia ad orari insensati (tipo le 5:30-5:45) per essere in ufficio alle 8:30 circa, ai ritardi pressochè quotidiani, ai guasti, ai suicidi sui binari, alla gente che ruba il rame dagli stessi, agli scioperi alternati di Trenitalia o di Atac, a volte pure combinati, ai treni stracolmi, sporchi e puzzolenti, agli autobus che a Roma che non passano mai, alle corse per non perdere il treno che, chissà perchè, quell'unica volta che sei in ritardo tu, parte puntuale, per arrivare ai viaggi della speranza di 4 ore per tornare a casa... La vita del pendolare è una delle più avventurose che si possano immaginare, è una vita per coraggiosi, credetemi. </div>
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Ben presto sviluppi una pazienza sconfinata, la capacità di sorridere di molti inconvenienti, spirito di adattamento e sopravvivenza. Inventi strategie su come trovare i treni migliori per puntualità e minor affollamento e ti rendi conto che, se per 36 anni, avevi avuto il privilegio di pianificare, dal momento il cui hai abbracciato la fede del Pendolarismo devi vivere con a disposizione il piano A, il piano B, il piano C ed il piano D che è familiarmente detto "come cazzo viene, viene", perchè un piano D non può avere sovrastrutture. Troverai modi per rosicchiare preziosi minuti sulla sveglia, pensando a percorsi alternativi cronometrati per arrivare in stazione più velocemente. Imparerai ad ottimizzare ogni minuto prima di salire sul treno e una volta che ci sarai salita. </div>
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Ma oltre ad essere una vera e propria scuola di sopravvivenza, il pendolarismo è una scuola di vita. I tipi umani che mi passano davanti quotidianamente, le cose folli che vedo e che nemmeno credevo possibili, a volte, per quanto sono assurde, mi consegnano uno spaccato quotidiano di quel che è il nostro mondo. Non sempre mi scappa un sorriso, devo ammetterlo.</div>
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Nella mia osservazione quotidiana in questi mesi, ho potuto notare che le donne in particolare danno il meglio di sè sul treno, tanto da averne potuto elaborare una "fenomenologia" di base sui tipi più curiosi che mi accingo ad illustrarvi:</div>
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<li><i><b>La Femminista: </b></i>Non esiste viaggio sui Regionali o Regionali veloci che non preveda questa tipologia di donna pendolare. Generalmente ha un'età compresa fra i 30 ed i 45 anni e non permette a nessun essere di sesso maschile di aiutarla ad aprire le porte del treno, sia in salita che in discesa. E' perentoria in questo, ne fa un punto d'onore. Fa quasi tenerezza guardarla e pensare che praticamente nessuna di noi riesce mai ad aprire le porte dei regionali da sola ma la Femminista continua implacabile con il suo ideale di indipendenza tranviaria. L'unico problema è che crea code interminabili per salire e scendere dal treno, tirandosi spesso dietro il disappunto di tutti. </li>
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<li><i><b>La Trafelata: </b></i>Sempre di corsa, prende il treno con balzi assurdi che nemmeno Fiona May ai tempi d'oro. Una volta balzata a bordo, apre le porte del vagone facendo un gan casino e smuovendo l'aria in modo da creare un vento simile alla tramontana. E' sempre sudatissima e, quando arriva ad un posto libero, ci si butta sopra come un sacco di patate, allunga e allarga le gambe noncurante di chi le sta di fronte, tira fuori la bottiglietta dell'acqua che tracanna a più riprese, fra un'iperventilazione e l'altra. Resta di colorito cianotico per quasi tutto il viaggio e, ovviamente, non si asciuga il viso dal sudore e si pulisce il muso con la manica della giacca, felpa o quel che indossa...</li>
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<li><i><b>La Marescialla: </b></i>Sempre impeccabile con abiti, borsa, 24 ore, accessori e scarpe perfettamente abbinati tra loro. Occhiale da sole tattico e capello appena uscito dal parrucchiere. Incede con fare elegante lungo il corridoio del vagone alla ricerca di un posto, possibilmente sola (illusa). Passa il tempo al telefono a dare ordini: all'assistente (?), ai figli, al marito, a chiunque. Si divide con scioltezza fra una conversazione e l'altra, dicendo a tutti cosa devono fare e soprattutto come. Perchè poi lei controllerà... Sembra Miranda ne "Il Diavolo veste Prada" ma non ha ovviamente il suo charme. Mentre genera panico ed ansia nelle persone che stanno dall'altro capo del telefono, incurante del suo tono di voce decisamente troppo alto, rimira le sue unghie ricostruite ad arte, o il grosso anello di bigiotteria che porta al dito con fare vezzoso che manco fosse un Tiffany da migliaia di euro. Si compiace tremendamente di scassare l'anima agli altri e della sua mania di ipercontrollo. In poche parole dà l'orticaria. </li>
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<li> <i><b>La Make Up Artist: </b></i>Questa tipologia di donna pendolare si incontra molto più frequentemente la mattina. Sale sul treno delle 7 che è bianca come Casper e ha le occhiaie de la Sposa Cadavere (esattamente come me, solo che io non esco nemmeno di casa in quel modo). Si accomoda sul treno e, appena questo inizia il suo ritmico movimento, viene presa dal sacro fuoco del make up e tira fuori dalla borsa la trousse completa di pennelli anche per lo smokey eyes. Inizia con il fondotinta, per passare al correttore, cipria, terra per " un leggero counturing" alla ClioMakeUp, blush, piegaciglia (sì, vi assicuro che si piega le ciglia in treno!), mascara, palettina di ombretti per lo più nude, matita e rossetto. Il suo è tutto un muoversi in equlibrio fra specchietto, pennelli e prodottini vari! A parte la stima profonda da parte mia perchè riesce a mettersi la matita ed il mascara in treno, il problema sopraggiunge quando, come è successo una volta ad una ragazza seduta di fronte a me, lo scovolino, bello pieno di mascara, le scappa di mano, a causa di uno scambio sui binari, e finisce sul passeggero accanto.... Quello è uno dei viaggi che ho più impressi nella memoria, credetemi!</li>
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<li><i><b>L'intellettuale: </b></i>Generalmente molto giovane, con un look fresco, sale sul treno con sicurezza ma mantenendo una certa timidezza nello sguardo. Chiede sempre se il posto è libero, sistema adeguatamente la sua roba negli appositi spazi e ringrazia. Insomma una meraviglia di creatura. Una volta accomodata, in modo assolutamente composto, tira fuori un tomo da 1500 pagine, il più delle volte in lingua originale e si mette a leggere, dimenticandosi di tutto e di tutti. A volte, anche di scendere alla giusta fermata....</li>
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<li><i><b>La Cafonazza: </b></i>Credo che sia fra le tipologie umane peggiori che si possano incontrare sul treno. Questa donna, all'apparenza normalissima, è in grado di far venire la nausea a chiunque. Mi è sempre capitato di trovarla già sul treno e, poichè si mimetizza perfettamente, non riesco a riconoscerla per tempo. La Cafonazza è colei che ha scambiato il treno per il bagno di casa sua. Durante il viaggio, la potrete ammirare nell'utilizzo del filo interdentale, della lima per unghie e anche delle forbicina con cui taglia minuziosamente unghie delle mani e, d'estate, complici le scarpe aperte, anche dei piedi con relative pellicine. Una volta, per fortuna non le ero seduta vicina, ne ho beccata una che faceva il trattamento per l'ingiallimento delle unghie di Dr. Scholl sul treno. Gli altri passeggeri hanno chiamato il Capotreno disgustati. Lei ha risposto candidamente che a casa non aveva avuto tempo. La Cafonazza gira sempre armata di pinzetta e, mentre le altre tipologie di donna pendolare, impiegano il tempo del viaggio in attività che almeno non sono disgustose, essa riesce anche a mettersi ad estirpare i peli dalle sue sopracciglia, nonchè baffetti, nonchè, sempre complice l'estate, dalle gambe, con tanto di crema idratante post epilazione. Il tutto con una tranquillità da far invidia.</li>
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Queste sono decisamente le tipologie di donne più curiose che ho potuto osservare in questi 10 mesi. Per fortuna, la maggior parte sono donne normalissime che si dividono fra casa, lavoro, viaggi ed impegni dei figli. Passano il tempo sul treno per lo più leggendo, o sonnecchiando. Probabilmente cercano di godere di quel poco tempo che hanno davvero a disposizione per loro stesse. Perchè essere donne lavoratrici è già un casino, essere anche pendolari è sfiancante. </div>
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Alla fine il pendolarismo si riduce ad alzarsi ad orari assurdi per correre a prendere un treno dove riaddormentarsi e staccare la spina per un pò, per poi rifare la stessa cosa la sera per arrivare con un minimo di carica dalla propria famiglia.</div>
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E voi che tipologie di donne curiose avete incontrato nei vostri viaggi? In ogni caso, ricordate che: "Trenitalia si scusa per il disagio"!</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-35564056988708829912017-04-25T20:33:00.000+01:002017-04-26T21:16:15.661+01:00Visible Signs of Love Stories Project: storie, lotte e difficoltà di madri e figli nati con il cesareo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8GlD9gKScp_KfA19FyHBeC5SyJAJnz61kzw2p-vPWrZra8Ui0WUptM9M1u5Rwico8w7bE3beX98a86oFbFrh1uxeG9jUk0p0QxavqZPdGT7l-EE2zkuZ0J6U6pyoH69o10t5EMt0hclc/s1600/17991573_1039412126158224_1562992073046898704_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8GlD9gKScp_KfA19FyHBeC5SyJAJnz61kzw2p-vPWrZra8Ui0WUptM9M1u5Rwico8w7bE3beX98a86oFbFrh1uxeG9jUk0p0QxavqZPdGT7l-EE2zkuZ0J6U6pyoH69o10t5EMt0hclc/s400/17991573_1039412126158224_1562992073046898704_o.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da Visible Signs of Love Stories</td></tr>
</tbody></table>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scorsa settimana ero a casa in convalescenza per una brutta recidiva del Morbo di Crohn. Era pomeriggio ed ero seduta al pc per finire un'intervista per un pezzo da pubblicare prossimamente sul blog (rimanete sintonizzati perchè sarà un pezzo molto glamour e anche un pò piccante). </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mentre attendevo che il the si raffreddasse un poco, mi sono messa a dare un'occhiata a Facebook e, fra le pagine consigliate, è apparsa <a href="https://www.facebook.com/visiblesignsoflovestories/" target="_blank">Visible Signs of Love Stories</a>. <span style="color: black;">Lì per lì ho pensato si trattasse di una pagina contro la violenza sulle donne e, così, d'istinto ho deciso di cliccare sopra la piccola icona che me la proponeva. A quel punto mi sono accorta subito che mi sbagliavo di grosso: si tratta di un progetto fotografico che vuole dare voce a tutte le donne che, per qualsiasi motivo, hanno dovuto dare alla luce i loro figli con il cesareo e che si sentono dscriminate, o madri a metà per questo. </span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZhNoKf7iXy_KbgoQxMgvea2r8_OZzsmvICSgMxqbDTh_6eakBbmXbhBscNKkjsFU-SgtkyFNJWjdxh4lCRV79hB36pq3usjf4B76Uq5CDKEzowbnWyUeMDVCpkG3IycKwfXU97ZFZlKc/s1600/2017-04-21-PHOTO-00000010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZhNoKf7iXy_KbgoQxMgvea2r8_OZzsmvICSgMxqbDTh_6eakBbmXbhBscNKkjsFU-SgtkyFNJWjdxh4lCRV79hB36pq3usjf4B76Uq5CDKEzowbnWyUeMDVCpkG3IycKwfXU97ZFZlKc/s400/2017-04-21-PHOTO-00000010.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Gabriele Marmotta</td></tr>
</tbody></table>
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;">A gennaio 2017, le Astronavi si erano occupate di violenza ostetrica, in collaborazione con Innecesareo Onlus, e ne era venuto fuori mio pezzo intitolato <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.it/2017/01/il-parto-rubato.html" target="_blank">"Il parto rubato"</a><span style="color: black;">: un pezzo che mi ha coinvolta molto perchè nato dall'esperienza della mia amica Chiara e da mesi di contatti con molte donne vittime di violenza ostetrica e desiderose di avere un vbac (vaginal birth after cesarean) come "rivincita" per quel che avevano subìto. </span></span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;">Anche dopo la pubblicazione de "Il parto rubato" ho continuato a seguire le donne di Innecesareo, vivendo e leggendo le loro storie, gioendo dei loro successi e benedicendo con estrema gratitudine la Vita di ogni piccola creatura che viene al mondo in questa grande famiglia in cui ho avuto l'onore di entrare.</span></span></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;">Il 4 aprile scorso, il Web ha celebrato l'anniversario dell'hashtag #Bastatacere, grazie al quale moltissime donne hanno gridato il loro dolore come vittime di violenza ostetrica: il movimento suscitato da questo hashtag è stato enorme ed ha portato alla luce un universo di atrocità troppo a lungo taciute. Uno di quei rari casi in cui i social hanno davvero avuto una funzione utile per tutti.</span></span></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;"> </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;">Per quel che mi riguarda, lo sapete, ho "scelto" di non avere figli, non perchè non li voglia, o non li possa avere ma perchè, essendo affetta da diverse malattie autoimmuni, preferisco evitare di "tramandare" le mie fatiche ad un altro individuo (anche se nessuna delle mie patologie è definita ereditaria, c'è comunque una discreta percentuale di familiarità). </span></span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;">Perciò io ed A. abbiamo deciso di fare quello che, secondo noi, è un estremo gesto d'amore e così abbiamo preferito soffocare il nostro desiderio di genitorialità, non senza dolore e vuoto incolmabile da portarsi appresso ogni santo giorno. Per alcuni siamo solo codardi o, nella migliore delle ipotesi, egoisti ma ormai lascio che ciascuno creda ciò che gli pare e vado dritta per la mia strada ( su "La fatica di chi non procrea" ho scritto <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.it/2016/10/la-fatica-di-chi-non-procrea.html" target="_blank">qui</a>). </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;">In ogni caso, il fatto di non avere figli miei non mi ha impedito di trovare questo progetto molto interessante e di desiderare subito di poterlo sostenere attraverso il mio blog, perciò ho contattato subito il suo creatore, il fotografo Gabriele Marmotta, per chiedergli un'intervista. Gabriele è stato subito molto disponibile e quindi ecco a voi che cosa ha risposto alle mie domande e che cosa rappresenta per lui Visible Signs of Love Stories!</span></span></span><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4HJ7dJsTQn55jIeKwd1Ld4wvSo03e0F9PthhnLzryxfG7xE85xdDyxfABleJALX6rHXfVRSuRr8SYUzdPNgPulMVYWLLHlJ_ois1CQtcRg-3GPNvArEnbSPHoLfhs2qk4twbk76LHJb0/s1600/2017-04-21-PHOTO-00000006.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4HJ7dJsTQn55jIeKwd1Ld4wvSo03e0F9PthhnLzryxfG7xE85xdDyxfABleJALX6rHXfVRSuRr8SYUzdPNgPulMVYWLLHlJ_ois1CQtcRg-3GPNvArEnbSPHoLfhs2qk4twbk76LHJb0/s400/2017-04-21-PHOTO-00000006.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Gabriele Marmotta</td></tr>
</tbody></table>
</div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;"><u>Intervista con Gabriele Marmotta: </u></span></span></span></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<![endif]--><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">Aspettando
le Astronavi: Ciao Gabriele, benvenuto su Aspettando le Astronavi e grazie per
il tempo che hai deciso di concedere a questa intervista!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Grazie a te per lo spazio che hai deciso di dedicare al mio progetto! </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A:
Iniziamo da te… Chi è Gabriele Marmotta?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Mi
piace potermi definire un eterno sognatore. Ho 32 anni, sono un uomo, un marito
e un padre. Conduco una vita "normale" e, diversi anni fa, ho fatto
della fotografia la mia più grande passione attraverso la quale veicolo tutte
le mie emozioni.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A:
Come nasce Visible Signs of Love Stories? Voglio dire, è abbastanza curioso che
l’idea sia venuta ad un uomo: l’idea nasce dal tuo vissuto<span style="mso-spacerun: yes;"></span>personale, oppure di amici, parenti,
conoscenti?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Questa
domanda è diventata di routine durante i colloqui che sto tenendo per il
progetto! Tutto parte dalla nascita del mio secondo figlio quando, inspiegabilmente, proposi a mia moglie di realizzare un primo piano della sua
cicatrice, cosa che tra l'altro ancora non siamo riusciti a fare. Poi, un giorno, mi sono imbattuto per caso in un articolo che raccontava della discriminazione
da parte di un fotografo di nascite nei confronti di una mamma che aveva da poco
partorito attraverso il taglio cesareo. Mi sono informato e sono venuto a
conoscenza di quanto spesso avvenga tale denigrazione: pochi minuti dopo ero
alla ricerca di un titolo da dare a questa mia opera!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Anch'io ho avuto la tua stessa percezione e, attraverso l'esperienza con Innecesareo e Basta tacere ho potuto, purtroppo, toccare con mano questa discriminazione nei confronti delle donne che hanno avuto parto cesarei. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: C’è
qualcuno che ti ha ispirato?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Posso
senza alcun dubbio riconoscere che parte della mia ispirazione deriva dal
progetto che tu stessa conosci, realizzato dall'ottima fotografa Chiara De Marchi.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Conosco molto bene il progetto di Chiara (<a href="https://www.facebook.com/invisiblebodydisabilities/" target="_blank">Invisible Body Disabilities</a>) perchè oltre ad essere un progetto di altissima qualità e successo, sono anche una delle "guerriere" che Chiara racconta, visto che sono affetta da Morbo di Crohn da molti anni ormai. E' molto bello che Invisible Body Disabilities sia anche fonte di ispirazione per altri artisti. Inoltre è come se, in qualche modo, fossi legata al tuo progetto visto che tu trai ispirazione da Chiara ed io ho scritto di violenza ostetrica e di parto cesareo... Sembra quasi destino. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><br /></span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwJAN6jrwVgLGOA7nhvr9mGvMLpgDB3Z61qzzr-UZSqENuolURVSIlZ1ot33deE4asf-C87hG2Gkvn7t9at6t8ak4g0gWohB4eRnt6aI2OUyLROh-gpjPCYbZj8pCJFTh9UOYaaR_M0j0/s1600/2017-04-21-PHOTO-00000007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwJAN6jrwVgLGOA7nhvr9mGvMLpgDB3Z61qzzr-UZSqENuolURVSIlZ1ot33deE4asf-C87hG2Gkvn7t9at6t8ak4g0gWohB4eRnt6aI2OUyLROh-gpjPCYbZj8pCJFTh9UOYaaR_M0j0/s400/2017-04-21-PHOTO-00000007.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Gabriele Marmotta</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><span style="mso-spacerun: yes;"></span>A: Qual è l’obiettivo del tuo progetto?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Vorrei
permettere a chiunque ne senta il bisogno di riscattarsi attraverso le mie
immagini, veicolando un messaggio di eguaglianza, di forza e di purezza, compiacimento di se stessi. Dare voce alle esperienze, positive e negative,
creare una situazione nella quale la mamma portatrice di una cicatrice possa
confrontarsi non con un fotografo, ma con uno specchio.</span><span class="Nessuno"></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Se
una delle lettrici delle Astronavi volesse farsi avanti per partecipare al tuo
progetto come deve fare? Come può contattarti?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Molto
semplice! Direttamente sul mio profilo Facebook personale o scrivendo alla
pagina Facebook del progetto. In seguito al primo contatto ci sarà una breve
telefonata nella quale cercherò di illustrare ciò che vorrei fare.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Sei
disposto a raggiungere tu le tue “modelle” o devono raggiungerti loro?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: La mia
idea è quella di eseguire gli scatti presso l'abitazione della modella
"ove possibile", portando con me un piccolo set comprensivo di luci e
fondale. Questo perché sono fortemente convinto che trovarsi nelle proprie mura
domestiche renda tutto più semplice, mettendo chi posa a proprio agio.</span><span class="Nessuno"></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Se
qualche collega fotografo volesse partecipare al progetto, gratuitamente
ovviamente, può contattarti per offrire il suo aiuto?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Certamente!
