Iperspazio culturale- Episodio 1: Il giardino di Villa Lante a Bagnaia




Non stavo avendo una visione della Madonna, tranquilli... Stavo solo ammirando il volo di una farfalla e Andrea ha scattato.


Bentornati sulle Astronavi! Nei mesi in cui non ho scritto sul blog ho comunque elaborato diverse idee e buttato giù appunti per i progetti che, una volta tornata a scrivere, desideravo portare alla luce. Uno di questi è questa rubrica. Le Astronavi, chi mi segue dall'inizio lo sa, vogliono essere un blog che condivide viaggi, emozioni, scoperte e cultura a 360°. Ma è pur vero che, purtroppo aggiungo, non mi posso permettere sempre viaggi strutturati o "da sogno" come Cuba, Bruxelles, Israele (di cui vi devo assolutamente raccontare!) e tutti i viaggi che ho fatto in giro per il mondo negli ultimi anni. Perciò ho pensato di condividere con voi le scoperte che sto facendo qui, fra Lazio ed Umbria, nella mia nuova casa. Da quando mi sono trasferita, a parte godere quotidianamente della bellezza e complessità di Roma, che è già una gran fortuna, ho scoperto borghi, rovine, ville, palazzi e castelli di una bellezza incredibile e che in molti (io per prima) non conoscono. 
Insomma, sono mete per una gita fuori porta, o per weekend all'insegna della bellezza della nostra Italia che vi consiglio di visitare, perchè sono piccole perle che vi regaleranno emozioni e vi riempiranno gli occhi di bellezza. Nasce così "Iperspazio culturale" (sì, il nome gliel'ha dato Andrea anche stavolta) che avrà, almeno per il momento, cadenza mensile e che vi porterà in giro per il centro Italia alla scoperta di luoghi particolari, mostre bellissime e molto altro.
Ho voluto dedicare il primo episodio di questa rubrica al giardino, famosissimo fra i turisti ma non così famoso fra gli italiani, di Villa Lante che ho visitato a marzo del 2017. Partiamo da dove si trova: Bagnaia, una frazione del comune di Viterbo e le cui origini risalirebbero al 963 d.C.. 
Bagnaia è situata sul tratto di via Francigena che scorre fra i Monti Cimini. Nel 1202 il comune di Viterbo aveva ceduto la Signoria di Bagnaia alla Mensa Vescovile della città e, per molto tempo, essa fu la residenza estiva dei vescovi di Viterbo, luogo ideale per la caccia ed il riposo.  
Nel 1566 il sito venne destinato al Vescovato di Viterbo Cardinale Giovanni Francesco Gambara e con lui iniziò la trasformazione del parco in villa. 
Villa Lante, come la conosciamo noi, è stata completata dal successore di Gambara, Cardinal Montalto. E' una delle opere più interessanti del Cinquecento italiano, sia per il suo parco immenso che per il suo giardino all'italiana che mi ha assolutamente incantata. La prima informazione che vi devo dare è che l'accesso al parco è libero, mentre la visita al giardino è a pagamento. Il biglietto intero costa 5 euro a persona.


Giardino all'italiana e Fontana del Quadrato o dei Mori

Lo spettacolare gioco di siepi e la bellezza della fontana del Quadrato o dei Mori vi accoglieranno appena entrati e vi riempiranno la vista ed il cuore di sensazioni positive, di stupore e di curiosità. 
Il progetto è del Vignola e la fontana è uno specchio d'acqua diviso in quattro parti da balaustre. In ogni porzione d'acqua galleggia un putto zampillante in barca e, al centro della fontana, c'è un triplice cerchio di balaustre che culmina con i quattro mori che sorreggono lo stemma di Papa Sisto V. 
Ho passato, vi giuro, almeno una ventina di minuti ad osservare la bellezza di questa fontana che mette in secondo piano la villa stessa.


Particolare del gruppo dei Mori

 Proseguendo sulla "terrazza" successiva vi troverete davanti alla "Fontana dei Lumini" tutta in peperino che è la pietra tipica di queste zone. La Fontana dei Lumini è una magia: immaginate una struttura rotonda, per metà addossata al terrapieno, con settanta lumini che zampillano andando ad incorniciare un getto d'acqua centrale più grande. L'impressione è quella di tante fiammelle con un una più grande al centro ed, infatti, l'idea progettuale era proprio quella di ricreare un'allegoria del fuoco. Stupenda, dall'atmosfera magica e romantica. 

Fontana dei Lumini
 


Particolare di alcuni lumini

 Ai lati della Fontana dei Lumini, seminascoste dalla vegetazione, troverete due grotte artificiali con all'interno una statua di Nettuno ed una di Venere, raffigurata però come Diana cacciatrice, stando a quel che stava scritto sul pannello esplicativo.

Grotta di Venere, raffigurata come Diana cacciatrice

Grotta di Nettuno

Proseguendo in questo meraviglioso giardino, troviamo la Fontana dei Giganti, struttura imponente, sempre in peperino, che ai suoi lati vede la raffigurazione di due giganti appunto che simboleggiano l'Arno ed il Tevere, le due anime della Tuscia. Altri sostengono che i due giganti Arno e Tevere sono lì a ricordare i buoni rapporti fra la famiglia dei Medici a Firenze ed il Papato a Roma. Questi giganti sono incredibili, adagiati ai lati della fontana, sembrano riposare e godere del fresco del luogo, non so, trasmettono pace. 

