Quando un viaggio ti scava dentro l'anima- la mia Cuba



"Ho sentito che a Cuba sarebbe stato tutto speciale nel momento in cui, arrivati in aeroporto e messi in coda per il controllo alla dogana, sono stata investita da un'ondata di caldo mai sentita. Ho iniziato a sudare copiosamente, nonostante fossero passate le 23 ma, per la prima volta in vita mia, non ho avvertito fastidio. E' stata la prima strana, piacevole sensazione provata sull'isola. Era come se sentissi di star buttando fuori tutto il negativo, il tossico, strassante che mi ero portata dietro dall'Italia ed il mio corpo stesse accendendo tutti i sensi. (...) 
A Cuba è tutto colorato, tutto emozionante, tutto grande, tutto viscerale: i paesaggi, i colori, il cibo, gli odori. A Cuba esiste una cosa ed il suo esatto contrario. A Cuba sei imprigionato in un continuum spazio-temporale che ti fa desiderare di vestire abiti di lino bianco e cappelli a tesa larga, dove ti aspetti di veder spuntare una diva degli anni Trenta dalla scalinata dell'hotel. (...) I cubani sono gente meravigliosa, ospitali, semplici, sorridenti, intelligenti di quell'intelligenza che l'arte di arrangiarsi porta al suo massimo splendore. A Cuba resti sempre a bocca aperta: per la bellezza dei luoghi, per i colori che ti circondano, per la musica che ti invita a ballare perchè ti prende dentro e smuove le tue corde più profonde, quelle emozioni che hai dimenticato di avere, per la gente che ti coivolge, per i sorrisi dei bambini. Non lo saprò mai spiegare ma c'è qualcosa in quest'isola che riaccende i tuoi istinti basilari, quelli più veri, quelli più sani."

Questo è parte di ciò che scrivevo, poco più di un anno fa, al ritorno dal mio lungo viaggio a Cuba con A. 
Che cosa rimane oggi di quell'esperienza? Mi sono trovata a  pensare che, spesso, i viaggi ci aiutano a scoprire nuove culture, a vedere luoghi paesaggisticamente o artisticamente notevoli, a vantarci un pò con gli amici di aver fatto la vacanza figa e cose così. Ma, dopo un anno, emozionalmente, che cosa ci rimane?
E' questo che mi sono chiesta quando mi sono ritrovata davanti quel pezzo su Cuba scritto un anno fa. 

   
Mi sono resa conto che quel viaggio mi ha cambiata profondamente, come nessun viaggio prima è riuscito a fare. Ho pensato a Cuba spessissimo durante quest'anno e, particolarmente, nei momenti più duri: quando non sono stata bene, quando la lontananza da A. era troppo acuta e dolorosa, quando lo stress del lavoro e della vita quotidiana mi sopraffacevano togliendomi il sorriso e incupendomi un pò troppo. In quei momenti pensavo a Cuba, ai giorni meravigliosi vissuti lì, alle esperienze fatte, alle persone incontrate, alla serenità, alla felicità (parola che non uso spesso) che ho vissuto. E subito ogni cosa andava meglio.
Perchè se vivi, come è successo a me, Cuba da una posizione privilegiata, cioè a contatto con la sua gente impari che sei una donna privilegiata, che sei dannatamente fortunata, che sei libera, che puoi realizzarti e viaggiare, comprarti quel che ti pare, che il tuo stress ed il tuo scazzo spesso lo puoi pure gestire senza farne un dramma. Impari a vivere un pò più alla giornata, senza progettare ogni secondo, impari che le cose più piccole non dovrebbero mai essere date per scontate. Impari che il sorriso, l'ottimismo e la voglia di vivere, spesso, sono tutto ciò che ti serve.
A distanza di un anno da quel viaggio, mi accorgo che ancora traggo energia dalla mia Cuba e che sono cresciuta attraverso questa esperienza, attraverso la famiglia che io ed A. abbiamo in qualche modo adottato e da cui riceviamo costantemente notizie, attraverso A. stesso che mi ha accompagnata e guidata per mano alla scoperta di un modo di vivere a me ignoto.
Mi restano tutti i ricordi nitidi, luminosi, colorati del mare, dei paeseggi. Mi restano le lacrime di Maddielito e Richard per i pennarelli Giotto e per i quaderni su cui disegnare che gli abbiamo regalato. La gioia di Claudia di andare due volte in piscina, il sorriso di Yuliet e Maddiel nel vedere i loro figli felici. Mi restano i lunghi discorsi con Jesus, le poche sagge frasi di Evita, la tranquilla normalità di Miriam e della sua famiglia. 
Mi resta la mia storia d'amore che è cresciuta e si è immensamente rinforzata a Cuba, mi restano le nostre ore a parlare, le notti d'amore che ancora mi danno i brividi, i progetti che abbiamo fatto io ed A. e che, piano piano, si stanno concretizzando.
Inevitabilmente, resta tanta nostalgia per un luogo che mi ha cambiata, resa migliore, resa felice. Mi manca, come se una parte di me non fosse mai tornata e mi chiamasse per andare a riunirmi con lei...
Auguro a chiunque di vivere un viaggio così. Un viaggio che ti scava dentro l'anima e che, a ripensarci, ancora, ti manca il respiro e ti batte forte il cuore come se fossi innamorata. Ve lo auguro di tutto cuore.

Commenti

  1. Bellissimo racconto, una Cuba vissuta da dentro, quasi da cubana, quasi, perché a Cuba esistono anche cose di cui noi occidentali non veniamo mai a conoscenza, cose che rientrano nella "meccanica cubana" a noi completamente estranee o al massimo di cui conosciamo solo l'aspetto superficiale. Comunque il tuo bellissimo pezzo si riassume in una parola sola: "Cubanite".

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  2. Assolutamente d'accordo con te. Dissento solo in una cosa: la mia forma di "Cubanite" non è semplice ma praticolarmente virulenta! :-)

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  3. Tutte le volte che parli di Cuba mi fai venire voglia di prendere il primo volo ed andare, perché non ti soffermi a dire cose scontate che potremmo sapere tutti senza andare, provi a far respirare l'aria che si respira li. Grazie per il tuo augurio, Zanzibar? Chissà..

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    1. Te lo auguro di cuore che sia Zanzibar o un altro posto. Sinceramente, io volevo vedere Cuba ma mai avrei immaginato che mi avrebbe cambiata, toccata così profondamente. Non pensavo si potesse trovare un luogo, diverso da casa propria, da cui è impossibile staccarsi davvero. Davvero una parte di me è rimasta là.

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  4. Mi piace come scrivi perchè arrivi alle persone. Io non ho mai visitato Cuba ma il mio Viaggio con V maiuscola è stato in Thailandia. Ho imparato molte cose, sono cresciuta. E' stato bello leggere le tue emozioni e sentirle mie. Ciao! SaraV.

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    1. Ti rigrazio, SaraV. Ed è bellissimo che a scrivermi queste parole sia una persona che non mi conosce personalemte ma sta imparando a caonoscermi attraverso il blog. Grazie di cuore!

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