Sono sempre aperto alle collaborazioni, purché non venga alterata la natura del
progetto.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Per
Visible Signs of Love Stories è stata aperta una raccolta fondi, i cui
rifermenti metterò alla fine del post: come intendi impiegare i soldi raccolti?
</span><span class="Nessuno"></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Ho
deciso di aprire una raccolta in crownfunding per finanziare la
produzione di un libro che si intitolerà<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>"The Second<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Smile".
Questo mi permetterà di avere delle copie a disposizione e renderà il libro
ordinabile presso i maggiori store d'Italia, i cui proventi verranno destinati ad un'associazione Onlus che si chiama<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><a href="http://www.ospedalebambinogesu.it/vite-coraggiose-la-prima-campagna-sociale-della-nuova-fondazione-bambino-gesu#.WP-BCMbOM2w" target="_blank">"Vite Coraggiose"</a> dell'ospedale
pediatrico Bambino Gesù di Roma.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A:
Collabori con qualche associazione in particolare?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Ci
sono due<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>associazioni che hanno
manifestato il loro interesse per il mio progetto, credo però di non poter fare
ancora nomi in quanto siamo soltanto all'inizio!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: E mi pare più che corretto e professionale.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A: Gabriele nel
tuo quotidiano, attraverso le esperienze che stai raccogliendo, quanto pensi
che sia profondo il “giudizio sociale” verso una donna che ha partorito con
cesareo? Hai davvero la percezione che vengano catalogate come madri di serie
B, oppure pensi si tratti del trauma che si portano dietro queste donne che
hanno avuto gravidanze e parti molto difficili?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Partiamo
dal presupposto che un parto non è mai una cosa facile, che sia naturale o chirurgico,
ma ti basti pensare che se una donna ha già eseguito un taglio cesareo e, per sua
fortuna, ha la possibilità di dare alla luce<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il suo secondo figlio con parto naturale, nella sua cartella clinica di
ricovero verrà scritto che non ha mai partorito. Potrei dilungarmi sui
punti di vista delle varie associazioni cattoliche, ma credo sia davvero un
campo minato che vorrei evitare e poi, come hai detto tu, ci sono le singole
esperienze con i rispettivi traumi e gioie che si portano dietro le mamme che
non sono minimamente da sottovalutare perché ledono fortemente la stabilità emotiva.</span><span class="Nessuno"></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A:
Pensi di raccogliere le foto, oltre che in un libro, anche in una mostra
fotografica? </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Lo
spero davvero! Poter accompagnare il progetto con delle esposizioni
fotografiche sarebbe un'ottima situazione da cui trarre confronti e
discussioni.</span><span class="Nessuno"></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">A:
Grazie Gabriele per la tua disponibilità e, se ti va, sarà un piacere per me ed
il mio blog continuare a seguire il tuo progetto!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">G: Grazie
a te per avermi dedicato del tempo e avermi dato modo di illustrarvi il mio
progetto. Siamo ancora in pochi ma sono certo si crescerà presto. Ho
fortemente dubitato di tutto fino all' attimo antecedente lo scatto della
prima fotografia.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">Ad oggi, dopo aver ascoltato e raccolto alcune testimonianze ed accolto i
ringraziamenti di chi vi ha partecipato, sono certo di aver preso la strada
giusta. Grazie ancora!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno">Di seguito troverete i link alla pagina ufficiale del progetto e al sito per la raccolta fondi. Personalmente, credo che questo sia un porgetto molto bello e che molte donne possano ritrovarsi nell'obiettivo di Gabriele. E' un altro modo per non tacere, mamme, non lasciatevelo scappare!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><a href="https://m.facebook.com/visiblesignsoflovestories/" target="_blank">Visible Signs of Love Stories</a> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><a href="https://instagram.com/p/BTCWoKmBEIO/" target="_blank">Visible Signs of Love Stories su Instagram</a> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span class="Nessuno"><a href="http://gabrielemarmotta.wixsite.com/gabrielemarmotta" target="_blank">Gabriele Marmotta- Sito Web</a> </span></span><span class="Nessuno"><span style="font-family: "times new roman" , serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"></span></span></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: black;"><span style="color: black;"><a href="https://www.produzionidalbasso.com/project/the-second-smile-visible-signs-of-love-stories-project/" target="_blank">Crowfunding</a> (Donate mi raccomando!)</span></span></span><br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisdrqOZBhnu8kMPDJEMki9TJaM5DnL9S4kc0q88lEPg_rTMcbRw36mRTIhxD-mNMGiSSdtuQWdAUn40VZ-VFBQRK-qOXz9txlhwjsCI6vnUMQHNTZux_h4C68dTX_H8CRMbVoAbs_yvL8/s1600/2017-04-21-PHOTO-00000009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisdrqOZBhnu8kMPDJEMki9TJaM5DnL9S4kc0q88lEPg_rTMcbRw36mRTIhxD-mNMGiSSdtuQWdAUn40VZ-VFBQRK-qOXz9txlhwjsCI6vnUMQHNTZux_h4C68dTX_H8CRMbVoAbs_yvL8/s400/2017-04-21-PHOTO-00000009.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo Gabriele Marmotta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<span style="color: black;"><span style="color: black;"><br /></span></span>
<span style="color: black;"><span style="color: black;"><br /></span></span>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-15553748506784704052017-04-21T07:33:00.000+01:002017-04-21T16:20:03.468+01:00Come diamanti su velluto nero<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihtY4S2SrTV8ebobgerb6lbvvQeq-CyR57X0otRjZ7QmDqZ9KuiB3rAjHwiYZIA76uRBOHeN94gs6lWQrcRGKkJn2dW1Hpu0oKLL2XUcxmfsK0q-3i5A780-RjN_lIcDeG7dJPm7tdUA/s1600/cielostellato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihtY4S2SrTV8ebobgerb6lbvvQeq-CyR57X0otRjZ7QmDqZ9KuiB3rAjHwiYZIA76uRBOHeN94gs6lWQrcRGKkJn2dW1Hpu0oKLL2XUcxmfsK0q-3i5A780-RjN_lIcDeG7dJPm7tdUA/s400/cielostellato.jpg" width="400" /></a></div>
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E' notte e, come nelle ultime settimane, l'insonnia non mi dà tregua. Mi sveglio da quella sorta di torpore in cui cado per brevi mezz'ore frammentate durante la notte, con la bocca secca, le labbra che tirano nonostante il balsamo che applico ogni sera prima di dormire. Allungo la mano verso il telefonino: sono le 2. Eva dorme sul suo cuscino, ha il respiro pesante, profondo. L'accarezzo sulla testa ma non si desta, continua a dormire profondamente anche del mio sonno. A. è accanto a me, dorme anche lui profondamente, emana calore e, come sempre, è mezzo scoperto. Decido di alzarmi dal letto, piano come un gatto, in modo da non svegliare nessuno dei due. Scivolo in cucina, guidata solo dalla luce del telefono. Apro il frigo e prendo da bere, in realtà vorrei un mojito, ma alle 2 del mattino non mi pare un'idea sensata. Perciò ripiego su un succo di frutta biologico alla pesca, ne verso un enorme bicchiere e ne bevo immediatamente due sorsi abbondanti. Non ho voglia di tornare a letto, tanto non dormirei. Prendo la mia giacca con il cappuccio, la infilo ed esco in giardino, fra le mani il mio salutare bicchiere di succo bio, anche se ancora vorrei un meno salutare mojito. </div>
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L'aria è decisamente fresca, mi siedo sul dondolo e tiro su il cappuccio sulla testa. Mi guardo intorno, tutto è tranquillità e silenzio, l'unico rumore è quello di Fulmine che torna da chissà quale scorribanda e si accuccia su una sedia vicino a me. Lo guardo e sorrido. A volte, vorrei avere la sua semplicità di vita: bisogni semplici, bere, mangiare, accoppiarsi, dormire. Istinto e nient'altro lo guida. </div>
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Eppure, in tutta la sua indipendenza, anche lui cerca il contatto della mia mano, una coccola, un gesto d'affetto, la mia voce che gli sussurra parole sciocche e coccolose. Si addormenta quasi subito Fulmine ed io resto sul dondolo ad ascoltare il suo respiro regolare. Continuo a bere e mi guardo intorno, mi sento al sicuro in questo piccolo giardino che sta diventando il mio rifugio in questo primo scampolo di primavera ortana. E poi alzo lo sguardo al cielo: c'è uno stellato incredibile questa notte e mi viene da chiedermi quante persone stiano guardando le stelle come me in questo momento. Il cielo è così scuro che sembra velluto nero e le stelle tanti diamanti scintillanti che fanno mostra di sè. </div>
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Uno spettacolo che mi illudo essere tutto per me, ma invece è per chi, come me, non riesce a dormire, per chi si sente ad un bivio, per chi desidera un cambiamento. </div>
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Per chi sente che la sua vita gli va stretta ma non ha il coraggio di cambiarla ed affoga quotidianamente in un mare di insoddisfazione e frustrazione. </div>
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Per chi ha perso qualcuno e per chi, invece, ha incontrato una persona che, per un pezzo di strada o magari per sempre, cambierà la sua esistenza. </div>
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Per chi si affaccia alla vita e per chi l'abbandona. </div>
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Per chi sta facendo l'amore sotto questo velluto, assaporando ogni istante, ogni sensazione, ogni onda di piacere, il sapore della pelle dell'altro.<br />
Per chi si strugge nella lontananza di chi ama che sia il proprio amore o la propria famiglia.<br />
Per chi sogna di rivedere il cielo della sua terra e non quello di un' altra città.<br />
Per chi sogna cieli lontani per fuggire da dove si trova, credendo che mettere chilometri fra sè ed i guai li annulli in un secondo.</div>
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Per gli adolescenti tormentati dai primi amori e da problemi più grandi di loro, perchè, oggi più che mai, quella fase della vita è terribilmente problematica e faticosa.<br />
Per i genitori di questi adolescenti che vivono con un senso costante di inadeguatezza e di paura di non star mai facendo abbastanza, quando invece fanno molto più di tutto. </div>
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Per chi dorme per strada perchè non ha un luogo dove andare o, magari, per scelta. E immediatamente penso alla mia senza tetto sul 766 che gira da un posto all'altro con la sua solitudine, i suoi vestiti sudici e malconci, i suoi cartoni di tavernello rosso e la copia dell'Ulisse di Joyce. </div>
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Per le donne incinte che contano le ore che le separano dal poter abbracciare il proprio figlio e nascere a loro volta madri. </div>
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Per le donne che ai figli hanno dovuto rinunciare, con dolore, vivendo quotidianamente una ferita profonda. Per le donne obbligate ad abbozzare sorrisi alla domanda più stupida ed inopportuna del mondo: "Quando fai un bel bambino?".</div>
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Per coloro che subiscono violenza che sia fisica o psicologica e non riescono a scappare da quel rapporto tossico.</div>
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Per il disillusi, i cinici, per coloro che non credono più che sia possibile ritrovare serenità.</div>
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Per chi è stato ferito, abbandonato, tradito. </div>
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Per chi ha ferito, abbandonato e tradito. </div>
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Per chi guarda al cielo pregando Dio e per chi Dio lo bestemmia urlando contro quello stesso cielo. Come se Dio prendesse alternativamente e continuamente una carezza ed una sberla. </div>
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Per i tossicodipendenti che, sotto questo velluto, si spareranno l'ennesima dose, dicendosi che è l'ultima ma sapendo che non lo sarà. L'ennesima bugia per affrontare la debolezza.</div>
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Per chi guarda il cielo contando i minuti che lo separano dall'alba, perchè domani è il giorno del riscatto, di un traguardo, o di una nuova possibilità. </div>
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Per i padri che non vedono i loro figli e li sognano ad occhi aperti. </div>
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Per coloro che si svegliano in preda all'ennesimo incubo, o inondati dall'ispirazione per un nuovo progetto.</div>
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A pensarci bene, dobbiamo essere proprio in tanti, questa notte, a guardare questo cielo, almeno uno per ogni stella. Mi piace pensare che ognuno di quei diamanti appesi rappresenti uno di noi e dovremmo ricordarci che siamo tutti pietre preziose, chi grezza, chi tagliata, chi pura rarità. </div>
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Non dovremmo dimenticare mai il nostro valore, i nostri obiettivi, i nostri tormenti, le nostre fragilità. Non dovremmo mai dimenticare la nostra completezza di esseri umani, il nostro vero potenziale che sta proprio nei sentimenti, nella capacità di donare e donarci in molte forme diverse, nella capacità di scegliere e di rischiare. Ed invece, spesso, ce ne dimentichiamo e gettiamo via il nostro talento, il nostro essere preziosi in un continuo turbinio di autolesionismo e disistima.</div>
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Fulmine apre gli occhi, scende dalla sedia, salta sulla sua cuccia e, prima di rintanarsi dentro, mi guarda un istante ed emette un piccolo miagolio. "Sì, hai ragione" penso "è ora di tornare in casa, di riprendere il mio posto nel mio letto caldo e di riposare gli occhi, almeno per qualche ora." </div>
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Il succo è finito ed io sono più tranquilla senza nemmeno sapere il perchè. </div>
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Dò un ultimo sguardo al velluto nero e ai suoi diamanti e poi mi richiudo la porta alle spalle... All'alba inizierà un nuovo giorno di scelte, di ritorni e di partenze. Un nuovo giorno da vivere. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwCVbRd49QRmJexeom3j0YSHobzxwC3uC1xkiffpRf9yRZYFY5aH5EPzgqj4T8PzoSIRbFZQdbZSwuQyP4QKlGrlFS4QQFG8-R7ZQKGAoTqdSWM3F-5esLPMjehR4K181fRTJgu70JO_Q/s1600/FRONTE-Manuale-di-fisica-e-buone-maniere_Germani-Daniele-01-compressor.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwCVbRd49QRmJexeom3j0YSHobzxwC3uC1xkiffpRf9yRZYFY5aH5EPzgqj4T8PzoSIRbFZQdbZSwuQyP4QKlGrlFS4QQFG8-R7ZQKGAoTqdSWM3F-5esLPMjehR4K181fRTJgu70JO_Q/s400/FRONTE-Manuale-di-fisica-e-buone-maniere_Germani-Daniele-01-compressor.jpg" width="278" /></a></div>
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Bentornati all'appuntamento con le Astronavi alla ricerca di Autori emergenti! Questo secondo episodio sarà dedicato a Daniele Germani e al suo Manuale di fisica e buone maniere, edito da <a href="http://www.davidandmatthaus.com/" target="_blank">David and Matthaus.</a></div>
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Mi sono imbattuta in questo titolo per caso. Un' amica ne parlava entusiasta in un post sul suo profilo facebook. Io il post nemmeno l'ho letto, a dir la verità, sono rimasta folgorata dal titolo così ho cercato su Google, ho letto la sinossi e, nel giro di un quarto d'ora, avevo già ordinato il libro su Amazon. </div>
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Non mi piace leggere troppe opinioni quando si tratta di libri. In genere mi attrae la trama, deve accendersi un qualche tipo di alchimia. Con questo libro è bastato il titolo. Io lo trovo geniale, affascinante, curioso e per nulla banale. Comunque, bando alle ciance ed andiamo con ordine, perchè ho molte cose da dire e un'intervista bellissima con l'Autore da proporvi.</div>
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<b><u>Sinossi:</u></b></div>
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"Manuale di fisica e buone maniere" è il racconto di occasioni perdute.