Uno dei Giganti

Davanti alla Fontana dei Giganti troneggia la Mensa del Cardinale. Ricordo che Andrea, quando la vide, buttò lì un: "Ma ci mangiavano qui sopra?". Ebbene sì, si tratta di una lunga tavola in peperino, con un incavo al centro contente, ovviamente, acqua che veniva utilizzata dal Cardinale per i convitti estivi che si tenevano all'aperto, al fresco. Voi immaginate la meraviglia di cenare attorno ad un tavolo così particolare, immersi nel verde, con la vista sulla Fontana dei Giganti, su quella dei Lumini e dominando dall'alto il giardino all'italiana e la Fontana dei Mori? Cosa si può desiderare di più? Chissà nel Cinquecento come stavano messi a zanzare...

La Mensa del Cardinale
 
Se tutto questo vi è sembrato interessante, allora come me, rimarrete incantati da ciò che sto per mostrarvi. L'ultima parte del giardino è, a mio parere, la più particolare. 
Il primo elemento che troverete muovendovi dalla Mensa del Cardinale e dalla Fontana dei Giganti è la Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero.

Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero

Catena d'Acqua o Cordonata del Gambero
Guardate che elemento architettonico particolarissimo: rappresenta le chele di un gambero (a ricordare il nome di Gambara) nelle quali l'acqua saltella incanalata verso la fontana del Delfini e viene da esse domata. E' un elemento bellissimo, che dà movimento, blocca l'impetuosità dell'acqua ed è di un'eleganza incredibile. Un' analoga soluzione è visibile a Caprarola nei giardini di Palazzo Farnese.
Seguendo la Catena D'Acqua si arriva alla Fontana dei Delfini che è la parte più rovinata dell'intero giardino, purtroppo. 

La Fontana dei Delfini


 Di forma ottagonale è composta da vasche degradanti, vasi, sedici sculture di delfini adagiati e mascheroni da cui zampilla acqua. Era sormontata da un chiostro ligneo andato distrutto nel tempo. Distrutte anche l'uccelliera che sormontava le colonne doriche e l'intelaiatura che formavano i portici di passaggio all'ultima grandiosa fontana, quella del Diluvio o Monte della Pioggia.

Fontana del Diluvio o Monte della Pioggia

 La Fontana del Diluvio costituisce l'alfa e l'omega del giardino. La sua imponenza chiude lo sguardo all'orizzonte disegnando il limite del giardino e lo scrosciare dell'acqua dalle rocce e fra la vegetazione indica, allo stesso tempo, l'inizio della corsa dell'acqua che andrà a "nutrire" le altre fontane del giardino da cui tutte dipendono. E' circondato da alberi, di cui uno cavo dove ci si può nascondere e dove i bambini si sentono in un mondo di fantasia. Ci sono poi due logge che raffigurano scene di Muse, con lo stemma del Cardinale Gambara e la graticola di San Lorenzo, protettore di Viterbo che costituivano luoghi di riposo, dove spesso il Cardinale leggeva o conversava.

Una delle logge

Altro elemento degno di nota, non all'interno del giardino ma del parco, è la Fontana del Pegaso che prende il nome dal cavallo alato al centro della fontana. Questa fontana è del periodo in cui il Cardinale Montalto ha completato i giardini fra il 1587 e il 1623.

Fontana del Pegaso
  
Uscendo da villa Lante, sulla scalinata che costeggia la fontana del Pegaso, abbiamo incontrato il custode della villa che ora vi presento in queste foto. E' un custode molto socievole e rilassato, un vero amante della bellezza. Valutate voi!





Come potete notare è un custode di grande competenza... ;-)
Tornando seri, vi consiglio caldamente di andare a visitare questo bellissimo giardino ed il suo parco, di respirare l'atmosfera del Cinquecento italiano e di poter vivere, a tratti, un vero viaggio nel tempo.
Qui di seguito vi lascio il link con alcune informazioni su come raggiungere Villa Lante ed i numeri utili da contattare per informazioni.
Per oggi è tutto dall'iperspazio culturale e ci vediamo al prossimo salto!

Le foto contenute in questo post sono tutte di Andrea Mandosi. Se vi va di dare un'occhiata al suo profilo su Juza Photo ecco il link diretto: Andrea Mandosi on JuzaPhoto


Commenti

  1. Ciao, rubrica molto interessante. In Italia siamo ricchi di tesori non conosciuti ed è un peccato non valorizzarli. Molto belle le fontane ma con rimasta a bocca aperta con la catena d'acqua (guardando una foto, figurati dal vivo). Mi piacerebbe tanto visitare questo posto incantato, grazie. P.s. Ci mancava il tuo blog! Patrizia

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    Risposte
    1. Ciao Patrizia! Sono contenta che la rubruca ti piaccia. La Catena d'Acqua è senz'altro l'elemento che è rimasto più impresso anche a me per la sua forma particolarissima e per il gioco d'acqua che riesce a creare, portandoti attraverso lo scorrere dell'acqua, tema dell'intero giardino, fino allo step successivo. Grazie per aver aspettato il ritorno delle Astronavi (ed il gioco di parole qui è terribile e non voluto!). A presto!

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