Il romanzo descrive il complesso rapporto sentimentale ed emotivo fra
due studenti italiani, attingendo dal linguaggio e dalle teorie della
fisica, mescolando scienza e letteratura. Lui è un assassino di gatti
con problemi relazionali al limite della psicosi; lei è una futura
astrofisica di successo segnata da un passato tragico. Entrambi vivono
con disagio l'esistenza sul nostro pianeta. A far da cornice alla loro
storia, una Londra polverosa e poco accogliente, dove si rifugeranno per
scappare dal loro passato.</div>
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<u><b>Recensione:</b></u></div>
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Daniele Germani ci racconta, in questo libro, due storie, anzi la stessa storia sotto due punti di vista: quello di Lei e quello di Lui. Non ci sono nomi nel romanzo. Dall'inizio alla fine non conoscerete mai un solo nome dei personaggi e, a dirvela tutta, sarebbe totalmente inutile conoscerli nell'economia del racconto e di ciò che l'Autore vuole trasmettere. </div>
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La prima che ci viene presentata è Lei, una bimba serena, con tante domande nella testa, più grande della sua età e con passioni molto particolari come l'astrofisica. Un personaggio, Lei, per il quale ho sentito subito istintiva empatia, tenerezza.</div>
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Dopo pochissime pagine, entra in scena Lui e l'Autore non fa nulla per rendercelo simpatico. </div>
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Un ragazzino assente, anaffettivo, che uccide il gattino che gli hanno regalato i genitori per provare la sua teoria sul paradosso del gatto di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_gatto_di_Schr%C3%B6dinger" target="_blank">Schrödinger.</a></div>
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La sua freddezza di fronte all'atto che aveva compiuto e l'altrettanta freddezza con cui mette fine ai suoi rapporti emotivi con la famiglia, a causa della loro reazione di fronte all'assassinio del gatto, mi hanno cucito addosso un senso di disagio forte nei confronti di questo personaggio, disagio che mi ha accompagnata durante tutta la lettura del libro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lui è indecifrabile, è una personalità al limite dello psicotico, non riesce ad essere empatico, non riesce ad far prevalere la parte fatta di pelle, sangue e dolore che è in lui, ma coltiva unicamente quella cerebrale, fatta di studi sulla fisica e un'infarinatura di astrofisica. Questo gli garantisce di non soffrire, di piegare tutto alle leggi fisiche e matematiche ma, di fatto, gli impedisce di vivere davvero. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lui e Lei si incontrano all'università: Lui ne rimane incuriosito quando scopre che lei studia astrofisica, Lei se ne innamora e cerca, come spesso si fa quando si ama qualcuno che ha problemi a relazionarsi, di buttare giù quella barriera dietro cui Lui si nasconde. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un giorno accade qualcosa fra loro, qualcosa che sconvolgerà la meccanica, asettica e ripetitva quotidianità del nostro e lo spingerà, forse per la prima volta, a farsi delle domande, ad interrogarsi su di sè e su ciò che davvero vuole nella vita. E così Lui molla tutto, fondamentalmente scappa, e va a Londra. </div>
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<i>"L'illuminazione giunse immediata ed inaspettata. Cambiare non era dimenticare, ma modellare"</i> </div>
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Attraverso gli occhi di Lui vediamo Londra come una città polverosa, pericolosa, piena di opportunità ma, al contempo, pronta a distruggere ogni speranza, a risucchiarti nell'oblio. Ovviamente, non vi dirò nulla di ciò che accadrà al personaggio durante la sua permanenza nella capitale inglese, ma posso dirvi che è un susseguirsi di emozioni, per lo più negative, per lo più dolorose, di quelle che colpiscono allo stomaco, di quelle che ti verrebbe voglia di urlare di tutto a quella figura che ti sei creata nella testa e che per te rappresenta Lui. Lui fa incazzare, sappiatelo, quasi sempre, quasi per tutto il romanzo. Eppure, ci sono stati momenti in cui avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto dirgli che è normale avere paura, momenti in cui avrei voluto dirgli che quell'accenno di metamorfosi che stava compiendo, prima del secondo colpo di scena, lo stava rendendo più umano, quasi simpatico, quasi sopportabile ad un cuore istintivo come il mio. </div>
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I personaggi che ruotano intorno a Lui nel suo cercarsi a Londra, lo spingono costantemente alla metamorfosi, al prendere contatto con il suo intimo, con il suo mondo interno, con la sua capacità di essere "umano". Lo spingono ad entrare in contatto con tutto ciò da cui è sempre scappato. </div>
<div style="text-align: justify;">
La ragazza con i capelli ricci, il padrone del laboratorio, il direttore dell'ospedale, tutti i comprimari cercano di svegliarlo dal suo torpore, in un modo o nell'altro, cercano di spiegargli che la vita è fatta per lo più di scelte e di libero arbitrio.</div>
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<i>"Sosteneva che la consapevolezza dell'intera umanità fosse nascosta dentro di noi e che il non parlare, il non comunicare, l'isolarsi dal mondo, quello sì che erano veri crimini; la scienza, al religione e i libri erano molto importanti, ma senza un'anima "colta", che fosse pronta a ricevere prima di dare, nessuna vera informazione, dottrina o filosofia sarebbe davvero compresa e tutti gli sforzi di apprendimentio darebbero risultati inutili, semplici scatti mentali di uno sviluppo meccanico".</i></div>
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E Lei? Lei aleggia come una presenza/assenza per buona parte del romanzo e il lettore è così preso a seguire le vicende di Lui e ad arrabbiarsi con lui che quasi se la dimentica, o insomma, la rilega a comparsa. Finchè a metà del libro Lei riappare prepotentemente e la luce torna nel cuore del lettore, tornano l'umanità, la bellezza dei sentimenti, la paura, l'angoscia, la speranza e l'amore. Lei è viva, è reale e non si può non amarla. Lei torna solo per trovare lui, per capire, per dare una svolta alle loro vite, per lenire quel tormento che l'accompagna da quando Lui, senza volerlo minimamente, ha sciolto lo strato di ghiaccio dal cuore di questa giovane donna che troppe ne aveva già viste e patite. Lei ci va stretta in questo mondo, Lei ne ha paura ma lo affronta, Lei è disposta ad accettare il cambiamento. Lei è noi, ciascuno di noi è un pò di Lei.</div>
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<div style="text-align: justify;">
<i>"Lo sapevi che "amore" è una parola senza sinonimi? È sola, in questo
fiume di parole che rompono questo silenzio tanto declamato. È una
parola silenziosa, amore, che si proclama senza emettere suoni. La si
può pronunciare anche solo sfiorando gli occhi di chi è davanti a te. Ed
è proprio quando si tenta di urlarla che si pecca di saccenteria.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Amami adesso, nell'errore, mentre cammino in bilico su questa fune che ci unisce e della quale non vedo la fine, amami adesso o cadrò. Prendimi per mano, mentre vago in compagnia di questa folla senza volto, o mi perderò. Fammi sentire il tuo respiro, in questo vagone pieno di fumo, o soffocherò. Amami ora, nell'errore, proprio adesso che ho più bisogno di te".</i></div>
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<i>"Ho paura di scoprire che non siamo altro che due mondi destinati ad orbitare lontani e contraddittori, Nient'altro che due pianeti extrasolari, senza la loro stella di riferimento. Due pietre che continueranno ad allontanarsi l'una dall'altra, trascinate dalla rassucurante certezza di dimenticarsi". </i></div>
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<i> </i> </div>
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L'Autore in questo è geniale perchè quando ci racconta di Lui scrive in terza persona e quando ci racconta di Lei scrive in prima persona. Questo amplifica tutte le sensazioni di Lei, rendendola ancor più umana e attaccata alla pelle di chi legge e alimenta il naturale disturbo che la personalità di Lui provoca, facendo sì che non si simpatizzi mai davvero con questo personaggio. </div>
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In questo modo Daniele Germani, forse, ci indica il suo messaggio e cioè che la vita è una scelta continua, che non può essere vissuta anestetizzandoci, che anche quando incontriamo difficoltà e periodi difficili non possiamo adagiarci al destino, al fatto che doveva andare così, ma che possiamo fare scelte, che le occasioni mancate devono essere ridotte al minimo. Di fronte al quotidiano, di fronte alla malattia, di fronte alla tragedia, di fronte a famiglie assenti ma ingombranti, come nel caso dei due protagonisti, e anche di fronte alla morte, dobbiamo crescere ed alimentare noi stessi e la nostra anima. </div>
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Sul finale non dico nulla, se non che ho dovuto lasciar decantare le emozioni qualche giorno prima di essere sufficientemente lucida per scrivere questa recensione. <i> </i></div>
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La scrittura di Germani è coinvolgente, scorrevole, accattivante. Non ti stacchi dal libro, una volta che lo inizi, è come un incantesimo. Ho letto che alcuni lo hanno trovato troppo breve: no, è perfetto. Perchè è talmente intenso e pieno di emozioni contrastanti e difficili che ti senti esplodere per quasi tutto il tempo. Non li rimpiangi Lei e Lui alla fine del libro perchè, in realtà, scopri che sono dentro di te, sono entrambi sfumature di ciascuno di noi. Lui ciò che nessuno di noi vorrebbe essere, Lei ciò che forse vorremmo essere, o che magari, in parte o in tutto, siamo già.</div>
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Manuale di fisica e buone maniere è un libro sulle occasioni perdute ma è anche un libro sull'importanza di vivere e non di lasciarsi vivere.</div>
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<u><b>Intervista con Daniele Germani:</b></u></div>
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Aspettando le Astronavi: Ciao Daniele, benvenuto su Aspettando le Astronavi e grazie per il tempo che hai deciso di concedere a questa intervista!<br />
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Daniele Germani: Ciao Maria Grazia, beh, grazie a te e allo spazio e al tempo che hai deciso di dedicare al mio romanzo. Inoltre Aspettando le Astronavi è un blog di altissima qualità. E' un onore per me essere presente.<br />
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A: Iniziamo da te… Chi è Daniele Germani? Come ti descriveresti?<br />
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D: Iniziamo con le domande difficili. Non lo so chi sono, in effetti. Parto dai punti fermi della mia vita, allora. Sono un neo papà. Da qui parte tutto il resto e questo l'ho scoperto quando l'anno scorso è nata mia figlia, Nikita, che ora ha quasi 8 mesi. Quando nasce un figlio, l'essere scrittori, lavoratori e tutto il resto passa in secondo piano, forse in terzo, tutto diventa subordinato a quella creatura che hai messo al mondo ed è meraviglioso. Finalmente tutto quadra e alla vita si dà finalmente una spiegazione. Non è più vero che nulla non abbia un senso.</div>
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Oltre alla mia famiglia, posso dirti quello che ero, perchè quello che sono o che sarò non l'ho ancora ben chiaro. Ero un viaggiatore e uno che viveva molto alla giornata. Negli ultimi otto anni ho vissuto in molti luoghi, in Spagna, Irlanda, Gran Bretagna e in ognuno di questi luoghi ho avuto esperienze uniche, più o meno positive, ma che hanno contribuito a formare quello che sono ora.</div>
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Ti ho detto che lo ero ma spero che, non appena la bambina sarà più grande, potrò di nuovo tornare ad esserlo. Il mio sogno, condiviso da mia moglie Marianna, è prendere un camper e girare il mondo, partendo dall'Asia, scendendo nelle Americhe e arrivare fino al Polo Sud. </div>
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Poi magari potremo anche fermarci un pò. Forse rimarrà un sogno, ma prima di fare un viaggio si deve immaginare, desiderare, sapere che avverrà, che poi è quello che accade nello scrivere un libro.<br />
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A: Qual è il tuo libro preferito?</div>
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D: Altra bella domanda. Difficile sceglierne uno solo. A volte i libri preferiti non sono i più belli che si siano mai letti. Posso dirti che un libro che mi ha cambiato la vita, perchè letto in un momento davvero particolare, è stato “Non buttiamoci giù” di Nick Hornby. Nel mio piccolo l'ho anche omaggiato nel Manuale, dove, durante la narrazione, il protagonista ha a che fare con il "Palazzo dei suicidi" a Londra, che è un luogo realmente esistente. Ripeto, di certo non sarà un capolavoro della letteratura, ma ha cambiato la mia visione delle cose in un periodo difficile della mia vita. Dopo la lettura, infatti, ho deciso di partire e lasciare l' Italia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda invece gli autori assoluti, che amo particolarmente, posso dirti Kafka, in particolare “Il processo” e quasi tutto di Josè Saramago. Anche questi sono titoli che hanno contribuito a cambiare la mia visione delle cose e del concetto di arte. Soprattutto Saramago con “Cecità”, una vera rivoluzione nel campo della letteratura.<br />
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A: Che musica ascolti?<br />
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D: Questa è una domanda molto importante. Mi piace molto la musica italiana, Daniele Silvestri, Francesco De Gregori, Vasco prima maniera (non più del 1996), Fabrizio Moro. Ora che vivo a Genova aggiungo anche Fabrizio De Andrè. Amo anche il rock degli AC-DC, Iron Maiden, Dire Straits. Però per scrivere ho bisogno assoluto di musica senza parole, altrimenti mi distraggo troppo. Il Manuale è stato scritto, dalla prima all' ultima parola, con il pianoforte di Ludovico Einaudi nelle orecchie e direi anche nelle dita. La sua musica è stata davvero ispiratrice. Mi spiace non averlo potuto incontrare a Genova lo scorso dicembre. I biglietti del concerto erano finiti e scrissi al suo ufficio stampa per avere la possibilità di incontrarlo, anche solo 5 minuti prima o dopo, per poterlo omaggiare del mio romanzo. Forse credevano che mi volessi “imbucare” al concerto e l' incontro non è stato possibile; alla fine gliel'ho spedito. Spero abbia gradito.</div>
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A: Impossibile non abbia gradito, a mio modesto avviso.</div>
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A: Manuale di fisica e buone maniere è il tuo romanzo d’esordio?<br />
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D: Si, è il primo romanzo che pubblico. Ne avevo scritto un altro, ma era davvero poco “spendibile” sul mercato. Me ne sono reso conto solo anni dopo, mentre, al momento, credevo di aver scritto un capolavoro. Il Manuale è il primo e chissà, magari, l' ultimo. Vedremo.<br />
<br />
A: Sono sempre curiosa di sapere che tempi di gestazione hanno i romanzi. Quanto tempo hai impiegato a scrivere il tuo romanzo?<br />
<br />
D: La gestazione del Manuale è stata molto rapida. Ho iniziato a scriverlo i primi giorni di agosto 2014 e l'ho terminato, in prima stesura, dopo un mese circa. Nel frattempo, ho avuto anche un piccolo incidente: sono epilettico e ho avuto una crisi in metro con una ferita che mi ha tenuto fermo quasi 15 giorni. Avevo iniziato molto bene e credevo che non avrei più ripreso a scrivere ed invece ce l'ho fatta. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il Manuale è stato più volte corretto. Direi che per arrivare alla sua forma finale, quella che leggete oggi, in totale ci avrò lavorato circa due mesi, ovviamente non consecutivi. Fondamentale è stato l' apporto del mio agente Andrea Carnevale; mi ha aiutato nella correzione e nella quadratura del cerchio.<br />
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A: Ti sei ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione dei tuoi personaggi sia primari che comprimari?<br />
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D: No, ho cercato di mantenere fuori dalla caratterizzazione amici e conoscenti, o altri personaggi più o meno conosciuti. E' proprio il caso di dire che qualsiasi riferimento a persone è puramente e decisamente casuale.<br />
<br />
A: Immagino che di autobiografico non ci sia nulla nella storia di Lei e di Lui. Però una cosa mi ha colpita: la tua scelta di narrare la storia di Lei in prima persona e quella di Lui in terza. Come a voler prendere un pò le distanze da Lui, o per tenere il lettore "in sicurezza” dal tuo personaggio. Perché questa scelta di narrare le due storie in modo così diverso?<br />
<br />
D: Immagini bene. Non c'è nulla di autobiografico che non sia funzionale alla trama. Alcuni eventi o atteggiamenti sono stati attinti dalla mia esperienza, ma io non sono nè un astrofisico, tantomento un assassino di gatti. </div>
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Per quanto riguarda invece la prima e terza persona, a dire il vero, è stata una scelta stilistica per permettere una netta suddivisione dei due personaggi. La narrazione in terza persona, come hai giustamente fatto notare, distacca molto il personaggio dal lettore. Posso dirti soltanto che Lei non avrebbe mai potuto essere raccontata in terza persona. E' un personaggio molto più complicato e molto più emotivo di Lui. La terza persona non permette un'empatia totale e Lei meritava di avere una perfetta aderenza con il lettore.</div>
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In molti mi hanno fatto notare questo aspetto e ne sono stato molto felice, perchè vuol dire che la scelta è stata azzeccata. Al momento della scrittura, assegnare la prima e la terza persona a Lei e Lui è stato tutto molto naturale, senza forzature.<br />
<br />
A: Ho letto che Londra la conosci molto bene perché hai vissuto lì alcuni anni. Nel libro la racconti come una città contraddittoria ma piena di opportunità. Un luogo che può farti emergere ma anche<br />
inghiottirti per non risputarti più fuori. Ma Daniele che ricordo ha di Londra? Cosa ha rappresentato per te?<br />
<br />
D: Ho vissuto sei anni in Spagna e, in totale uno e mezzo, a Londra,. Londra però ha rappresentato per me i cambiamenti più importanti. Ci ho vissuto in tre distinte occasioni: nel 2003, quando avevo 25 anni e l' emigrare non era ancora una necessita e una “moda”. Arrivai in una città molto diversa da quella che è oggi, dove gli italiani non erano molti e il lavoro disponibile non era tanto come oggi. Partii senza sapere una parola d'inglese e dormii su un pavimento per quasi un mese. Questo è l'unico aspetto autobiografico del romanzo, oltre alle lunghe passeggiate che i due protagonisti intraprendono nella città. Quel primo contatto con Londra ha davvero cambiato il mio modo di vedere il mondo. </div>
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Ci sono tornato nel 2012, in un periodo molto difficile per me e infatti è durata poco. Poi ancora nel 2015, però questa volta con mia moglie, ed è stato molto bello. Gli ultimi mesi li abbiamo vissuti a Brighton e abbiamo un ricordo bellissimo di quei mesi, perchè Nikita è stata proprio concepita a là, motivo per il quale, poi, abbiamo deciso di tornare in Italia, nello specifico a Genova, essendo Marianna genovese.</div>
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Per concludere su Londra, posso dirti che più che una città, è un universo a parte. Madrid, che è la città più bella dove abbia vissuto, è Spagna al 100%. Ovunque si respira la necessità dei propri abitanti di reclamare la propria identità iberica, così come è lo stesso per i catalani a Barcellona. Londra è invece la città dove, se vuoi, puoi diventare chiunque, puoi tranquillamente vivere in totale anonimato o emergere in qualsiasi disciplina o lavoro. Non sto dicendo che sia una buona cosa o meno, dico solo che è così. Io non l'ho amata molto, forse ci ho vissuto troppo poco, ma ho cari amici che ci vivono da anni e, bene o male, la pensano come me. </div>
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E' un posto che deve essere vissuto almeno una volta nella vita, e non solo da turista.<br />
<br />
A: Qual è l’ora migliore per scrivere secondo te?<br />
<br />
D: Dipende dalla musica che hai a disposizione e da quante pene hai da smaltire. Scherzo, ovviamente. Io ho scritto a tutte le ore, sempre, anche quando avevo a che fare con sceneggiature e articoli. Non credo ci sia un'ora perfetta per farlo, ma c'è bisogno di costanza e impegno. </div>
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Ho sempre ritenuto che l' artista folle, quello che senza tecnica tira fuori il capolavoro, che sia pittura, scrittura o musica, non esista. Serve tecnica e soprattutto molta disciplina, altrimenti ci si ritrova a riempire quei cassetti di tanti progetti iniziati e mai finiti. Anche Kerouac e Bukowsky, due grandi geni, avevano un talento immenso che dovevano, per loro stessa ammissione, disciplinare affinchè i loro scritti vedessero la luce. Non mi sto paragonando nemmeno lontanamente a loro, sia chiaro, ma li porto ad esempio perchè ogni scrittore deve, appunto, avere regolarità e una forza di volontà enorme, altrimenti quello che ha dentro resta dentro.<br />
<br />
A: C’era un’abitudine particolare durante la stesura del romanzo? Un rito a cui non potevi rinunciare, ad esempio?<br />
<br />
D: La musica e la presenza di Einaudi. Prima di iniziare a battere sulla tastiera, dovevo prima ascoltare un pò del suo pianoforte. Non riuscivo altrimenti a buttare giù neanche una parola. Solitamente iniziavo ascoltando “Questa notte” e a volte “Divenire”. Insomma, l'importante era che ci fosse la sua musica ad accompagnarmi nella stesura.<br />
<br />
A: Quante ore dedicavi alla stesura del romanzo? Leggo di scrittori emergenti che passano giornate intere a scrivere, persone che dicono di non poter conciliare l’attività di scrittore con il loro lavoro ufficiale. Tu come hai incastrato tutto?<br />
<br />
D: Durante quel mese di prima stesura vi ho dedicato quasi tutto il tempo a disposizione. Tornavo dal lavoro alle 19, a volte alle 21 e continuavo quanto avevo lasciato la sera prima. Al tempo vivevo da solo e non avevo altre “distrazioni”, quindi potevo scrivere quando volevo. Diciamo che il massimo era tre ore al giorno, non di più. Oggi è più complicato, anche se la bambina è una complicazione meravigliosa. Mia moglie mi incita a scrivere e a trovare il tempo. Scrivere però necessita di molta concentrazione e di una routine ben definita e, com' è normale che sia, devo ancora trovarla.<br />
<br />
A: Una curiosità od un aneddoto particolare legato al romanzo?<br />
<br />
D: Direi il titolo. Avevo tentato più volte di inziare a scrivere questo benedetto romanzo, sempre con storie differenti e titoli un pò campati in aria. Il 6 agosto del 2014 invece mi sono svegliato e avevo “Manuale di fisica e buone maniere” stampato in mente. E' stata un'illuminazione. Ho iniziato a scrivere la sera stessa e, dopo un mese, avevo concluso la prima stesura.<br />
<br />
A: Tu hai avuto la possibilità ed il merito di pubblicare con una Casa editrice: la David and Matthaus. Ti va di raccontarci il tuo percorso, le eventuali porte in faccia e come sei arrivato alla tua CE?<br />
<br />
D: Il percorso è stato “asettico”. Mi spiego meglio. Non ho contattato subito la CE, ma un agente letterario, Andrea Carnevale dell' agenzia<a href="http://www.agenziaedelweiss.com/" target="_blank"> Edelweiss</a>. E' stato subito entusiasta del romanzo e abbiamo firmato un contratto di rappresentanza. Mi ha accompagnato con estrema pazienza attraverso tutta la delicata fase di pubblicazione. Lui era certo che ce l'avremmo fatta, io un pò meno. Aveva ragione lui. </div>
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Dopo l' editing, effettuato con molta cura proprio da Andrea, lo ha proposto a varie case editrici e la D&M ci ha risposto quasi immediatamente. E' stata una bella soddisfazione! Dopo la firma del contratto, il Manuale avrebbe dovuto essere pubblicato molto prima, ma, per le questioni familiari che ti ho raccontato prima, ha visto la luce con quasi un anno di ritardo.<br />
<br />
A: Che cosa pensi del self publishing? Secondo te può essere una risorsa per gli aspiranti scrittori? E tu hai mai pensato di pubblicare come self?<br />
<br />
D: Dipende. Di base non mi piace. Riconosco che molti capolavori della letteratura sono passati per il SP, ma erano anche altri tempi, soprattutto ad inizio secolo scorso. Oggi purtroppo il SP è una sorta di trappola per chi decide di voler pubblicare un romanzo che forse non vedrebbe mai la luce attraverso la normale filiera. Dico questo perchè, attraverso il giudizio del mercato, ci sono passato anche io. Come ti dicevo prima, il mio precedente romanzo venne rifiutato da tutte le case editrici alle quali lo mandai e anche dagli agenti. Venni però contattato da un paio di editori a contributo che sembravano entusiasti del mio lavoro. Mi chiesero parecchi soldi ma, in quel momento non ne avevo, quindi la pubblicazione non avvenne. Non avevo ben chiaro come funzionasse il mondo del Self Publishing e ci soffrii molto per la mancata pubblicazione sia attraverso la naturale filiera che mediante il SP. Dopo qualche tempo, però, lo capii e mi ritenni fortunato di non aver avuto quel denaro a disposizione. Insomma, il mio lavoro era stato bocciato dal mercato, segno che era di pessima qualità. Con il Manuale ho intrapreso la strada opposta, mi sono cioè detto: “Se non verrà accettato da nessun editore, finirà nel cassetto senza rimpianti”. Forse qualche rimpianto l' avrei avuto ma, per fortuna, poi è andata bene. </div>
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Oggi pubblicare senza contributo rappresenta quindi un esame di qualità dell'opera. Anche a causa del SP, il mercato è inondato, è più che saturo di romanzi e libri di qualsiasi genere e qualità, e, oggi come oggi, un romanzo per essere pubblicato non deve essere più solo “pubblicabile”, ma qualcosa in più, deve essere almeno ottimo, altrimenti un editore non investe a fondo perduto. Purtroppo molti “editori” oggi fanno gioco sulla voglia degli autori di vedersi pubblicati a tutti i costi, lucrando molte volte sui sogni delle persone, con discorsi del tipo “noi siamo fuori dalle logiche delle grandi case editrici però ti chiediamo 2000€” e questo è un danno per tutti.</div>
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A: Sono assolutamente d'accordo con te e, spesso, mi trovo a discutere di questo argomento con molti aspiranti scrittori che non fanno però il tuo ragionamento, cioè non vedono nel "giudizio del mercato", rappresentato dalle CE uno sprone ad analizzare meglio la propria opera e, magari rendersi conto che non è buona, o che, il più delle volte, è l'ennesimo clone di qualcosa di già letto. Molto spesso si trincerano dietro l'idea che le CE valutino solo ed esclusivamente certi Autori (magari già famosi) e non hanno intenzione di investire su quelli che loro (gli aspiranti) reputano capolavori.</div>
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<br />
A: Ultima domanda: stai lavorando già ad un nuovo romanzo? Personalmente spero di sì.<br />
<br />
D: Altra bella domanda. Si, ci sto lavorando, però quest'ultimo anno e mezzo è stato davvero complicato, bellissimo, ma complicato e non ho avuto ancora la possibilità di mettermi a sedere con tutta la tranquillità necessaria per iniziare la stesura di quello che ho già in mente. Come per il Manuale, ho già in mente il titolo, il messaggio, la trama e il finale. Direi che il più è fatto, ora non resta che scriverlo.<br />
<br />
A: Grazie Daniele e, allora, alla prossima!<br />
<br />
D: Grazie a te, davvero. Questa è la prima intervista che mi viene fatta ed è stato un onore e un piacere averla fatta per “Aspettando le Astronavi”. Un saluto a tutti i miei lettori, perchè è vero che senza di loro la scrittura sarebbe solo fine a se stessa. Grazie ancora e a presto!</div>
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Di seguito vi lascio i link dei maggiori store su cui è possibile acquistare Manuale di fisica e buone maniere che esiste solo in cartaceo e non in ebook ma sono soldi ben spesi. Compratelo, leggetelo e diffondetelo, perchè merita davvero!</div>
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Vi saluto sulle note di "Questa notte" di Ludovico Einaudi e vi aspetto il mese prossimo per il terzo episodio in viaggio fra gli Autori emergenti.</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/DKbqKX2-okc/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/DKbqKX2-okc?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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Dove acqustare il Manuale:</div>
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Attenzione! Il link sottostante che riporta ad Amazon contiene il mio codice affiliato. Questo significa che cliccandoci sopra e acquistando entro 24 ore dal click, io avrò una piccola percentuale che utilizzerò per acquistare libri, o altro materiale per mandare avanti il blog e tutti i progetti ad esso collegati. Perciò grazie a chi se ne servirà!<br />
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Pagina Autore:</div>
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<a href="https://www.facebook.com/Manualefisicabuonemaniere/?fref=ts" target="_blank">Manuale di fisica e buone maniere</a> </div>
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<a href="https://www.facebook.com/danielegermanipaginaufficiale/?fref=ts" target="_blank">Daniele Germani- Pagina unica</a></div>
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-57367869208101653392017-04-12T11:49:00.000+01:002017-04-12T14:11:25.795+01:00Keukenhof, il parco dei tulipani<div style="text-align: justify;">
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcnNRgaCPafHGaFRNHLpZSeEUhasHys_HtN6lz8qDdKJR1-OZbJ0ZkjaEC4uyFE66zxckwrLABTGWQXRVA7txFsEKoj4heEc9I7dC6FZEwqfRVf7FX6psGg_aRIjxCZrezm5kThQKBQIQ/s1600/20160421+Keukenof+001125.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcnNRgaCPafHGaFRNHLpZSeEUhasHys_HtN6lz8qDdKJR1-OZbJ0ZkjaEC4uyFE66zxckwrLABTGWQXRVA7txFsEKoj4heEc9I7dC6FZEwqfRVf7FX6psGg_aRIjxCZrezm5kThQKBQIQ/s400/20160421+Keukenof+001125.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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L'anno scorso, poche settimane dopo gli attentati a Bruxelles del 22 marzo 2016, io ed A. abbiamo fatto un viaggio in Belgio ed Olanda. Della mia permanenza a Bruxelles, delle impressioni ed emozioni provate in quella meravigliosa città che era appena stata ferita da vili assassini, ne ho scritto <a href="http://aspettandoleastronavi.blogspot.it/2016/05/bruxelles-citta-ferita-ma-immensamente.html" target="_blank">qui</a>. Ciò di cui non ho mai parlato è della meravigliosa gita a Keukenhof, in Olanda. </div>
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Si tratta del parco di fiori a bulbo più grande del mondo e uno dei giardini floreali più belli d'Europa. Il parco venne costruito nel 1949 e si estende per 32 ettari. Keukenhof non è aperto tutto l'anno ma soltanto nel periodo di fiortura dei tulipani, protagonisti indiscussi, quindi solo due mesi all'anno: l'apertura per il 2017 è iniziata il 21 marzo e proseguirà fino al 21 maggio.</div>
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E' passato un anno ma ho ancora ben impresse le sensazioni provate quel giorno. Io ed A. siamo partiti da Bruxelles in treno con destinazione aeroporto di Schiphol.</div>
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Treno modernissimo e dotato di tutti i comfort e anche parecchio caro, visto che abbiamo speso in due 335,00 euro. Sì, avete letto bene ma io ed A. abbiamo un talento imbattibile nello spendere soldi, se poi sono per gite, viaggi e cibo, non abbiamo nessun freno inibitore che non sia il plafond delle rispettive carte di credito. </div>
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Comunque, abbiamo preso questo treno bellissimo a Bruxelles e siamo scesi a Schiphol dove siamo saliti su un pullman che ci ha portati al parco, situato nei pressi di Lisse (35 km da Amsterdam). Arrivati al parco ci siamo trovati di fronte una coda infinita per entrare, cosa che lì per lì mi ha un pò sconfortata. Sconforto passato subito perchè la giornata era meravigliosa e persino calda per quelle latitudini. Il cielo era terso ed il sole tiepido dava una splendida sensazione di benessere. </div>
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A. mi ha proposto di sederci su una delle panchine di legno poste nel piazzale fuori dal parco e di aspettare che il maggior flusso di persone fosse passato all'entrata. E' stata la scelta migliore: era presto e potevamo permetterci di non andare di fretta. </div>
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Il biglietto di entrata al parco ha un costo per persona di 16 euro, ovviamente senza guida, mentre per i bambini dai 4 agli 11 anni il costo è di 8 euro.</div>
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Ricordo che appena entrati io ero terribilmente affamata (oh, che strano!) e che ancor prima di vedere il verde del prato e la prima fontana avevo già puntato il piccolo chiosco all'entrata. Abbiamo mangiato due panini, ad un costo esorbitante, che avevano un gusto orribile, ma orribile per davvero. In effetti, guardandomi intorno, mi sono accorta che tutti avevano il pranzo al sacco... Certamente più avveduti di noi. </div>
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Abbiamo iniziato il giro del parco e, credetemi, il colpo d'occhio è incredibile, un'esplosione di colori brillanti, dal verde acceso dei prati, ai colori cangianti del fiori, fino alle ombre create dagli alberi a contrasto con il cielo azzurro di quel giorno. Ricordo che il cuore mi batteva forte, ero piena di meraviglia come una bimba. Mi trovavo in un luogo che avevo solo visto in rare fotografie e che avevo immaginato. Ma Keukenhof andava al di là di ogni aspettativa. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj68cQMcM1oHTQH4t_FMh88MW49bk2-Hk5cJUn81rNxQ0Ep_E-lKTZev5wW0a4-dt1A5l9XHi7RiugpeKXOe6Q46LOtm_L1HAHgAYslSJCN1pAvQTERgTrcyIFeL6Wh_NKUcU5uQy37j2I/s1600/20160421+Keukenof+001114.JPGr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj68cQMcM1oHTQH4t_FMh88MW49bk2-Hk5cJUn81rNxQ0Ep_E-lKTZev5wW0a4-dt1A5l9XHi7RiugpeKXOe6Q46LOtm_L1HAHgAYslSJCN1pAvQTERgTrcyIFeL6Wh_NKUcU5uQy37j2I/s400/20160421+Keukenof+001114.JPGr.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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Per ogni aiuola, composta da tulipani ed altri fiori c'era un cartello che spiegava accuratamente ogni singola composizione. </div>
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Ho passato una giornata a passeggiare in un luogo incantato, fatto di colori, profumi, laghetti che potevano essere attraversati su piccole pedane di legno, come in un bosco di elfi, cogliendo la bellezza di ogni singola aiuola e andando alla scoperta di cascatelle e anfratti nascosti mentre A. sfogava il suo istinto da fotografo in santa pace, cercando di cogliere particolari e sfumature di quelle meraviglie della natura. In effetti, per un appassionato di fotografia, o per un professionista, Keukenhof è il paradiso. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYbH9sRYKyvej5ahBGcWcpNbTJK3hbxc9CU_XsMe4I5iyWlmfFP1gygNgO96NaKiqvDfJ_fEix4BKmG5CE7LkcjKQ3tImdM6iRGVcg7mvilSU6Le4oyzl1JIs1ZDsHSiD4QUiByEn8fLU/s1600/20160421+Keukenof+001120.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYbH9sRYKyvej5ahBGcWcpNbTJK3hbxc9CU_XsMe4I5iyWlmfFP1gygNgO96NaKiqvDfJ_fEix4BKmG5CE7LkcjKQ3tImdM6iRGVcg7mvilSU6Le4oyzl1JIs1ZDsHSiD4QUiByEn8fLU/s400/20160421+Keukenof+001120.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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Unico neo è che, soprattutto per alcune aiuole, si formava una coda chilometrica di persone intente a fotografare, fare selfie con qualsiasi mezzo a dispozione. Non avete idea del numero di bastoni per selfie in cui sono inciampata quel giorno e quanti ho rischiato di prenderne in fronte! </div>
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Ironia del destino, a distanza di un anno, mi capita quasi tutti i giorni di inciampare in bastoni per selfie e trolley che camminano come posseduti nella metro di Roma o in giro per la città. Mi avrebbe fatto comodo questo allenamento quel giorno a Keukenhof. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHu2Da_c4uh6SODWvUCo3rcla2xir9hhmYshYJOQcdeokBzn7arOB_gy1OfUhC0R-A2B_6XlsezN75eIs0xrxjrsmZXrZpGnS9U6tv20BsIR8s2yqQxdGbQUnjsMDPiHsBFyiToZkSQig/s1600/20160421+Keukenof+001210.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHu2Da_c4uh6SODWvUCo3rcla2xir9hhmYshYJOQcdeokBzn7arOB_gy1OfUhC0R-A2B_6XlsezN75eIs0xrxjrsmZXrZpGnS9U6tv20BsIR8s2yqQxdGbQUnjsMDPiHsBFyiToZkSQig/s400/20160421+Keukenof+001210.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che, mentre aspettavo che A. finisse di fotografare il particolare di un tulipano, io mi sono spinta più avanti nel percorso, imbattendomi così in una coppia di sposi. Lei bellissima nel suo abito bianco, era meravigliosa incorniciata da tutti quei fiori pazzeschi e ho pensato, anche con una certa invidia, che avrebbero avuto un album di nozze davvero particolare. Mi sono incantata a guardarli per un pò, mentre il fotografo li immortalava in ogni posa possibile ed immaginabile e ricordo che lei, come me, aveva seri problemi a tenere gli occhi aperti con il sole. Il fotografo allora la faceva mettere in posa con gli occhi chiusi e poi al suo cenno lei apriva gli occhi e lui scattava la foto. Ho sorriso perchè è ciò che A. fa sempre con me, nonostante non sia un professionista. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono rimasta lì a guardare il lavoro del fotografo e la pazienza degli sposi, finchè non è arrivato il mio compagno di vita e di viaggi e abbiamo proseguito per il nostro cammino. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQBKjdZJEBjYSFwVKdas0Q7WcS0U680N2t8WiUPoa1tI_Q-xnQuhN0PjjJbB8eYE0Oq9JsKL9DXJv6jlOxT5lJ4stvdAEKwtofRWt2S1ubCD6FdXvtKKLpxrQj8EtqoyyayIlJMNxmCbw/s1600/20160421+Keukenof+001117.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQBKjdZJEBjYSFwVKdas0Q7WcS0U680N2t8WiUPoa1tI_Q-xnQuhN0PjjJbB8eYE0Oq9JsKL9DXJv6jlOxT5lJ4stvdAEKwtofRWt2S1ubCD6FdXvtKKLpxrQj8EtqoyyayIlJMNxmCbw/s400/20160421+Keukenof+001117.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxqX8AUC4asEHp4oQXA-lbbpsv98c8gTgADo_VfFqlXa84nyu58qDh4j1rXyvmUuOR-67kR1-7KMOi0i7RHd6SQ1Jzdoi7wBPxD49Egvb0299tIL5pc7e3QBZFzuQ71477J9JvtWDm6q8/s1600/20160421+Keukenof+001073.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxqX8AUC4asEHp4oQXA-lbbpsv98c8gTgADo_VfFqlXa84nyu58qDh4j1rXyvmUuOR-67kR1-7KMOi0i7RHd6SQ1Jzdoi7wBPxD49Egvb0299tIL5pc7e3QBZFzuQ71477J9JvtWDm6q8/s400/20160421+Keukenof+001073.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ultima parte del percorso costeggiava un bellissimo lago con le anatre che sembrava uscito direttamente da un quadro. Mi sono seduta lì al fissare l'acqua che si increspava solo al passaggio degli piccoli natanti ed il luccichio che il sole faceva sulla superficie, giocando con i rami dell'albero che stava lì vicino. Ho respirato a pieni polmoni e ho chiuso gli occhi. Serena. Serena come in tutti i miei viaggi alla scoperta del mondo, anche di luoghi forse non molto alla moda ma carichi di emozioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYrwqWyL-N6yQj1bevEqBCxjPprbX3kACa8GVGSwl_20gH5Mye_ZOtFgzGplYfDNwiezwHo-_5o-sfBjFwV28ODOgLrk8j9So7PSzbXh3mcYO9qA3fZdJPo5oCexRLN01ZrqBk8j6Ony8/s1600/20160421+Keukenof+001217.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYrwqWyL-N6yQj1bevEqBCxjPprbX3kACa8GVGSwl_20gH5Mye_ZOtFgzGplYfDNwiezwHo-_5o-sfBjFwV28ODOgLrk8j9So7PSzbXh3mcYO9qA3fZdJPo5oCexRLN01ZrqBk8j6Ony8/s400/20160421+Keukenof+001217.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3-AtwGVN6-GysL6um4cLKnF6sPWl7JuipJa5XZwP_WNka3D7YuYMDeGUmTqaBTWTd3qFdtvqtMUv-7KUULKVysMvUG-rzRI68D7xnghp2T2ZhBysJPqP_YPo_bDgdhy3Z6dWb-oZ3H3c/s1600/20160421+Keukenof+001220.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3-AtwGVN6-GysL6um4cLKnF6sPWl7JuipJa5XZwP_WNka3D7YuYMDeGUmTqaBTWTd3qFdtvqtMUv-7KUULKVysMvUG-rzRI68D7xnghp2T2ZhBysJPqP_YPo_bDgdhy3Z6dWb-oZ3H3c/s400/20160421+Keukenof+001220.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perchè il viaggio, quello vero, non è quello che ci serve a vantarci con amici e parenti di aver visitato questo o quel luogo ma quello che riesce a darti emozioni, sensazioni ed insegnamenti che ricordi con nitidezza anche dopo un anno, due, tre, quattro, per sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDv4HGoHHoWHzRgVVdSnOW-vkghd8IczVn4HXScFmRk4b3x486q_SiStY-HxmVwGENTHn4v90Fh_T366fh_vCdpK3NRNu9m6uFUs-tK-l41ptayudJS5exfl-HYatv-mzoq0qw9PSp5bM/s1600/20160421+Keukenof+001096.JPGr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDv4HGoHHoWHzRgVVdSnOW-vkghd8IczVn4HXScFmRk4b3x486q_SiStY-HxmVwGENTHn4v90Fh_T366fh_vCdpK3NRNu9m6uFUs-tK-l41ptayudJS5exfl-HYatv-mzoq0qw9PSp5bM/s400/20160421+Keukenof+001096.JPGr.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMt2AWmm3V82oaXol0VpvFDkwYPwUFYtIPXH1aLJD3FpaLmy99Qn5gCbzH-xQmwnNhJ0b0ok4xgfFq7O4Sj8_hNmbCs3694wvZNbTJV79XmwGsGEDojCGGPn-6LKP7qzT4DSD1mRjdtik/s1600/20160421+Keukenof+001147.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMt2AWmm3V82oaXol0VpvFDkwYPwUFYtIPXH1aLJD3FpaLmy99Qn5gCbzH-xQmwnNhJ0b0ok4xgfFq7O4Sj8_hNmbCs3694wvZNbTJV79XmwGsGEDojCGGPn-6LKP7qzT4DSD1mRjdtik/s400/20160421+Keukenof+001147.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Al termine di quella giornata ero stanchissima ma felice, felice di aver visitato un luogo magico, di quelli che ti riempiono il cuore di vibrazioni positive, gli occhi di colori speciali e che ti ricordano che questa Terra in cui vivi è un luogo meraviglioso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se vi capita di fare una vacanza questa primavera, in Belgio o in Olanda, non fatevi scappare questo meraviglioso parco. Ne vale la pena. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic4pSfWLL8DPX0vlEj2hB0oTdlzZNrcoiUWT5ixXFA8q4Tr6gLucMpF9CS9b0fERwrkUtsKQnkjcIc5vlRJpLsEzcfACJhlIUzmuNCvHGpMq5cbmuCnnBJPlTYRJ73Qr2Nw9Hlj6QFnkI/s1600/20160421+Keukenof+001143.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic4pSfWLL8DPX0vlEj2hB0oTdlzZNrcoiUWT5ixXFA8q4Tr6gLucMpF9CS9b0fERwrkUtsKQnkjcIc5vlRJpLsEzcfACJhlIUzmuNCvHGpMq5cbmuCnnBJPlTYRJ73Qr2Nw9Hlj6QFnkI/s400/20160421+Keukenof+001143.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: pAnaMa</td></tr>
</tbody></table>
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Link utili:<br />
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<a href="https://keukenhof.nl/en/" target="_blank">https://keukenhof.nl/en/</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-87033983560772830262017-03-19T10:31:00.001+00:002017-03-19T11:39:36.109+00:00A mio padre<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge1ArtMHRdPuuQS-yV7IfSsD6kJvj2rDt9Ymh6iVjsAiS9ngdfJ8pJdUb94IVScSfpSNoz5UWovu-Wwfk526qIX63CR_H0fMw19yXE29U8L5zdCrNR9vVxDQmmM4ch0G_cs1Sfi_1WwTs/s1600/10154349_919569628159091_7469285977194495099_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge1ArtMHRdPuuQS-yV7IfSsD6kJvj2rDt9Ymh6iVjsAiS9ngdfJ8pJdUb94IVScSfpSNoz5UWovu-Wwfk526qIX63CR_H0fMw19yXE29U8L5zdCrNR9vVxDQmmM4ch0G_cs1Sfi_1WwTs/s400/10154349_919569628159091_7469285977194495099_n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
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</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Caro Papozzo, oggi è la tua festa ed è la prima volta che la trascorriamo separati. In 37 anni questa sarà la prima volta che ti farò gli auguri per telefono e non ti consegnerò trepidante un regalino. Mi sento come un'innamorata lontana dal suo amato (ed io so di cosa parlo visto che con A. la distanza l'abbiamo gestita per anni). Ma la distanza, caro Papà, spesso fa bene perchè stimola i ricordi, stimola a pensare e comprendere meglio il valore delle persone e delle cose. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL5QcO93atxrkBFFDS-JQGzVOEuDzlu5AfPrTe-6s9mjVE_4uDhulRWHPF8YYTDWemIowmEXOXeId2ckKhzBpMbGTxWyeKX_i1Uv4rarWLVYvKE9GC0zqbXz1uG6rsmz_YblYZeeYlnF0/s1600/14907236_1080843145365071_9068562381100941754_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL5QcO93atxrkBFFDS-JQGzVOEuDzlu5AfPrTe-6s9mjVE_4uDhulRWHPF8YYTDWemIowmEXOXeId2ckKhzBpMbGTxWyeKX_i1Uv4rarWLVYvKE9GC0zqbXz1uG6rsmz_YblYZeeYlnF0/s400/14907236_1080843145365071_9068562381100941754_n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Con te e mamma al mio primo viaggio in Sardegna</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho molti ricordi di me da piccola però diversi sono con te: ricordo le nostre domeniche mattina a guardare i cartoni nel lettone. Te li ricordi? I Puffi, Lady Oscar, Belle e Sebastien che a te piaceva più di ogni altro. Anni dopo tu e Zeus sareste stati una sorta di Belle e Sebastien dei tempi moderni, inseparabili, complici, insostituibili l'uno per l'altro. E poi mi ricordo le gite in campagna, mi ricordo quando mi portavi in spalla, mi ricordo quando raccoglievamo le castagne, le partite a pallone con i miei fratelli, i cugini e lo zio. Mi ricordo le estati in Sardegna al mare, le partite a racchettoni al tramonto, quando la spiaggia era deserta e potevamo fare quel che ci pareva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi ricordo il campeggio a Varigotti, una delle esperienze più divertenti della mia vita, non avevo paura di niente perchè tanto c'eri tu. Mi ricordo la casa in campagna ad Alice Bel Colle ed i weekend trascorsi lì con tutta la famiglia e anche con gli zii e i miei adorati cugini. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi ricordo le guerre che sono iniziate in famiglia, ad una certo punto, quando J. e I. sono diventati adolescenti, ricordo la tua severità nel tentativo di non perderli, di insegnargli i tuoi valori. A volte, te l'ho sempre detto, sei stato forse troppo severo con loro. Con me mai. Certo io ero molto più tranquilla di loro ma la verità è che con me sfoderavi una dolcezza che non avevi per nessun altro. Non era una preferenza, no, che tu di figli preferiti non ne hai mai avuti, ma era un riguardo speciale per la tua bambina. Per quella nanerottola che ti correva incontro, che ti abbracciava all'improvviso e che ti diceva sempre che ti voleva bene e che, un giorno, ti avrebbe sposato. Poi sono cresciuta e non ho più detto che ti avrei sposato, ovviamente, ma ho continuato ad abbracciarti e a dirti che ti volevo bene. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tu sei la persona che ha fatto con me il liceo: per farmi dormire un pò di più mi accompagnavi tutte le mattine a scuola e, siccome per te e mamma era imprescindibile che la famiglia si riunisse a tavola, mi venivi anche prendere, in modo che potessi mangiare con voi e non dopo da sola. Tu sei quello che, quando sono iniziate le feste per i diciottesimi, mi accompagnava e mi veniva a prendere anche alle tre di notte ed in qualsiasi luogo, perchè non ti fidavi a farmi tornare in macchina con altri che "chissà che combinate a quelle feste". Ma, allo stesso tempo, mi lasciavi sempre un pò prima del luogo di appuntamento e mi venivi a prendere con discrezione perchè non volevi che mi imbarazzassi. Ma sai, papà, io non mi imbarazzavo affatto perchè un papà come te me lo hanno sempre invidiato ed io mi pavoneggiavo sempre di essere così fortunata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo la tristezza delle vigilie di natale a cenare senza di te perchè eri dovuto andare a lavorare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il tuo lavoro che ti chiamava giorno e notte, sabato e domenica, festività varie. Potevano esserci cinquanta persone in casa ma a me mancava sempre il mio papà. E te lo ricordi papà cosa mi promettevi sempre? Che saresti tornato prima della mezzanotte per aprire i regali insieme.<br />
Non hai mai tradito quella promessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmFDkssMzXmdZr8a57YgYe2cBTBcwpxSQ1FwJj-FZlKrO7_SnwZS_R_T-HYiSNp-liX2biOY5P268iBxkT12aXmfvAfx7eo7fcxorCo9V04WD7kV-PqGc9Zm6e-7t-SciZtFOfZT3Hrok/s1600/1045058_919569621492425_7431164258071805824_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmFDkssMzXmdZr8a57YgYe2cBTBcwpxSQ1FwJj-FZlKrO7_SnwZS_R_T-HYiSNp-liX2biOY5P268iBxkT12aXmfvAfx7eo7fcxorCo9V04WD7kV-PqGc9Zm6e-7t-SciZtFOfZT3Hrok/s320/1045058_919569621492425_7431164258071805824_n.jpg" width="234" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Con Eva</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono diventata una donna, papà e, ad un certo punto, ho deciso di sposare un uomo. Il mio fidanzato storico, quello che ti avevo presentato quando avevo 19 anni e che a 26 annunciai di voler sposare. Abbiamo comprato casa e tu l'hai ristrutturata per noi. E, al di la dell'aiuto economico che tu e mamma ci avete dato, io ricordo il lavoro che ci hai messo, ricordo che non hai permesso a nessuno di posare una piastrella nel bagno, hai fatto tutto tu, perchè doveva essere perfetto. E lo hai fatto, nonostante le ernie del disco ti tormentassero già nel 2007. Ho amato quella casa perchè doveva essere l'inizio della mia vita matrimoniale, il sogno di una bimba che diventava realtà ma oggi continuo ad amarla perchè in quella casa c'è l'amore di mio padre per me. Anche se oggi non vivo più lì, anche se il mio sogno di bimba è andato in mille pezzi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Te lo ricordi papà cosa mi dicesti il giorno del mio matrimonio, quando io piangevo da ore e stavo male? "Ma non sarà che hai cambiato idea? Guardami in faccia... Senti, a me non me ne frega niente degli invitati, dei soldi, del vestito e della figura. A me interessa che tu sia felice. Perciò se hai capito che non ti vuoi sposare, io annullo tutto adesso e ce ne andiamo al ristorante a farci una mangiata."</div>
<div style="text-align: justify;">
Ti ho guardato come se fossi ammattito in quel momento ma oggi mi domando se tu non avessi già capito cose che io non avevo potuto o saputo vedere. E questa domanda ancora non te l'ho fatta...</div>
<div style="text-align: justify;">
Quel matrimonio c'è stato e tu mi hai lasciata nelle mani di un altro uomo, un uomo che mi ha poi abbandonata nel momento più difficile della mia vita: quello della malattia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chissà se ci pensi mai a quei giorni in cui tutti i nostri equilibri sono saltati, a quei giorni in cui aspettavamo trepidanti una diagnosi che poi è arrivata ma non conoscevamo il nemico. Lo conosceva solo mamma ed infatti quella sconfortata era lei. Ti ricordi io e te, papà, come reagimmo? Eravamo sollevati perchè, per giorni, avevamo pensato ad un tumore ed invece era Morbo di Crohn. Qualsiasi cosa fosse lo avremmo affrontato e vinto. Beata ignoranza la nostra! </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche allora se non ti avessi avuto vicino, insieme a mamma, non lo so che ne sarebbe stato di me. Perchè io sono andata in mille pezzi dopo l'abbandono del mio ex marito, quando ho lasciato la casa che tu avevi ristrutturato per me, quando la malattia mordeva senza darmi tregua. Sono stati anni difficili quelli ma non c'è stata una singola volta in cui, se ti ho chiamato, tu non sia corso da me. Come un vero principe azzurro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma un giorno il principe azzurro si è ammalato ed ha rischiato di morire. Ti ho mai detto che mi è tremata la terra sotto i piedi? Ti ho mai detto che ho avuto paura di perderti a causa di quella maledetta infezione? Sai quante volte io e mamma ti guardavamo con tenerezza in ospedale prima e a casa poi, vedendoti dimagrire, giorno per giorno, vedendo la tua energia svanire? Tu sei il mio super eroe e vederti in quel momento di forte fragilità mi ha fatto crescere. Sei diventato un essere umano in tutto e per tutto ai miei occhi. L'uomo più speciale del mondo ma, finalmente, ero capace di concederti di essere fragile. Abbiamo lottato insieme, tutti insieme e tu sei guarito. Sei tornato tu.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQpPCkXcR9QM_XJyZ1WqGlKbHwe5xihsF_r_Ut3ufUu7AVznFvuwtRZ29UGUNzL0caEhyphenhyphen9gLk62m11BgX_mcZLU6pf2n0_6vzndh4EiHrr5YLmLM7oxkffkIcavKCLeBK7jpisHtymMaA/s1600/14222223_1041683812618816_4013062313442919280_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQpPCkXcR9QM_XJyZ1WqGlKbHwe5xihsF_r_Ut3ufUu7AVznFvuwtRZ29UGUNzL0caEhyphenhyphen9gLk62m11BgX_mcZLU6pf2n0_6vzndh4EiHrr5YLmLM7oxkffkIcavKCLeBK7jpisHtymMaA/s400/14222223_1041683812618816_4013062313442919280_n.jpg" width="220" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mio papà a 18 anni, Poi dici perchè lo volevo sposare...</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono passati anni dalla separazione e poi dal divorzio e, un giorno, ti ho detto che mi sarei trasferita a 500 km da te per andare a vivere con A. Me la ricordo la tua faccia... E sorrido. Non mi hai ostacolata, mi hai spesso rassicurata e mi hai solo chiesto di farti una promessa ed io la manterrò, papà. Il giorno in cui sono partita mi hai abbracciata e mi hai detto: "Mi raccomando. Io sono qui, sempre.". Ed io lo so che ci sei, anche oggi che siamo lontani fisicamente, ma sempre un cuore solo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il giorno che a Roma, nei primi mesi dopo il trasferimento, mi ha seguita quell'energumeno, ho chiamato te e ti ho tenuto al telefono per un'ora buona, te lo ricordi? Tu stavi tornando a casa e te ne sei stato un'ora chiuso nel furgone, sotto la pioggia a tenermi compagnia. Che figlia matta che hai...</div>
<div style="text-align: justify;">
Sai papà, volevo solo dirti che mi manchi ma sono felice, sto bene e non rimpiango la scelta fatta. </div>
<div style="text-align: justify;">
Voglio solo dirti che ti voglio bene e che è bello sapere che ci sei. La distanza da te e da mamma mi sta insegnando ad amarvi ancora di più,
se possibile e voglio vivere questa cosa come un dono e non come una
mutilazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'è un passo della lettera di Riccardo Rossi a sua figlia che ci descrive e che io, ogni anno, ti dedico perchè racchiude tutto ciò che tu sei per me, il mio porto sicuro:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"E ricordati, cara figlia mia, che se una volta, quando sarai una donna,
dovessi attraversare un momento difficile in cui ti sentirai sola come
mai ti è success<span class="text_exposed_show">o e non troverai nessuno accanto, dovrai girare la testa per guardare dietro di te. E troverai un uomo solo. Tuo padre. "</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show">Ti voglio bene, Papozzo mio, tu sei una delle benedizioni della mia vita. Buona festa a te che sei sempre stato Padre. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-75782094015421145492017-03-16T20:45:00.000+00:002017-03-16T21:18:32.486+00:00Le cose semplici<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCTUmmGU-sfE_QFZe8fJaWDb20ex_G2CQmL-jTOaUngC3j7z5k1sv-J_39ZVGZkk2uYDDs2zn2JTEH3dnV_aMU3b3k2YWqnMIJG-orb-hAT9VIgLrRKTSw7yEjFMsLLpwThMKAfysTq_g/s1600/160605+castel+bagnolo+001580.JPGr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCTUmmGU-sfE_QFZe8fJaWDb20ex_G2CQmL-jTOaUngC3j7z5k1sv-J_39ZVGZkk2uYDDs2zn2JTEH3dnV_aMU3b3k2YWqnMIJG-orb-hAT9VIgLrRKTSw7yEjFMsLLpwThMKAfysTq_g/s400/160605+castel+bagnolo+001580.JPGr.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto Andrea Mandosi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
Oggi è una di quelle giornate in cui apprezzo pienamente la nuova dimensione in cui vivo. E' il mio giorno libero dal lavoro, un giorno infrasettimanale. La giornata non sembrava essere iniziata nel migliore dei modi perchè non mi sento bene: ho mal di gola, una simpatica laringite da giorni e sono quasi completamente senza voce.<br />
<div style="text-align: justify;">
Ho aperto gli occhi alle 6, Eva sonnecchiava vicino a me, sentivo A. prepararsi per andare al lavoro. Nonostante il malessere mi sentivo rilassata. Una mezz'ora dopo il mio risveglio, A. è uscito di casa dandomi un caldo bacio sulla fronte ed io, quasi per consolarmi della sua assenza, mi sono spostata sul suo lato del letto. Mi sono coperta e ho immerso il viso nel suo cuscino per sentire il suo profumo e così accoccolata mi sono riaddormentata. Ho dormito un'oretta, non di più, poi mi sono svegliata con Eva vicino che si stiracchiava e sbadigliava prima di riaccucciarsi sul suo cuscino. Mi sono stiracchiata anch'io, mi sono alzata e, già con il mio taccuino e la penna in mano, mi sono diretta in cucina dove ho messo su l'acqua per un buon the. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ero pervasa da una sensazione di benessere che non provavo da tempo. Ho aperto le persiane ed il sole ha inondato letteralmente la cucina facendomi socchiudere gli occhi per la troppa luce. </div>
<div style="text-align: justify;">
Fulmine ha fatto capolino dal davanzale della finestra, mi ha dato piccole testatine sulla mano per poi scivolare dentro casa ed avvicinarsi alle sue ciotole per sgranocchiare due croccantini. Ho preparato la tazza con il filtro del the all'arancia e zenzero, il mio preferito del momento, il vasetto del miele d'acacia che produce direttamente un collega di A. e che me ne ha fatto dono ed il pacco di biscotti. Gesti lenti, tranquilli, sereni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante il mal di gola ed il mutismo forzato, tutta questa pace intorno a me era perfetta. Ho posato la tazza fumante sul tavolo e ho messo due cucchiaini di miele. Un terzo cucchiaino l'ho messo direttamente in bocca, per attenuare il bruciore alla gola. Ha un sapore particolare questo miele: c'è una nota d'uva che lo rende unico.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnaGH8E52i0O1X520NsF1AKvYu_gS0KNYIZCHCwHRYdwF90WDnfO6j_d6Ss24E7NM58kpBvH5MKsVzF0CmlZXYROmlNkF_O-_EzIj19ONYV0S1DBxZM3NNdgz71GqEomDY8nU7EqLP53A/s1600/IMG_7421.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnaGH8E52i0O1X520NsF1AKvYu_gS0KNYIZCHCwHRYdwF90WDnfO6j_d6Ss24E7NM58kpBvH5MKsVzF0CmlZXYROmlNkF_O-_EzIj19ONYV0S1DBxZM3NNdgz71GqEomDY8nU7EqLP53A/s320/IMG_7421.JPG" width="240" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre aspettavo che il the intipidisse un pò, sono andata a controllare Eva che dormiva tranquilla sul lettone, ho preso il pc e sono tornata in cucina. Ho fatto colazione sorseggiando the, mangiando biscotti e trascrivendo sul pc un paio di idee che mi erano venute in mente nella notte e che avevo annotato velocemente sul mio taccuino prima di rimettermi a dormire. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il sole mi riscaldava mentre ero seduta al tavolo, Fulmine guardava l'orizzonte, dal davanzale della finestra aperta e, mentre stavo per scattargli una fotografia, è scappato verso un richiamo o qualcosa che aveva udito soltanto lui. Ho sorriso... Lui ed Eva sono bellissimi da guardare nella loro spontaneità e nella semplicità del loro vivere alla giornata.</div>
<div style="text-align: justify;">
A quel punto erano le 11 passate e mi sono sistemata un pò. Ho preparato le verdure per il minestrone e, mentre cuoceva, inondando casa del suo profumo, io mi sono messa a scartare un pacco di Amazon che conteneva due libri per la rubrica degli esordienti del blog. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono uscita in giardino: sta esplodendo la primavera, i fiori sbocciano e sta tornando un bel verde carico tutto intorno a me. Questa è la mia prima primavera ad Orte e sto cercando di godermi tutti i colori, i cambiamenti, i profumi intorno a me. Mi è venuto da pensare alla mia Genova che, in questo periodo, inizierà a dare il meglio di sè con le fioriture ed i colori del mare a primavera, il tiepido sole che spinge tutti in spiaggia, quel sole e quel mare che portavano me, ore ed ore, a Boccadasse a leggere, a scrivere o a pensare. Anche ad Orte il sole è caldo e ti avvolge, avevo voglia di sedermi in giardino a leggere ma, essendo ancora malaticcia per via della laringite, ho desistito subito dal proposito.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLZ-J58m__OFJLqnuYQ0ywFxpPvqInyfgBxz9XV92a9wLEU4Em047Y0fitMYr8j4h10d8FUFSGFeLSumqJdFHZfoNQWXbDg91DsPhr4KrIFI_1cmvRNZzeIVdgHbgJSQ6P-0lsRV99yUE/s1600/20170312++Giardino+1901.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLZ-J58m__OFJLqnuYQ0ywFxpPvqInyfgBxz9XV92a9wLEU4Em047Y0fitMYr8j4h10d8FUFSGFeLSumqJdFHZfoNQWXbDg91DsPhr4KrIFI_1cmvRNZzeIVdgHbgJSQ6P-0lsRV99yUE/s400/20170312++Giardino+1901.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nel nostro giardino </td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ho dato un' ultima occhiata al nostro giardinetto in rinascita, alle colline verdi in lontananza, ho accarezzato Fulmine acciambellato dentro un vaso di terra al sole che dormiva placidamente e, poco lontana da lui, alla gattina dei vicini incinta, probablmente proprio di Fulmine visto che sono inseparabili, stesa sul prato al sole.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3eL2Xxe0C9PeIhH5wlpbxsVjYeEUkIgDW9ge_E3fG5m1JmkEyLFvatPvSD74RSD4YZDCTINPWb0Fc9vyHQQZILCSjZwl0HiZFQM4dvsTc9Y9WLJeRjExF5xnIgvKYy2M91r2YjoSwh48/s1600/20170213++Giardino+1804+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3eL2Xxe0C9PeIhH5wlpbxsVjYeEUkIgDW9ge_E3fG5m1JmkEyLFvatPvSD74RSD4YZDCTINPWb0Fc9vyHQQZILCSjZwl0HiZFQM4dvsTc9Y9WLJeRjExF5xnIgvKYy2M91r2YjoSwh48/s400/20170213++Giardino+1804+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il riposo del guerriero</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono rientrata in casa e ho accceso la TV, cosa che non faccio mai. Ho mangiato qualcosa di veloce e ho fatto un pisolino. Nel pomeriggio ho fatto un bagno caldo con dei sali alla rosa, una maschera viso all'aloe vera, shampoo e maschera ai capelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho aspettato A., apparecchiando la tavola e preparato la cena. Abbiamo chiaccherato della giornata, guardato e commentato la tv. Piccole cose, piccoli gesti, immensa serenità e gioia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non so nemmeno perché ho scritto tutto questo. Forse perchè avevo bisogno di ricordare a me stessa l'importanza delle piccole cose, del tempo per me, dell'importanza di apprezzare ed amare ciò che ho, ciò che mi circonda, ciò che ancora devo conoscere. Non è mica retorica, non starò certo qui a fare e a farmi un pippotto sull'accontentarsi, io non sono una sostenitrice di "chi si accontenta, gode" ma credo che, a volte, mi faccio inglobare dalla quotidianità, dallo stress, dalle corse, dalle cose da fare, dalle cose che non riesco a fare come vorrei, da ciò che mi manca. E quando succede, perdo un pò di equilibrio, un pò di serenità, un pò della mia allegria.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia vita dopo il trasferimento, come ho detto diverse volte, è
molto piena ma anche molto stressante. Vivo nel rumore, nei ritmi
frenetici di Roma e del mio lavoro, cercando di incastrare tutto:
pendolarismo, lavoro, turni, casa, vita privata e sociale, interessi, progetti, parenti e
blog. A volte annaspo, fatico a star dietro a tutto, mi rendo conto che
le giornate non mi bastano per fare tutto ciò che vorrei e che dovrei fare.
Ci sono giorni che ho l'impressione che le ore mi scivolino via dalle
dita senza che io le riesca a vivere al massimo delle loro potenzialità.
Altre volte mi faccio un programma ben dettagliato dalla sera prima e,
puntualmente, lo disattendo: a volte non per colpa mia ma per ritardi nei treni, o altri problemi, altre volte proprio perché mi faccio sopraffare dalla stanchezza e dal bisogno di riposo, vedo così tante cose da fare che, alla fine, non combino nulla. Vi capita mai? </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo genera in me frustrazione e sono solo giornate come questa, così lente da essere intense da morire, a regalarmi nuove energie e nuova voglia di fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avete presente lo spot di una Jeep che sta andando in queste settimane in tv? Il protagonista è carico di impegni e non sta fermo un minuto, ha una routine cadenzata e la fantastica auto dovrebbe compensare questi ritmi folli, con una fuga verso l'avventura. Beh, molti di noi non possono sempre fuggire verso l'avventura ogni volta che ne hanno bisogno ma è necessario saper riconoscere il momento in cui occorre rallentare, fare le cose lentamente, con calma e prendersi il tempo per guardarsi intorno ed assaporare, annusare, toccare ciò che ci circonda, che sta vicino a noi. Toccare noi stessi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Solo da questo si può ripartire con nuove energie e nuove idee. Domani mi ributto nella mischia, adesso però mi concederò una tranquilla serata con il mio compagno e i miei gatti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Rallentate ogni tanto e assaporate il lento scorrere di una giornata di sole.</div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-16288970718409873522017-03-08T21:54:00.000+00:002018-01-18T18:21:24.813+00:00Viaggio fra gli Autori emergenti: Episodio 1- Insegnami ad amare di Stefania Fabrizi<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ-eY6gLhKcKk9PYK3aRaNzZCcEIzfjKvn0RtKkwHBxqU7B3_Wd-PUbKe7OFoOmFemPcRqyL3lQhzP_iuzYxNOJyWsCapfBj0hK_ku5Z4Mex0ShCWlVkXwK8sWhyg95X5sZJnRZeDw9EM/s1600/9788825400670-insegnami-ad-amare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ-eY6gLhKcKk9PYK3aRaNzZCcEIzfjKvn0RtKkwHBxqU7B3_Wd-PUbKe7OFoOmFemPcRqyL3lQhzP_iuzYxNOJyWsCapfBj0hK_ku5Z4Mex0ShCWlVkXwK8sWhyg95X5sZJnRZeDw9EM/s320/9788825400670-insegnami-ad-amare.jpg" width="240" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nelle ultime settimane, dando un'occhiata alla
mia lista dei contatti nei vari social e nella pagina Facebook del blog, mi
sono accorta che molti di loro sono aspiranti scrittori o Autori emergenti. Autori che provano in modi diversi a farsi conoscere al grande pubblico, che
provano a veder pubblicate le loro opere, a cercare una chance.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Trovare una Casa Editrice disposta a pubblicare,
senza che l'Autore debba in qualche modo contribuire economicamente e, molto spesso,
nemmeno in modo esiguo ma piuttosto corposo, sembra ormai utopia. Di qui nasce
la tendenza, sempre più diffusa ed accessibile a chiuque, del self publishing,
ovvero l'autopubblicazione.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sono un'appassionata di lettura, un pò anche per
necessità soprattutto da quando mi sono trasferita.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il mio Kobo viaggia sempre con me sui treni ed è
una preziosa compagnia della mia vita da pendolare.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Molto spesso mi sono imbattuta in libri
autopubblicati di scarisissima qualità, senza nessun tipo di novità, spesso libri
nati sulla falsa riga delle famose e da me poco apprezzate "Cinquanta
Sfumature". Il problema del self publishing è che chiunque pensi di essere
il nuovo Oscar Wilde può pubblicare il suo romanzo e, di fatto, intasa il
settore non permettendo a chi davvero ha talento di emergere e di avere la
possibiltà di farsi conoscere.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Da tutte queste riflessioni, ovviamente maturate su un treno per Roma, è nata l'idea di utilizzare lo spazio di
Aspettando le Astronavi per recensire i libri di esordienti che maggiormente mi
sono piaciuti, intervistando anche gli Autori. Perciò da oggi, una volta al
mese, il blog proporrà questo "viaggio" fra gli Autori emergenti.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il primo episodio è dedicato ad
"Insegnami ad amare" di Stefania Fabrizi, edito da <a href="http://delos.digital/" target="_blank">Delos</a>. Il
libro è il primo della collana Odissea Romantica ed é uscito il 17 gennaio
2017. E' disponibile sia in cartaceo che in digitale.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><u>Sinossi:</u></b></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Langhe, fine agosto 2010. La vita scorre fin
troppo tranquilla nella cascina di Bossolasco dove la giovane Annita trascorre
le sue giornate ad aiutare la famiglia nei campi e a rimuginare sul suo futuro,
faticando a liberarsi da un’infanzia segnata dal dolore per la perdita di sua
nonna, unica persona che le ha dato il suo affetto. L’impasse esistenziale di
Annita viene sconvolta dall’arrivo inaspettato di David, giunto
dall’Inghilterra come volontario del w.w.o.o.f. nelle attività agricole della
cascina e appassionato lettore di poesie con cui lei, a poco a poco, scopre di
avere una profonda sintonia. Qualcosa cambia per sempre, Annita scopre l’amore
e si trasforma in donna insieme a David che, giunto al termine della sua
permanenza in Italia, dovrà separarsi da lei. Restare o raggiungerlo? Cambiare
vita per sempre o rinunciare alla felicità? Solo il cuore potrà deciderlo e
darle il coraggio di compiere la svolta definitiva.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><u>Recensione:</u></b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;">Non sono una lettrice seriale del genere romance ma
questo romanzo mi ha veramente conquistata. I personaggi sono caratterizzati
benissimo. In particolare, Annita e David possono essere “sentiti” a fior di
pelle perché tremendamente reali con i loro pregi, le loro fragilità ed i loro
demoni. Annita vive un vero percorso di crescita ed il romanzo, il ritmo della
narrazione, cresce con lei. All’inizio tutto è avvolto dalla statica quiete
della cascina di Bossolasco, pare che nulla debba mutare, la lettura procede
con i lenti ritmi dei personaggi. Eppure si insinua nel lettore, non so come
spiegare, uno sfarfallio al petto, la sensazione di un’ energia inesplosa che
cambierà la statica quiete dell’inizio. Ho ritrovato in me alcune inquietudini
della giovane protagonista e molti dei fantasmi che appartengono a David. Non
voglio dire molto perché significherebbe svelare troppo la trama ed “Insegnami
ad amare” è una sorpresa continua che va assaporata senza rischi di spoiler ma
le tipologie umane ci sono praticamente tutte in questo romanzo e tutti noi ci
possiamo ritrovare in Annita e David. Nel mio caso poi conosco bene il
pregiudizio che accompagna una coppia con almeno dieci anni di differenza d’età
e questo mi ha fatto sentire molto vicina alle creature della Fabrizi. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;">I luoghi sono descritti meravigliosamente, sembra di
essere lì nelle Langhe e di respirare i profumi e gli odori, di sentire la
pioggia, il vento, il calore del sole, di vedere le meraviglie che l' Autrice
ci mostra, attraverso la sua narrazione. Persino i profumi della cucina
arrivano direttamente attraverso le pagine del libro, soprattutto la torta di
nocciole che Annita prepara insieme a Rita è una delle parti più belle, al di
fuori del filone principale, perché trasporta il lettore nella cucina insieme a
loro e gli fa sentire consistenza, profumo e sapore del dolce che viene
preparato. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;">Altra cosa che ho trovato molto bella del romanzo, sono
le citazioni letterarie e anche i richiami musicali, in particolare
a David Bowie che fa da colonna sonora a tutto il romanzo. Non è facile
trovare in scrittori esordienti una tale capacità di citare appropriatamente e
senza essere mai banali. Stefania Fabrizi si dimostra un talento anche in
questo. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;">Ma sopra ogni cosa ho apprezzato il suo garbo nel
raccontarci questo amore delicato ma appassionato senza essere mai volgare.
Capiamoci, io non ho nulla contro i romance con scene di sesso, o contro il
romanzo erotico ma, se devo pensare al genere erotico, io penso ad Ananis Nin e
non alle Cinquanta sfumature e a tutti i cloni usciti negli ultimi anni. I
romanzi d’amore oggi sono intrisi di sesso, di scene ripetute e copiate, tutte
uguali e senza nessuna originalità. Stefania Fabrizi mi ha fatto un regalo: mi
ha raccontato una storia d’amore meravigliosa senza dirmi quanto fossero
turgidi i capezzoli di Annita o lungo il membro di David. Di questo la
ringrazio, perché non c’è n’è bisogno,
non c’ è assolutamente bisogno per raccontare un amore di eccedere con i
dettagli della vita intima dei protagonisti. La tensione sessuale fra Annita e
David la si sente fin dal loro primo incontro, il desiderio è presente
continuamente ma senza che i protagonisti finiscano a letto praticamente per
tutto i romanzo. Un ritorno ad una qualità narrativa che non vedevo da
tempo. La capacità di raccontare i sentimenti più profondi senza eccessi di
gusti particolari e frustini. Il sesso è dimensione dei protagonisti. I loro
gusti personali sono loro, esattamente come dovrebbe essere nella vita reale.
Si dovrebbe vivere la sessualità liberamente ma senza farne per forza mostra a
tutto il resto del mondo. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;">Insomma avrete capito che io questo romanzo ve lo
consiglio caldamente perché è una bellissima esperienza emotiva, perché
scoprirete luoghi che avrete voglia di visitare, oppure vorrete tornarci,
perché è scritto bene, perché è diverso da tutto ciò che sta circolando sul
tema amore ultimamente. Stefania Fabrizi merita di essere letta. “Insegnami ad
amare” è una storia che merita di essere vissuta ovviamente con David Bowie in
sottofondo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;"> David Bowie- Space Oddity</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 107%;"><u><b>Intervista con Stefania Fabrizi:</b></u></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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<![endif]--><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Aspettando
le Astronavi: Ciao Stefania, benvenuta su Aspettando le Astronavi e grazie per
il tempo che hai deciso di concedere a questa intervista!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Stefania
Fabrizi: Ciao, grazie a te per avermi dedicato questo spazio, rispondo
volentieri alle tue domande.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Iniziamo da te… Chi è Stefania Fabrizi? Come ti descriveresti?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Dunque, la prima parola che mi viene in mente per descrivermi è “sognatrice”.
Io ho spesso la testa tra le nuvole soprattutto perché mi piace spaziare con la
fantasia, per questo che nella scrittura ho trovato il mio hobby preferito; mi
piace osservare il mondo intorno a me e prendere spunti e ispirazione anche
dalle piccole cose. Ti rivelo un segreto: qualche volta lascio la macchina a
casa e prendo i mezzi pubblici per stare
in mezzo alla gente e prendere “appunti mentali”!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Qual è il tuo libro preferito?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Ho due libri preferiti: “Camera con vista” di E. M. Forster e “Il ritratto di
Dorian Gray” di Oscar Wilde.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
E la tua canzone preferita?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Beh sono una grandissima fan dei Queen e ti direi che amo (quasi) tutte le loro
canzoni, quella che considero la mia preferita è “My fairy king” scritta da
Freddie Mercury.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
“Insegnami ad amare” è il tuo romanzo d’esordio? </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
“Insegnami ad amare” è il mio secondo romanzo. Infatti ho esordito nel 2008 con
un altro libro che ora è fuori catalogo e che ho riscritto completamente, è
sempre una storia sentimentale ma è completamente diversa sia come
ambientazione che come caratteristiche dei personaggi.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Come nasce la storia di Annita e David? L’hai scritto di getto, un po' alla
Isabel Allende con “La casa degli spiriti oppure è una storia che ha avuto una
lunga gestazione?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
La storia di Annita e David si è formata piano piano, il brain storming è
durato molto tempo anche perché all’inizio avevo intenzione di scrivere una
storia di fantasmi. Annita si chiamava Annalisa e David si chiamava Jake, lei
nella mia idea era nata fin da subito come una giovane ragazza che viveva in
mezzo alla campagna e lui era un poeta giramondo amante della solitudine e
della propria indipendenza. Ti stupirò dicendoti che non volevo che tra loro
sbocciasse l’amore, anzi erano talmente diversi da sopportarsi poco e capirsi
ancora meno però erano accomunati da un unico obiettivo: scoprire il mistero di
strane apparizioni in un casolare abbandonato. I personaggi secondari erano
molti di più e tra loro c’era la madre di lei, che poi nella versione finale è
stata sostituita dal fratellastro Michele. Gabriella era la sorella, ma poi è
diventata la cognata e Nausica viaggiava con il fidanzato che poi è stato
sostituito dalla madre. Tutte queste trasformazioni sono durate circa tre anni
di lavoro tra brain storming, stesura e revisioni.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
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</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Ti sei ispirata a qualche persona reale per la caratterizzazione dei tuoi
personaggi sia primari che comprimari?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Ad ogni personaggio corrisponde la faccia di un attore/attrice realmente
esistenti, trovati da internet dopo un lungo “casting”. Una volta trovato il
cast, mi sono salvata immagini e video che mi sono guardata durante la stesura
per carpire gesti e smorfie del viso, il timbro della voce, la risata e tutto
il resto. Per la caratterizzazione il discorso è diverso: David è la
personificazione del mio immenso amore per l’Inghilterra, è più un’allegoria
che un personaggio. Annita non prende spunto da nessuno, il suo carattere è
nato da zero da sé durante la stesura mentre Michele, Gabriella e Simone sono
un misto di tutte le persone che ho conosciuto o con cui ho avuto a che fare
negli anni, frequentando la zona delle Langhe (perché mio marito è di Acqui
Terme), da cui ho rubato espressioni idiomatiche, mentalità, abitudini, ecc..
non da tutti eh! Solo da chi mi ha colpito in un senso che poi è stato
funzionale al tipo di storia che ho scritto, cioè quello di una realtà
contadina a tratti un po’ isolata dal resto del mondo. Nausica e Rita sono
invece il mio alter ego, essendo romana anche io, soprattutto la prima, nel
senso che mi sono voluta infilare nella storia come ha fatto anche Forster con
la signorina Eleanor Lavish in “Camera con vista”, una specie di “spalla” della
protagonista, una osservatrice che porta consigli e buonumore e che, nel mio
caso, aiuta Annita nella risoluzione del suo problema. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Quanto c’è di autobiografico nel tuo romanzo?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Di autobiografico c’è molto poco se non nei dettagli delle descrizioni
ambientali, voglio dire che i posti che descrivo li ho visitati davvero. Nella
storia in sé non c’è nulla di autobiografico, al contrario dell’altro romanzo
che conto di pubblicare entro quest’anno e che invece ha molti aspetti che
appartengono alla mia vita privata.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
I luoghi che descrivi nel romanzo li hai personalmente visitati? La cascina di
Bossolasco è ispirata a un luogo reale?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Ecco, come dicevo poc’anzi, la cascina di Annita esiste davvero ed è un
agriturismo di Bossolaschetto in cui ho soggiornato due giorni preziosissimi
durante i quali ho fatto tante foto e filmati. Ti farò sorridere dicendo che ho
ascoltato i rumori che mi circondavano, annusato tutti gli odori e ho toccato
il prato, il pavimento all’interno della cascina, i muri, le foglie, sono stata
una buona mezz’ora nella radura di Annita accanto al suo <i>Albero Papà.</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Qual è l’ora migliore per scrivere secondo te? </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Credo che l’ora migliore per scrivere sia soggettiva, personalmente sono più
produttiva al mattino dopo un buon caffè! Mi è capitato di scrivere a tutte le
ore del giorno, persino alle tre di notte ma mi è capitato anche di addormentarmi
sulla tastiera a quell’ora!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
C’era un’abitudine particolare durante la stesura del romanzo? Un rito a cui
non potevi rinunciare, ad esempio.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Due abitudini in particolare: disponevo le foto del cast di cui ti dicevo, una
vicino l’altra, sotto il file aperto di word. Guardare le facce dei personaggi
mi aiutava a riflettere soprattutto sui dialoghi. Un’altra abitudine era quella
di mettermi le cuffie e ascoltare la versione strumentale delle canzoni che
cito nel romanzo, in particolare “Space Oddity” ma anche “Absolute Beginners”,
“Starman” e “Life on Mars?”. Infatti, come hai potuto vedere, David Bowie è
citato più volte nel romanzo e si intreccia anche con lo svolgimento della trama.
Ascoltavo anche i file audio degli effetti sonori legati alla storia, per
esempio il verso delle cicale in estate quando narravo dei fatti accaduti alla
fine di agosto, oppure il rumore del trattore, i fischi del vento negli infissi
e anche quello del forte temporale che arriva di notte sulla cascina e di cui
Annita è spaventata. Ho sempre cercato di vivere in prima persona quello che
stavo raccontando.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Immagino sia stato difficile conciliare lavoro, famiglia (hai due figli
piccoli) e la stesura del romanzo. Come hai fatto? La passione muove davvero
energie profonde oppure hai pensato di mollare in qualche momento?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Durante la stesura ho cercato di approfittare del tempo libero grazie ai turni
di lavoro pomeridiani. Per il resto, mi sono ritagliata una mezz’ora al giorno
o al massimo un’oretta quando riuscivo a farlo sia durante la settimana che nei
weekend. La scrittura mi appassiona molto e non giro mai senza carta e penna in
tasca, elaboro idee anche durante le faccende domestiche e mi è capitato di
scrivere con mio figlio più piccolo in braccio. Sono fortunata perché ho una
famiglia che supporta e “sopporta” molto questa mia passione e anzi tifa per
me.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Una curiosità od un aneddoto particolare legato al romanzo?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Un aneddoto? Ti sembrerò matta! Quando mio marito quando mi ha portata quel
weekend nella cascina di Bossolasco, abbiamo incontrato una persona molto
simile a Gabriella e appena l’ho vista
mi sono illuminata e ho iniziato a tempestarla di domande per rubarle qualche
frase che poi ho infilato nel romanzo. Le domande erano tipo “Ma voi che
animali avete qui?”, “Ma la raccolta di nocciole esattamente come la fate?”,
“Ma cosa c’è nel fienile che vedo lì?”, “Ci sono radure qui intorno?” e lei mi
rispondeva sempre più perplessa perché la fissavo per studiare le espressioni
del viso e le parole che usava. La cosa bella è che aveva un marito molto
simile a Michele e per me stare lì con loro, nella cucina che io avevo immaginato
ancora prima di sapere che esisteva davvero, beh, mi ha fatto un gran
bell’effetto. Ho avuto l’impressione che da un momento all’altro potessero
comparire anche gli altri. Diciamo che visto che per David mi sono ispirata a
Michael Fassbender, se fosse comparso non mi sarebbe dispiaciuto affatto!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Tu hai avuto la possibilità ed il merito di pubblicare con una Casa editrice:
la Delos. Ti va di raccontarci il tuo percorso, le eventuali porte in faccia e
come sei arrivata alla Delos?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Sono arrivata alla Delos Digital grazie ad una ragazza che aveva pubblicato con
la mia stessa casa editrice nel 2008. Lei ha pubblicato diversi racconti e
romanzi con loro e mi ha detto “Provaci anche tu, perché no?” e allora il 3
febbraio del 2016 ho inviato il manoscritto sia alla Delos che ad altre case
editrici. Ho atteso quasi tutto l’anno e poi il 14 ottobre sono stata
contattata dalla curatrice della collana Odissea Romantica. Il mio romanzo le è
piaciuto al punto che lo ha scelto per inaugurare l’esordio della collana
stessa, il 17 gennaio scorso. Nel giro di qualche giorno ho firmato un
contratto editoriale (non ti dico la felicità immensa) e ho curato l’editing,
la copertina e approvato l’impaginazione per la forma cartacea… tutte cose che
appartenevano ai miei sogni solo fino a qualche giorno prima. Si prendono anche
porte in faccia ma alla fine ciò che conta è continuare ad impegnarsi e a
crederci.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Il genere romance è abbastanza saturo di pubblicazioni sia con CE che
attraverso self publishing: quali pensi siano i punti vincenti, l’originalità
di Insegnami ad amare?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
“Insegnami ad amare” è un po’ diverso dai classici romanzi d’amore, credo,
soprattutto per quanto riguarda il finale, che non voglio rivelare a chi vorrà
leggere il romanzo. Io ho voluto raccontare qualcosa che assomiglia ad un
viaggio evolutivo della personalità di Annita, come un risveglio di coscienza e
desiderio di cambiare già latente in lei che poi prende il via con l’impatto
scioccante che ha grazie all’incontro con David. Lui è affascinante ma non è il
classico belloccio appariscente, né muscoloso, né milionario dominatore dei
sentimenti di lei, David è un uomo normalissimo che si potrebbe incontrare per
strada, un pediatra con la passione della poesia, riservato e brillante allo
stesso tempo, che coglie qualcosa dentro di lei e lo tira fuori risaltandolo. L’affinità
tra David e Annita va oltre la mera attrazione fisica, è un dare-avere
psicologico, un incontro di anime alla ricerca di qualcosa che trovano l’uno
nell’altra, a dispetto delle diversità di cultura, di età e di lingua. Tu da
lettrice cosa ne pensi?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A: La penso esattamente come te. "Insegnami ad amare" racconta la crescita interiore di Annita, la sua metamorfosi a Donna. Il legame che la lega a David è un' affinità che va ben oltre il sesso, è un'affinità mentale che io conosco, perché ho avuto ed ho la fortuna di sperimentarla quotidianamente. Anch'io ho incontrato il mio "David" che ha sconvolto la mia vita e mi ha permesso di completare la mia metamorfosi e di trovare in me il coraggio di vivere. Il romanzo, secondo me, si riassume in una frase di Marta al capitolo VIII: "Uscire dal proprio guscio, dalla propria dimensione conosciuta e protetta, quella è la vera sfida. Ecco, io ho capito che dovevo tirare fuori il coraggio e iniziare a vivere. Bada bene, ho detto vivere e non esistere". </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Che cosa pensi del self publishing? Secondo te può essere una risorsa per gli
aspiranti scrittori? E tu hai mai pensato di pubblicare come self?</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Il self-publishing è una valida alternativa alla pubblicazione con la CE e
potrebbe essere un modo per farsi notare dalle CE stesse. So infatti di amici
autori che sono stati “pescati” dal self publishing e a cui sono stati
sottoposti dei contratti editoriali. Io non ho mai considerato l’ipotesi della
auto pubblicazione perché mi sento più sicura se ho il supporto di
professionisti dell’editoria, sia in termini burocratici che in termini di
consigli sull’editing del testo. Quindi invio manoscritti e attendo fiduciosa,
non ti nascondo che tento la fortuna solo con CE grandi o partecipando a
concorsi letterari, questo perché ho sogni ambiziosi, pretenziosi forse, ma ci
credo fermamente e continuo a dare anima e corpo alla scrittura. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Ultima domanda: pensi che leggeremo ancora di Annita e David? </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Il seguito di “Insegnami ad amare” è una questione spinosa, nel senso che ho
buttato giù due idee e ho anche preso un aereo fino a Brighton, la città di
David, in cerca di ispirazione, al momento però la stesura è ancora in embrione
perché mi sono dedicata a terminare l’altro romanzo. Mai dire mai.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">A:
Grazie Stefania e alla prossima!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">S:
Grazie a te, mi ha fatto molto piacere essere ospite del tuo blog</span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Per acquistare il romanzo:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<br /></div>
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tutti i progetti ad esso collegati. Perciò grazie a chi se ne servirà!<br />
</div>
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Al prossimo episodio!</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-39606499521794613012017-01-29T16:07:00.000+00:002017-01-29T16:14:59.323+00:00Il parto rubato<i><br /></i>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.pmi.it/wp-content/uploads/2015/03/shutterstock_147978782.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://www.pmi.it/wp-content/uploads/2015/03/shutterstock_147978782.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<i><br /></i><i>"Questa non è una versione oggettiva della storia, perché questa è la mia verità. Ero molto confusa, debole, dolorante nel momento più fragile della mia vita. Questa è la MIA verità, la mia percezione che può essere raccontata solo da me perché non c'era nessuno, quella notte, a sostenermi, a parlare in mia tutela, a rendersi conto di cosa succedeva... Mi ero informata molto durante la gravidanza per non perdere il briciolo di controllo che una donna può avere su un'esperienza incontrollabile come il parto e, invece, mi sono sentita sola, discriminata, presa in giro, insultata e sequestrata...".</i><br />
Chiara ed io siamo amiche da una vita, dai tempi della quarta ginnasio. Come spesso accade, le nostre vite hanno per molti anni preso strade diverse, non per liti o altro, ma solo per quel naturale percorso che porta la maggior parte delle persone che si conoscono in giovanissima età a separarsi mantenendo però un bellissimo ricordo di quegli anni.E' stato bello ritrovarla qualche anno fa e scoprire quante avventure aveva vissuto. Soprattutto fu bellissimo quando annunciò di essere incinta. Ho seguito a distanza, non emotiva solo geografica, tutta la gravidanza di Chiara che fu meravigliosa: era felice, raggiante e, come spesso accade alle donne incinte, più bella che mai. Ero contenta per lei, se lo meritava di vivere una gioia così potente ed ero certa che quella creatura avrebbe cambiato, migliorato e stravolto la sua vita che, in quel momento, necessitava davvero di un cambiamento radicale. Eppure le righe che avete letto in apertura del post sono sue.<br />
E' l'incipit di una lunga lettera in cui Chiara mi racconta della nascita della sua Eva, una lettera che, potete ben intuire, è tutt'altro che piena di gioiosi sentimenti ed immagini del momento forse più bello della vita di una donna. E' così che sono entrata in contatto con il mondo della "violenza ostetrica". Pensavo, forse speravo, che Chiara fosse un caso isolato ma in questi mesi ho ascoltato le storie di tante donne che hanno vissuto la terribile esperienza di Chiara, anche peggiori della sua.<br />
<br />
Ma andiamo per gradi e iniziamo ad inquadrare cos'è la violenza ostetrica.<br />
Cito, direttamente dal sito dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, l'articolo 15(13) della Ley Orgànica sobra el Derecho de la Mujeres a una Vida Libre de Violencia che definisce violenza ostetrica l' <span style="background-color: white; color: #574d4d; font-family: "droid serif" , "times new roman" , serif; font-size: 14px; font-style: italic;">“appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna”.</span> <br />
<br />
L'OMS indica i trattamenti irrispettosi e abusanti durante il parto nella strutture ospedaliere nella dichiarazione "La prevenzione ed eliminazione dell'abuso e della mancanza di rispetto durante l'assistenza al parto presso le strutture ospedaliere" e le cito sempre dal sito dell'Osservatorio:<br />
<br />
<ul style="background-color: white; border: 0px; color: #574d4d; font-family: "Droid Serif", "Times New Roman", serif; font-size: 14px; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0px 0px 1.5em 3em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">l’abuso fisico diretto,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la profonda umiliazione e l’abuso verbale,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">le procedure mediche coercitive o non acconsentite (inclusa la sterilizzazione),</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la mancanza di riservatezza,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la carenza di un consenso realmente informato,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">il rifiuto di offrire un’adeguata terapia per il dolore,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">gravi violazioni della privacy,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">il rifiuto di ricezione nelle strutture ospedaliere,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la trascuratezza nell’assistenza al parto con complicazioni altrimenti evitabili che mettono in pericolo la vita della donna,</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la detenzione delle donne e dei loro bambini nelle strutture dopo la nascita connessa all’impossibilità di pagare</li>
<li style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">adolescenti, donne non sposate, donne in condizioni socio-economiche sfavorevoli , donne appartenenti a minoranze etniche, o donne migranti e donne affette da l’HIV sono particolarmente esposte al rischio di subire trattamenti irrispettosi e abusi.</li>
</ul>
<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;">Probabilmente, se vivete nella meravigliosa ignoranza in cui mi trovavo io prima di imbattermi in questo mondo di orrore, starete pesando che questa è roba da Terzo Mondo e che in Italia non succedono cose simili, perché abbiamo ospedali specializzati, ottime strutture ed il parto è per tutte un'esperienza meravigliosa. No, non è così, purtroppo e se non siete pronti a leggere di veri e propri abusi su donne partorienti e sulle conseguenze che questi abusi hanno sull'instaurarsi della relazione madre-bambino e sull'allattamento, smettete di leggere questo post.</span></span><span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span><br />
<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span>
<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;"><i>"Dopo un pomeriggio passato con le contrazioni ma, serenamente. in piscina e poi a casa, mi sono recata in ospedale solo quando iniziarono ad essere regolari, ogni 5 minuti. La mia ginecologa mi diede queste indicazioni ed io le seguii alla lettera. Quando arrivai in ospedale il medico dell'accettazione disse che ero dilatata di 2 cm... Da quel momento è iniziato l'incubo. Per prima cosa hanno mandato via il mio compagno, nonostante al corso pre parto mi avessero assicurato che avrei potuto avere con me una persona di mia scelta durante il travaglio. Mi hanno risposto che sarebbe stato possibile dopo l'epidurale ma io non volevo l'epidurale. Allora venni schernita con un "vedremo" e accompagnata in camera da sola, di notte, al mio primo parto. Cercai di mantenere la calma, di stare tranquilla e di godermi quel momento irripetibile, assecondando il mio corpo e mia figlia. Alle 2:30 del mattino chiesi di essere visitata perché le contrazioni erano ravvicinate a distanza di un minuto. L'ostetrica in turno quella notte era arrabbiata perché si era dovuta alzare e, alla visita, sempre secondo lei, la situazione era immutata. Provai a spiegare che non era così, lei urlò e mi disse di spegnere il cellulare perché interferiva con i macchinari, cosa assolutamente falsa ma lo scoprii in seguito. Una volta attaccata al monitoraggio, l'ostetrica venne smentita e le mie erano vere contrazioni. A quel punto chiesi di tornare in camera, dove avrei potuto continuare a seguire il mio corpo e a cercare le posizioni per me più adeguate, dove avrei potuto bere e mangiare se ne avessi avuto voglia. Ma l'ostetrica disse di no. Disse che dovevo rimanere lì, attaccata al monitoraggio, con il cellulare spento, senza poter dire al mio compagno dove mi trovassi e legata ad un lettino, costretta nella stessa posizione... Protestai, persino le infermiere che mi avevano portato lì cercarono di aiutarmi, ma fu tutto inutile..." </i></span></span><br />
<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">E' più che evidente che ciò che stava succedendo a Chiara durante il suo travaglio fosse una cosa del tutto sbagliata e abominevole, basta il buon senso per arrivarci ma, in realtà, ci sono le linee guida dell'OMS sul parto che mettono nero su bianco che Chiara ha subìto violenza.</span></span><br />
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span>
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">Nel dettaglio, l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che sono da evitare:</span></span><br />
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span>
<br />
<ul>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">il clistere,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">la depilazione,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">la somministrazione routinaria di ossitocina per accelerare il travaglio,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">la rottura delle membrane,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">la posizione obbligata durante travaglio e parto,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">il digiuno e il divieto di bere,</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">l'episiotomia (taglio del perineo),</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">la manovra di Kristeller (ovvero le spinte sulla pancia),</span></span></li>
<li><span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">il taglio precoce del cordone e la separazione della madre e del neonato dopo il parto.</span></span></li>
</ul>
<div>
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">Purtroppo ognuno dei punti sopra viene abitualmente applicato nei protocolli dei nostri ospedali e, non solo, secondo una rilevazione statistica di Optibirth sui parti del 2015 nel nostro Paese, il 34,1% dei bambini è nato con parto cesareo. E' un numero impressionante e, se si fa ricerca, o si ascoltano direttamente le mamme, viene fuori una realtà ancor più sconcertante: la grandissima parte dei cesarei sono fatti senza nessuna reale motivazione che impedisse un parto naturale. La maggior parte di quelle nascite avviene con un cesareo a cui la madre arriva terrorizzata e dopo aver subito violenza ostetrica. Molti sono parti successivi ad un primo cesareo a cui viene negata, a prescindere, la possibilità di un vbac (vaginal bith after cesarean), possibilità che invece non dovrebbe essere negata, poiché non ci sono reali evidenze scientifiche che ci sia un incremento di rischio per la mamma e per il bambino.</span></span></div>
<div>
<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">Anche Chiara, dopo un travaglio di 9 ore, sempre sola e costretta nella stessa posizione, senza poter bere o mangiare, dopo aver acceso di nascosto il cellulare e su</span></span><span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">ssurrato come una reclusa al suo compagno di cercarla e portarla via di lì, ha subito un cesareo d'urgenza per una presunta sofferenza della bambina (stiamo ancora aspettando la cartella clinica).</span></div>
<div>
<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><br /></span></div>
<div>
<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><i>"Alle 9 del mattino è nata Eva... L'ho vista due secondi e poi non l'ho più vista, fino al giorno dopo dal vetro. Li ho pregati di portarmela, di lasciarmi andare da lei ma me l'hanno negato. Non mi hanno fatta né bere, nè mangiare dopo il cesareo, non mi hanno dato un antidolorifico, non mi hanno dato nessuna informazione. Quando ho rivisto mia figlia avevano iniziato ad allattarla con il biberon e questo ha rovinato inesorabilmente il processo di allattamento al seno. Quando chiesi aiuto, perché era la mia prima figlia e non sapevo bene che fare, mi misero la piccola fra le braccia e mi dissero che avrebbe fatto tutto lei. Ma non fu così: Eva cercava e trovava il capezzolo ma faticava molto a ciucciare perché il capezzolo per lei era troppo grande e prendendo spesso il biberon si adattava ancora meno. Io ero debole, inconsapevole, spesso mi fidavo di quello che mi dicevano e, se provavo a mettere in discussione l'aggiunta, mi parlavano in modo violento e mi facevano sentire in colpa nei confronti di mia figlia. Non avevo nemmeno considerato che l'allattamento potesse essere problematico, credevo avrei partorito naturalmente, credevo l'avrei attaccata subito ma, grazie a questo inizio sbagliato, ho dovuto tirarmi il latte per 10 mesi perché Eva 'usava' il seno solo per addormentarsi o rilassarsi ma per mangiare voleva solo il biberon...." </i></span></div>
<div>
<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><br /></span></div>
<div>
<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">Voi lo sentite il dolore in queste righe? Io lo sento con una potenza inaudita e l'ho sentito in tante altre donne che ho avuto l'onore di conoscere ed ascoltare in questi mesi grazie ad "Innecesareo", associazione che si occupa proprio di violenza ostetrica e di supporto a tutte le donne vittime che vogliono un secondo parto, però rispettato.</span></div>
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<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">Attraverso di loro, ho potuto conoscere davvero l'universo della violenza ostetrica, quante stupidaggini la persona media ed ignorante sul tema, come me, ha in testa e di quanto non abbiamo idea delle conseguenze devastanti che una simile esperienza ha per una donna. La cosa che mi ha colpita di più è il tremendo senso di colpa che le accompagna, tutte quante, nessuna esclusa. In colpa per cosa, vi domanderete? Per non aver lottato, per essersi fidate troppo, per non essersi informate abbastanza, per aver ceduto alla paura, per non aver protetto i loro bambini. Io ero angosciata di fronte alle loro risposte. Perché sentirsi anche in colpa dopo aver subìto un trattamento del genere? E' evidente che nessuna di queste madri ha minimamente colpa di nulla ma, con i mesi e grazie alla loro pazienza nel rispondere alle mie domande, ho capito. Ho capito che quell'esperienza di violenza in un momento che dovrebbe essere affidato solo alla Natura, se non in casi eccezionali, ha irrimediabilmente compromesso l'interezza del loro mondo interno, della loro autostima, della loro percezione di poter essere buone madri. E ci vuole tanto tempo per poter comprendere che tutto quello che gli è accaduto non ha che vedere con le loro capacità genitoriali ma che loro sono le vittime. Ci vuole molto supporto. Ci vogliono cambiamenti radicali nella società, nel modo di pensare e vivere la maternità. perché non illudetevi che noi "esterni" non c'entriamo nulla, non abbiamo responsabilità. Le abbiamo eccome! Le abbiamo ogni volta che qualcuno vicino a noi subisce un episodio di violenza ostetrica, o un cesareo non necessario e la liquidiamo con: "vabbè, ma l'importante è che il bambino e tu stiate bene, no? , oppure quando facciamo loro pesare le difficoltà nell'allattamento, quando chiudiamo gli occhi di fronte alla loro stanchezza ma sopratutto al loro dolore. Tutte le volte che non le supportiamo ma, anzi le giudichiamo con frasi tipo: "Le donne oggi non sanno nemmeno più partorire.". Non è vero, le donne vogliono disperatamente partorire, con i loro modi, con il loro tempi, rispettate, con rispetto del loro bambino, potendo seguire quel potente sapere atavico che è dentro ognuna di noi. Vorrebbero protocolli ridotti al minimo, senza essere messe alla mercè di personale sanitario diecimila volte durante il travaglio, con cesarei che siano davvero fatti in situazioni di emergenza e non perché non c'è tempo, non ci sono letti, non ci sono disponibilità varie. Non per biechi interessi economici. </span></span></div>
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<span style="color: #574d4d;"><span style="font-size: 14px;">Verena Schmid nel suo bellissimo "Venire al mondo e dare alla luce" scrive: <i>"Questa comprensione si sta perdendo oggi. Sempre più difficilmente si riesce a dare un senso al partorire, al dolore, al processo del diventare madre. Le apparenti scorciatoie offerte, quali l'epidurale, il taglio cesareo. il parto medicalizzato sono, come dice Adrienne Rich, 'una moderna trappola' per la donna e il bambino sani e, oltre ai danni alla salute a breve e lungo termine, li allontanano dal contatto con se stessi e dalla possibilità d sentire. Tolgono il piacere, l'antidepressivo per eccellenza, le endorfine. Ledono il legame unico vero terreno per poter fiorire. Tutta la nostra società ne soffre. Le difficoltà nei legami ci rendono inquieti ed infelici" </i></span></span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">Nathanielsz scrive,invece, nel 1998: </span><i style="color: #574d4d; font-size: 14px;">"Recenti ricerche forniscono prove convincenti che la salute di cui godiamo durante tutta la nostra vita è determinata in buona parte dalle condizioni del nostro sviluppo in utero. Il modo in cui siamo entrati nella vita rappresenta il fattore principale di come la viviamo. Ognuno di noi, non solo le donne gravide, ha una responsablità verso gli individui delle generazioni non ancora nate, il cui nome non sappiamo e i cui visi non abbiamo visto, per assicurare che le loro vite siano il più possibile sane e gratificanti".</i></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">Informiamoci donne, informiamoci sempre, sulle strutture, sui protocolli, su come dobbiamo essere informate, su quali sono le linee guida in materia di travaglio e parto, leggiamo libri, parliamo con altre donne che ci sono passate prima. E voi che avete vissuto la violenza ostetrica non tacete, urlate il vostro dolore, aiutate le altre donne a non vivere la vostra esperienza. Solo così interromperemo questa catena assurda di sofferenza, dolore, interventi chirurgici e soprusi. Solo parlandone si può cambiare questa realtà e renderci tutti, anche chi, come me non è genitore, meno ignoranti.</span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">Il parto è un processo perfetto, il rilascio degli ormoni, il dolore, le endorfine in circolo, tutto è pensato e calibrato alla perfezione per iniziare una donna ad essere madre. Non facciamoci rubare questo dono. </span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><br /></span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><i>"Sei una donna. Sei dotata della capacità di concepire, di crescere, partorire e allattare un bambino e di crescere e rinfirzarti attraverso questo processo profondamente creativo. Il tuo corpo e la tua psiche sono costruiti per espandersi al punto da far emergere una nuova creatura da te ed accoglierla" </i>(da "Venire al mondo e dare alla luce"). Non dimenticatelo mai.</span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><br /></span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;">Link utili:</span></div>
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<span style="color: #574d4d; font-size: 14px;"><a href="http://www.innecesareo.it/" target="_blank">Innecesareo onlus</a> e pagina facebook <a href="https://www.facebook.com/Innecesareo-438982256148723/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf" target="_blank">https://www.facebook.com/Innecesareo</a></span></div>
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<a href="https://ovoitalia.wordpress.com/" target="_blank">Osservatorio sulla Violenza Ostetrica</a></div>
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<a href="https://ilpartopositivo.com/" target="_blank">Il parto positivo</a></div>
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Articolo su uppa.it: <a href="https://www.uppa.it/nascere/gravidanza-e-parto/difendersi-dalla-violenza-ostetrica/" target="_blank">Come difendersi dalla violenza ostetrica</a></div>
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Libri:</div>
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Verena Schmid, Venire al mondo e dare alla luce</div>
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Ibone Olza, Enrique Lerero Martinez, Il parto cesareo. Solo se indispensabile, sempre con rispetto.</div>
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<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;">.</span></span><br />
<span style="color: #574d4d; font-family: "droid" serif , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/11603834612910056038noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8104506578265839158.post-18320683508467055672016-12-08T20:53:00.000+00:002018-01-15T14:09:03.267+00:00"Il gioco degli arcani": quando il viaggio è dentro a un libro.<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKen_5iEK-dHeTro5KLSE3Y6NZ9wWGtXMOWGppsMJMqTecPfTnYnbntR_GXvsvnd7d7XjadW4miKSDV6zChH-zmWhFKbYp4h16c-M3Ncs9FRcWUinxHWGrAIA6Yc4PONdmTk7EQQ0igSk/s1600/il+gioco+degli+arcani-cover+piatto+alta.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKen_5iEK-dHeTro5KLSE3Y6NZ9wWGtXMOWGppsMJMqTecPfTnYnbntR_GXvsvnd7d7XjadW4miKSDV6zChH-zmWhFKbYp4h16c-M3Ncs9FRcWUinxHWGrAIA6Yc4PONdmTk7EQQ0igSk/s320/il+gioco+degli+arcani-cover+piatto+alta.jpeg" width="226" /></a></div>
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<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Questo blog parla spesso di viaggi: viaggi geografici, viaggi interiori, viaggi di crescita, viaggi intesi in ogni loro sfumatura. A volte, il viaggio lo si può trovare in un libro ed è quello che mi è capitato leggendo l'ultimo romanzo di Barbara Frale: "Il gioco degli arcani", edito da Centauria Libri. </div>
<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
"Il gioco degli arcani" è un thriller storico ambientato a Roma, durante il Giubileo indetto da Bonifacio VIII nel 1300. Ma andiamo per gradi ed iniziamo dalla sinossi del romanzo:</div>
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"<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Roma, anno 1300. Papa Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo della storia e in una città affollata e in preda alla frenesia non vuole altri problemi. Tantomeno un omicidio. Ma Giovanna Savelli, una delle nobildonne più in vista dell’Urbe, è stata trovata morta, forse avvelenata. E la principale indiziata è la bellissima Immacolata Colonna, che appartiene a una famiglia ostile al pontefice: processarla senza prove certe potrebbe scatenare una rivolta. A chi affidare un’indagine così delicata? Il papa sceglie una strana coppia: suo nipote Crescenzio Caetani, che sogna di diventare medico, e la potente badessa di San Silvestro in Capite. Un braccio, giovane e ardimentoso, e una mente sottile protetta dalla clausura … </span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ben presto, si delineano due piste distinte. </span><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La prima conduce dritta a madamigella Colonna, ai suoi affari di cuore e al suo insidioso fascino. La seconda porta alla misteriosa zingara saracena Zaira e al mazzo di carte con cui legge la fortuna e si dice dispensi la morte. Passando per il giardino dello scorbutico medico del pontefice, Arnaldo da Villanova, in cui a nessuno è permesso entrare … In questo giallo incalzante, Barbara Frale attinge alle ricche simbologie e agli affascinanti intrighi di un Medioevo ricostruito con passione, per tessere una tela in cui si intrecciano amore e vendetta, politica e magia. «Chi cerca maghi, trova il demonio», dice l’accorta badessa: il diavolo è furbo. Ma la verità trova sempre una via, per quanto tortuosa, per venire alla luce."</span></div>
<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Questo romanzo è scritto bene, è scritto con passione e con sapienza. Scrivere romanzi storici non è per tutti, perché è necessario avere una profonda conoscenza del periodo storico di cui si narra, in modo da regalare a chi legge tutte le atmosfere, odori, colori e sapori di quel tempo. Chi scrive un romanzo storico deve essere in grado di far viaggiare nel tempo il lettore. Se non riesce in questo, a parer mio, l' Autore ha fallito l'impresa. Il romanzo storico, quello di qualità, è un genere di nicchia, non letto da molti e scritto da pochi, proprio perché è necessario padroneggiare eventi e personaggi storici in modo pressoché perfetto. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Parliamoci chiaro: di storie ambientate in altre epoche è pieno nelle librerie ma, spesso, sono romanzi scritti senza un vero studio alle spalle e quindi con approssimazione ed imprecisioni storiche importanti. Con Barbara Frale questo rischio non si corre. Fin dai primi capitoli si viene trasportati nella Roma del 1300 e nell'atmosfera che impregnava quel tempo, si ha la sensazione di camminare per Roma con i protagonisti, di sentire gli odori per le strade, potrete apprendere gustose ricette dell'epoca, cosmetici del tempo, rimedi e pozioni per occasioni particolari.</span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Sarà come se, di volta in volta, possiate sentirvi la capricciosa Giovanna Savelli, l'indomita ed orgogliosa Immacolata Colonna con la sua incredibile bellezza, sentire il fruscio delle sue vesti durante i suoi "scontri" con Crescenzio Caetani. Potrete sentire il tormento di Crescenzio, lo potrete sentire sulla pelle. La sua razionalità che, pagina dopo pagina, va in mille pezzi di fronte ad una vicenda più grande di lui, sarà in qualche modo la vostra. Tornerete innocenti e bambini con Maddalena Caetani e ne avvertirete la magia dell'anima. Potrete sentirvi la zingara Zaira con tutto il suo mistero.</span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"Il gioco degli arcani" è pieno di personaggi perfettamente caratterizzati: non solo i protagonisti ed i comprimari ma anche le semplici comparse come accade, ad esempio, nei due cammei dedicati ad un meraviglioso Dante Alighieri in versione turista.</span></div>
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Chi non riuscirete mai a sentire come parte di voi, in modo voluto da parte dell'Autrice, è Arnaldo da Villanova: personaggio controverso, spigoloso, geniale, portatore di sapienza antica e magica ma terribilmente difficile da amare. Nonostante ciò, mi ha affascinata, indispettita e sorpresa ad ogni sua comparsa. </div>
<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Il finale, volutamente aperto, lascia il lettore in attesa di incontrare di nuovo i suoi "amici" del Trecento, le loro atmosfere ed il loro mondo. Buon viaggio nel Tempo!</div>
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Di seguito alcuni link per approfondire:</div>
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Pagina Fb dell'Autrice: <a href="https://it-it.facebook.com/barbarafrale/" target="_blank">https://it-it.facebook.com/barbarafrale/</a></div>
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Sito web della Casa editrice: <a href="http://www.centaurialibri.it/" target="_blank">http://www.centaurialibri.it/</a></div>
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Pagina Fb della Casa editrice: <a href="https://www.facebook.com/pg/CentauriaLibri/" target="_blank">https://www.facebook.com/pg/CentauriaLibri/</a></div>
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<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
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Dove potrete acquistare il romanzo:</div>
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<a href="http://www.centaurialibri.it/prodotto/il-gioco-degli-arcani/" target="_blank">http://www.centaurialibri.it/prodotto/il-gioco-degli-arcani/</a></div>
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<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<a href="https://www.amazon.it/gp/product/8869211533/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8869211533&linkCode=as2&tag=aspettandolea-21&linkId=fa327c01bd280a85e5055ef1849cef83" target="_blank">Su Amazon</a></div>
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<div style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-align: justify; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<a href="https://www.ibs.it/gioco-degli-arcani-ebook-barbara-frale/e/9788869211843#">https://www.ibs.it/gioco-degli-arcani-ebook-barbara-frale/e/9788869211843#</a></div>
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